À LA UNE

Pension Lepic: dalla Francia a Padova.

Nasce dall’amore per la cultura francese, la passione per i libri e l’esigenza di far conoscere la letteratura d’oltralpe dedicata ai ragazzi, il nuovo progetto editoriale Pension Lepic di David Tolin, il libraio della Pel di Carota di Padova. Ascoltiamo le parole del libraio ed editore: “Pension Lepic è una piccola casa editrice che ho scelto di creare dedicata alla letteratura per ragazzi. Oggi la maggior parte degli autori che vengono tradotti e pubblicati per questa fascia d’età sono anglosassoni, ma c’è molto fermento anche nel resto del mondo, ci sono numerosi autori francesi di qualità che vale la pena tradurre e far conoscere. Questo progetto vuol dare l’opportunità di guardare altrove, parto dalla Francia perché è una cultura che conosco bene ed è un Paese che amo. Il primo titolo del progetto editoriale è Quattro sorelle. Enid (Quatre soeurs. Enid) di Malika Ferdjoukh, autrice algerina molto amata in Francia. È un libro di famiglia, anche di dolore, un romanzo dove si intrecciano le storie di quattro sorelle ed è il primo di una tetralogia. Iniziamo con Enid e proseguiremo con gli altri tre.”

Enid, est la plus jeune des cinq soeurs Verdelaine. Celle que personne ne croit quand elle dit avoir entendu un fantôme hurler dans le parc, celle qui aime le cake aux noix et dormir avec les chats Ingrid et Roberto, celle qui recherche Swift sa chauve-souris disparue dans la tempête. Au milieu de cette fratrie, Enid sait très bien où se trouve ta place la plus confortable: dedans quand il faut, dehors quand ça l’arrange!

Quattro sorelle. Enid - Malika Ferdjoukh - Libro - Mondadori Store

 

Le cinéaste Bertrand Tavernier vient de décéder : une disparition bouleversante pour le monde du cinéma.

Le cinéaste Bertrand Tavernier est décédé jeudi 25 mars à l’âge de 79 ans à son domicile de Sainte-Maxime dans le Var. Réalisateur, producteur mais aussi écrivain, Bertrand Tavernier était le président de l’Institut Lumière. Il a commencé sa carrière en tant qu’assistant-réalisateur, attaché de presse et critique. C’est avec L’horloger de Saint-Paul qu’il s’est essayé à la mise en scène en 1974, avec Philippe Noiret dans le rôle principal. Un film qui lui a permis de connaître une notoriété fulgurante et d’être la base d’une longue collaboration entre le réalisateur et Philippe Noiret. A la tête d’une trentaine de films en tant que réalisateur pour le cinéma et autant en tant que scénariste et acteur, Bertrand Tavernier a également écrit de nombreux livres sur le 7ème art. Il a eu une carrière couronnée de récompenses. Il a remporté cinq César au cours de sa carrière, dont celui du Meilleur réalisateur en 1976 pour Que la fête commence… et en 1997 pour Capitaine Conan. Il a remporté celui du Meilleur scénario original en 1976 pour Que la fête commence…, en 1977 pour Le juge et l’assassin et le César de la Meilleure adaptation en 1985 pour Un dimanche à la campagne. En 2015, il a reçu le Lion d’or à la Mostra de Venise pour l’ensemble de sa carrière.

Bertrand Tavernier Leone d'oro alla carriera - NonSoloCinema

 

Mort de Jean-Claude Fasquelle, légende de l’édition française.

Jean-Claude Fasquelle, petit-fils de l’éditeur de Zola et ancien patron des éditions Grasset, est décédé le 14 mars à l’âge de 90 ans. Sous sa direction, de grands noms de la littérature, comme Umberto Eco ou le prix Nobel Gabriel García Marquez, ont rejoint les éditions Grasset.

