🇫🇷 LA SPEZIA, GOLFO DEI POETI, DEI PITTORI MA ANCHE DEI...CARTOGRAFI!
Si tratta di viaggiatori molto speciali che raggiungono il Golfo non per visitarlo ma per misurarlo. L’episodio più importante riguarda la brigata topografica del capitano del Genio Pierre-Antoine Clerc (1770-1843) inviata nel 1809 dal governo francese in Liguria, entrata con i suoi dipartimenti a far parte dell’Impero nel 1805.
Napoleone non ha mai visitato la Spezia e il suo golfo, ma ne conosce le caratteristiche ambientali grazie ai resoconti fatti dai militari francesi nel corso di tutto il Settecento. Sono conoscenze sufficienti a fargli decidere di far progettare in quella straordinaria insenatura riparata dai venti e facilmente difendibile un grande e moderno arsenale marittimo e una nouvelle ville (decreti del 1808). È così che cominciano ad arrivare nel Golfo prefetti, ingegneri e cartografi.
Se il principale motivo per cui, in tutte le epoche, si sono fatte le carte è per ragioni di conquista e, come in questo caso, di infrastrutturazione, qui Napoleone ha un’ambizione in più: la realizzazione di un grande modello tridimensionale del Ponente del Golfo dove arsenale e città nuova sorgeranno. Come quelli ordinati in altre parti dell’Impero, il grande plastico spezzino del magnifico paesaggio sarà il simbolo del potere territoriale del sovrano e andrà ad arricchire la collezione dei plans-reliefs di Louis XIV conservata agli Invalides.
La brigata, munita delle casse degli strumenti, arriva in Liguria nel 1809, si stabilisce a Fezzano in casa Bronzi e ripartirà due anni dopo. In tutto avrebbero lavorato, oltre a Clerc, una decina di topografi e topografi-artisti.
Clerc è nato a Nantua, ai limiti della Savoia. Forse deriva dalla visione giovanile delle Alpi che sovrastano il suo paese l’idea fissa che lo ha accompagnato per l’intera vita? Suggestioni a parte, oltre ad essere un militare, Clerc, è un professore trentenne che insegna topografia nella prestigiosa École Polytechnique.
Egli è il primo al mondo a introdurre nelle carte, non di un sito circoscritto, ma di uno spazio geografico piuttosto esteso, le isoipse. Il rilievo terrestre era troppo difficile da riprodurre geometricamente sulla superficie piana del foglio. Clerc ha studiato il disegno artistico e soprattutto la geometria descrittiva, la scienza fondata dal matematico Gaspard Monge (1746-1818), scienza che insegna a disegnare su un piano i corpi solidi.
La Castellana è una sfida felice per il disegno topografico: un rilievo solitario a strapiombo sul mare e, dalla parte interna del golfo, tutto terrazzato a olivi. Le “piane” sembrano già curve di livello.
Fra il 1809 e il 1811 Clerc e i suoi topografi calcano l’intero territorio del Ponente del Golfo, praticamente tutto l’attuale Comune di Porto Venere, isole comprese; in più, la fascia verticale che da Cadimare-Marola sale fino a Campiglia e scende a Tramonti. Solcano il territorio capillarmente, attraversano boschi, saltano fra i terrazzamenti, si sporgono sulle falesie, chiedono la fornitura di una barca per riprendere la costa dal mare. Misurano, disegnano ogni elemento del territorio in pianta, in prospettiva, in alzato.
Fanno carte a tutte le (grandi) scale e decine e decine di schizzi: rocce, scogli, macchia, oliveti, muretti a secco e scalini, i casotti di Tramonti e di Albana. Rappresentano gli edifici civili e religiosi e quelli militari esistenti (Santa Maria, Pezzino, Lazzaretto, Torre Scola). Riproducono all’acquarello vedute e panorami con cieli azzurri e leggere nuvole bianche. Cominciano a costruire i modelli tridimensionali.
A Parigi porteranno a compimento il grande plastico (m 7,50×4) che desta l’ammirazione del sovrano.
Sono tutti questi magnifici documenti visuali che costituisco il “diario di viaggio” di Pierre-Antoine Clerc e dei suoi topografi nel Golfo della Spezia.
@Luisa Rossi
Fonti bibliografiche: L. Rossi, a cura di, Napoleone e il Golfo della Spezia, Topografi francesi in Liguria tra il 1809 e il 1811, Milano-La Spezia, Comune della Spezia – Silvana Editoriale, 2008; M. Quaini, a cura di, Carte e cartografi in Liguria, Genova, Sagep, 1986.