Né en1930 à Paris, Jean-Claude Fasquelle est issu d’une dynastie du livre. Son père était l’éditeur de Pagnol, quand son grand-père, fondateur des éditions Fasquelle en 1896, a édité Zola et Maupassant. A seulement vingt-trois ans, Jean-Claude Fasquelle reprend les rênes de la maison familiale. En 1959, celle-ci fusionne avec les éditions Grasset. Jean-Claude Fasquelle devient directeur général avant d’en prendre la tête en 1981 jusqu’en 2000, date à laquelle il laisse sa place à Olivier Nora. « Un rapide coup d’oeil sur ma date de naissance suffirait à expliquer la décision que j’ai prise d’organiser, maintenant, l’avenir et le développement d’une maison à la direction de laquelle j’ai consacré quarante-sept ans », explique-t-il, devenant alors président du conseil de surveillance puis président d’honneur d’un des plus grands éditeurs français. Sous sa direction, de grands noms de la littérature, comme Umberto Eco, le prix Nobel Gabriel García Marquez et Virginie Despentes ont rejoint Grasset. Par ses choix, Jean-Claude Fasquelle a fait de Grasset une maison capable de rivaliser avec les plus grandes.L’ancien patron de Grasset, qui avait su élever la notoriété de la maison à la hauteur de celle de ses grandes concurrentes, Seuil et Gallimard, est mort, samedi, à l’âge de 90 ans.

Quatre décennies en compagnie d'écrivains - Ép. 5/5 - Jean-Claude Fasquelle, l'amoureux des livres

 

 

L’artista JR trasforma il volto di Palazzo Strozzi a Firenze.

Dal 19 marzo Palazzo Strozzi ha cambiato volto attraverso l’intervento del francese JR (sono le iniziali del suo nome, Jean René), artista contemporaneo tra i più celebri al mondo (è anche regista: il documentario Visages, villages che ha realizzato con Agnès Varda è stato candidato all’Oscar nel 2017), chiamato a reinterpretare la facciata di un simbolo del Rinascimento a Firenze con una nuova opera site specific intitolata La Ferita, che propone una riflessione sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Alta 28 metri e larga 33, la monumentale installazione di JR propone una sorta di squarcio visivo sulla facciata di Palazzo Strozzi, che si apre alla visione di un interno reale e immaginato allo stesso tempo. L’opera, realizzata con un collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, è costruita come una anamorfosi, un gioco illusionistico in cui, osservando da un preciso punto di vista, si schiudono davanti agli occhi, proprio come all’interno di una ferita, diversi ambienti di Palazzo Strozzi: il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva e una biblioteca.

Inserendo opere iconiche del patrimonio artistico fiorentino e citando direttamente un luogo reale come la biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, JR propone una diretta e suggestiva riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Palazzo Strozzi diviene così il palcoscenico spettacolare per una ferita, simbolica ma dolorosa, che accumuna tutte le istituzioni culturali italiane e non solo: musei, biblioteche, cinema e teatri, costretti a limitare o a non poter far accedere il pubblico ai propri spazi. L’opera resterà installata fino al 22 agosto.

JR utilizza il collage fotografico come tecnica caratteristica del suo stile, esploso nella dimensione dell’arte pubblica nelle città di tutto il mondo. Come afferma lo stesso artista: “Ho la più grande galleria d’arte immaginabile: i muri del mondo intero”. La sua ricerca unisce originalità e appropriazione, sempre distinguendosi per una forte connotazione pubblica e di partecipazione che lo ha portato a creare opere di grande impatto visivo e coinvolgimento in luoghi e contesti sempre diversi, dalle favelas di Rio de Janeiro alla grande piazza della Piramide del Louvre, da Ellis Island a New York alla prigione di massima sicurezza di Tehachapi in California.

La Ferita” di JR squarcia Palazzo Strozzi | Collater.al

 

Deux di Filippo Meneghetti miglior opera prima ai Césars du Cinéma.

Il regista padovano Filippo Meneghetti si è aggiudicato il César per la miglior opera prima alla 46esima edizione di quelli che sono definiti come gli Oscar francesi, assegnati dall’Académie des Arts et Techniques du Cinéma lo scorso 12 marzo. Interpretato da una coppia di attrici leggendarie, Barbara Sukowa e Martine Chevallier, il film affronta un tema inconsueto come l’amore tra due donne mature, mescolando dramma, suspense e ironia. Le protagoniste, Nina e Madeleine, si amano infatti in segreto da decenni e tutti, compresi i parenti di Madeleine, pensano che siano solo vicine di casa, vivendo entrambe all’ultimo piano dello stesso palazzo. Quando la routine di ogni giorno viene sconvolta da un evento imprevisto, la famiglia di Madeleine finisce per scoprire la verità e l’amore tra le due è messo a dura prova… Il film non è ancora uscito in Italia a causa della chiusura delle sale cinematografiche.

Le César du Meilleur premier film est décerné à "Deux" réalisé par Filippo Meneghetti - Vidéo Dailymotion

 

LIVRES

Jean-Jacques ROUSSEAU, Brevi lezioni di botanica. Ornate da 16 tavole stampate a colori dalle opere di P. J. Redouté (Lettres élémentaires sur la botanique), Piano B Edizioni.

Come riconoscere le parti di un fiore? Cosa sono le ombrellifere? Cosa sono le crucifere? Come realizzare un erbario a regola d’arte? Le risposte a queste domande nelle Brevi lezioni di botanica di Jean Jacques Rousseau, precursore della rivoluzione francese e padre della pedagogia moderna. Il volume raccoglie otto lettere scritte dal filosofo all’amica Madeleine-Catherine Delessert, che voleva insegnare alla sua giovane figlia i segreti della botanica. Ogni lettera è dedicata alla descrizione di una famiglia di piante a partire dall’osservazione diretta dei suoi elementi costitutivi, tralasciando volutamente le complesse suddivisioni e nomenclature. Grazie a questo breve ed efficace saggio chiunque saprà riconoscere, con soddisfazione e meraviglia, a quale famiglia appartengono sia i fiori che si osservano passeggiando nella natura, sia le piante aromatiche o ornamentali dei nostri giardini. Il volume è arricchito dall’inedito dizionario dei termini usati in botanica compilato da Rousseau, e da 16 tavole illustrate a colori. Pioniere dell’ecologismo e studioso ante litteram della biodiversità, Rousseau sostiene che lo studio della botanica debba essere fatto partendo dall’osservazione della natura e non dai libri, e che per apprezzare la natura bisogna osservarla nelle foreste e non nei giardini.

«Pubblicate postume nel 1784 e subito tradotte in molte lingue, le Lettres élémentaires sur la botanique rappresentano un vero e proprio caso letterario diventando, di fatto, il primo libro divulgativo di botanica. Una dichiarazione d’amore per le piante, che raccontano un lato poco noto del grande filosofo» – Stefano Mancuso, Robinson

Lisez, lisez le «livre de la nature» en choisissant les pages du plus riant de ses règnes, le règne végétal, invite Rousseau.

Libro Brevi lezioni di botanica - J. Rousseau - Piano B edizioni - Elementi | LaFeltrinelli

 

Eric-Emmanuel SCHMITT, Diario di un amore perduto (Journal d’un amour perdu), edizioni e/o.

“Mamma è morta stamattina. È la prima volta che mi fa soffrire”. Per due anni Eric-Emmanuel Schmitt cerca di venire a patti con qualcosa di inaccettabile: la scomparsa della donna che l’ha messo al mondo. In queste pagine racconta il suo “dovere di felicità”, una lunga, accanita e difficile battaglia contro la tristezza. Rimanere inconsolabile significherebbe tradire la madre, dato quanto quella donna luminosa e amorevole gli ha trasmesso il gusto di vivere, la passione per l’arte, il senso dell’umorismo e il culto della gioia.

In questo diario del proprio lutto Schmitt racconta come ha vissuto i due anni successivi al decesso della madre, anni in cui il ricordo e la sofferenza si spartiscono il tempo dell’autore con i pressanti impegni letterari e teatrali. Così troviamo Schmitt in tournée all’estero che istintivamente prende il telefono per annunciare alla madre il successo dello spettacolo, prima di ricordarsi che è morta, o lo vediamo vestire i panni dell’attore in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano mentre ripensa alla prima volta che, bambino, la madre l’ha portato a teatro. Ma i ricordi, si sa, si allargano a macchia d’olio, così riaffiorano gli episodi della sua infanzia che gradualmente l’hanno portato a capire che sarebbe diventato uno scrittore, così ripercorre il difficile rapporto col padre vedendolo sotto un’altra luce, e nel fare questo rivisita il proprio concetto di serenità, di bellezza, di esistenza.

Diario di un amore perduto è un originale e frammentario romanzo di formazione, il racconto di un’educazione meno lineare e scontata di quanto si potesse immaginare, in cui trovano spazio riflessioni sulla scrittura e sul teatro, sulla musica e la psicanalisi, sul tempo che passa e sulla morte, nonché sull’assoluta necessità di riconquistare il gusto per la vita” – Fabio Gambaro, Robinson.

Eric-Emmanuel Schmitt, membro dell’Académie Goncourt, è nato a Sainte-Foy-lès-Lyon nel 1960. Come autore teatrale ha scritto numerose opere rappresentate in tutto il mondo. I suoi romanzi sono tradotti in molte lingue.

Diario di un amore perduto - Eric-Emmanuel Schmitt

 

Hervé LE TELLIER, L’anomalia (L’anomalie), La nave di Teseo.

Vincitore del Premio Goncourt 2020.

“Un romanzo meraviglioso” – Joël Dicker

«Costruito attorno a un’ipotesi tecnologica-filosofica sorprendente e spiazzante, L’anomalia gioca con le nostre certezze e le nostre paure, intreccia reale e virtuale, sentimenti e algoritmi, politica e religione, il tema del doppio e quello della manipolazione» – Fabio Gambaro, Robinson

Nel marzo 2021, un Boeing 787 di Air France in volo da Parigi a New York incappa in una grande turbolenza prima di atterrare. Tre mesi dopo lo stesso aereo, con gli stessi passeggeri e un identico equipaggio, ricontatta i controllori di volo dell’aeroporto JFK. L’inspiegabile duplicazione preoccupa CIA, FBI e gli alti comandi dell’esercito, che dirottano l’aereo in una base militare. Le indagini degli Stati Uniti e delle altre potenze scatenano una caccia all’uomo planetaria per rintracciare i misteriosi doppi di tutte le persone a bordo. Ma durante quei tre mesi fatali, le vite di alcuni di loro sono cambiate per sempre: chi ha combattuto un male incurabile, chi ha raggiunto il successo soltanto dopo un gesto estremo, chi ha trovato l’amore e chi si è lasciato per sempre, chi ha finalmente affrontato le sue bugie. Tutti credevano di avere una vita segreta. Nessuno immaginava fino a che punto fosse vero. In un romanzo imprevedibile – dove la letteratura sfida la logica, la scienza, tutto quello in cui crediamo – Hervé Le Tellier racconta la verità e i suoi inganni, alla ricerca dell’anomalia nascosta che può sfiorare la vita di ognuno di noi.

Hervé Le Tellier è autore di romanzi, saggi e poesie e dal 2019 è presidente dell’Oulipo. Con L’anomalie, in corso di traduzione in 34 lingue, ha vinto il premio Goncourt 2020. È stato inoltre finalista al Prix Renaudot e al Prix Goncourt des Lycéens, e selezionato da Prix Médicis, Prix Décembre e Prix Wepler.

L' anomalia - Hervé Le Tellier - Libro - La nave di Teseo - Oceani | IBS

 

Jean-Michel GUENASSIA, Il club degli incorreggibili ottimisti (Le club des incorrigibles optimistes), Salani.

La lettura perfetta per gli idealisti e i sognatori di ogni età.

Un gruppo di eroi senza patria traditi dal destino, un adolescente alla ricerca di se stesso, un grande romanzo sul senso della storia e della memoria.

Parigi, 1959. Sono anni vertiginosi: la Seconda guerra mondiale è finita da troppo poco tempo per essere Storia, la guerra d’Algeria segna le vite dei francesi d’oltremare. Michel Marini, undici anni, figlio di immigrati italiani, esce dall’infanzia e si affaccia a un’adolescenza inquieta e piena di emozioni. Vagabonda per il quartiere, si ritrova con gli amici a giocare a calcio balilla; un giorno entra in un bistrò, il Balto. È attratto da una stanza sul retro dove si ritrova un gruppo di uomini, che parlano un francese a volte approssimativo e portano dentro di sé storie e passioni sconosciute. Sono profughi dei Paesi dell’Est, uomini traditi dalla Storia, ma visionari che ancora credono nel comunismo. Incorreggibili ottimisti. Frequentare il Balto vuol dire scoprire il mondo. Michel impara a conoscere l’amicizia, l’amore, la complessità degli ideali. Nel retro di un bistrò si litiga, si beve, si gioca a scacchi, si raccontano storie terribili di esilio che si intrecciano sullo sfondo di un decennio epocale, tra filosofia e rock’n’roll, Sartre e Kessel, la conquista dello spazio e l’inizio della Guerra fredda.

« Diamo il benvenuto a quest’opera di ampio respiro, dalle grandi qualità letterarie e dalla caratteristica mescolanza di humour e melanconia » – Le Monde

« Romanzo di formazione e di disincanto? settecento pagine che volano » – la Repubblica

L’autore nasce ad Algeri. Esercita la professione di avvocato fino a quando la passione per la scrittura prende il sopravvento: il suo romanzo d’esordio, Il club degli incorreggibili ottimisti, edito da Albin Michel nel 2009, è stato presentato dall’editore francese come « il primo romanzo di uno sconosciuto di 59 anni » ed è stato tradotto in dieci paesi. Per Il club degli incorreggibili ottimisti l’autore ha vinto il Prix Goncourt de lycéens, ottenendo uno strepitoso successo di pubblico e critica. Tra gli altri suoi libri ricordiamo La vita sognata di Ernesto G.La mano sbagliata, Il valzer degli alberi e del cielo. L’ultimo amore di Van Gogh e Una lunga vita da idealista.

Il club degli incorreggibili ottimisti - Jean-Michel Guenassia - Libro - Salani - | IBS

 

Yves BONNEFOY, La sciarpa rossa (L’écharpe rouge), La nave di Teseo.

A partire da un centinaio di versi scritti di getto nel 1964, Yves Bonnefoy elabora in questo libro, apparso pochi mesi prima della scomparsa, la sua autobiografia, il suo lascito letterario e intellettuale, frutto di un lavoro di oltre cinquant’anni. Nei versi enigmatici di La sciarpa rossa, che rappresenta il “legame di sangue” con la famiglia, affiorano le figure dei genitori, emerse dalla memoria di un mondo rurale di cultura occitana colto nella sua singolarità storica e linguistica. Un rapporto decisivo che il poeta, ripercorrendo la propria storia, comprende essere alla base della sua idea di poesia, nella quale avverte l’esigenza di dar voce al sofferto silenzio del padre. Dalla trepidante stagione surrealista, attraverso vertiginosi sconfinamenti nell’arte (Max Ernst) e nella critica letteraria (Pierre Jean Jouve), Bonnefoy rincorre in queste pagine la “verginità metafisica” dell’infanzia, interminabile fonte di “presenza” e di poesia nella percezione dell’unità del reale. Il teatro del mondo di Bonnefoy, nelle Due scene e Note annesse in appendice, vede nell’Italia, e specie in Genova, il luogo di una “scena primaria” dove rinascere, l’estremo approdo di un viaggio che possa “riparare il danno che il linguaggio reca alla vita”.

Yves Bonnefoy, nato a Tours nel 1923 e morto a Parigi nel 2016, è stato uno dei maggiori poeti del Novecento. Più volte candidato al premio Nobel per la letteratura, oltre che poeta, è stato prosatore, traduttore, saggista e critico d’arte. Professore emerito di Studi comparati della funzione poetica al Collège de France di Parigi, ha tradotto Donne, Petrarca, Shakespeare, Leopardi, Keats, Pascoli, Yeats.

La nave di Teseo on Twitter: "Perché, mi dice, questa sciarpa, Mio padre me la donò, alla mia partenza Per il primo di tanti viaggi. L'ho amata, mi è parso che mi

 

Boualem SANSAL, Il treno di Erlingen (Le Train d’Erlingen ou La métamorphose de Dieu), Neri Pozza Editore.

Élisabeth Potier, docente di storia e geografia in pensione, residente a Seine-Saint-Denis, è una vittima collaterale dell’attentato islamico del 13 novembre 2015 a Parigi. Dopo alcuni giorni passati tra la vita e la morte, la donna esce dal coma con un’altra personalità, e con questa identità morirà un mese dopo. Per decifrare la testimonianza scritta che ha lasciato a sua figlia Léa occorre passare attraverso l’incredibile racconto della baronessa Ute von Ebert, residente a Erlingen, in Germania. Da settimane Ute vive rinchiusa, minacciata da un misterioso nemico che, come un’epidemia, si diffonde sulla terra e agisce per ridurre la specie umana in schiavitú. Per sfuggire a questa minaccia, gli abitanti di Erlingen attendono con trepidazione l’arrivo del treno che li porterà in salvo, ma il treno ancora non si vede. Attraverso una serie di sarcastiche lettere che Ute scrive a sua figlia Hannah traspaiono tutta l’angoscia e l’incertezza per una situazione ai limiti della realtà: ogni giorno viene detto ai cittadini di Erlingen che il treno arriverà, per poi sostenere il contrario. Bisogna sempre tenersi pronti, ed è spossante. Nessuno sa, inoltre, con chi e con cosa abbiano a che fare; al punto che la minaccia ha preso ormai il generico nome di «nemici», una parola che contiene tutte le ipotesi. Come è cominciato tutto questo? E in che modo le storie di Élisabeth Potier e Ute von Ebert, e quelle delle loro figlie Léa e Hannah, entrambe residenti a Londra, sono collegate tra di loro? Attraverso un’avvincente storia che si discosta notevolmente dai soliti schemi narrativi di finzione, l’autore di 2084. La fine del mondo consegna al lettore un potente romanzo che narra del destino di due donne nell’epoca in cui la teocrazia islamista si insedia nel cuore dell’Occidente.

Boualem Sansal è nato nel 1949 in Algeria e vive a Boumerdès, nei pressi di Algeri. Alto funzionario del ministero dell’Industria algerino fino al 2003 (incarico da cui fu allontanato per i suoi scritti e le sue prese di posizione politica), ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques 1999 con il suo primo romanzo Le serment des barbares, il Grand Prix RTL-Lire 2008 con Le Village de l’Allemand, e il Grand Prix du roman 2015 de l’Académie française con 2084. La fine del mondo. Nel 2014 è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura.

Boualem Sansal - Tutti i libri dell'autore - Mondadori Store

 

Pauline KLEIN, La Figurante (La Figurante), Carbonio Editore.

Nel dissesto di un’infanzia parigina con una madre single bella e apparentemente tollerante, Camille sceglie di vivere a lato della propria vita. Lei, la Figurante, cerca se stessa tra incontri e amori, tra amici ed echi di una solitudine schiva ma trepidante. Comprende che la sua vita è ancora una pagina bianca.
Va a New York, lavora malpagata presso una galleria d’arte e si iscrive a uno SmartSex, un sito che fornisce servizi erotici telefonici a pagamento. La miseria sessuale di quegli uomini, i loro fantasmi, paradossalmente la eccitano e per reazione inizia a chattare sul forum “per brave ragazze” Auféminin.com dove si fa passare per un uomo, “uno sporcaccione voglioso”. Il suo è uno sguardo arguto nel penetrare sia l’ambiguità che il coinvolgimento, sia l’erotismo che l’amore, sia la verità che tutte le finzioni che la circondano. Così la storia che Pauline Klein ci racconta assume i contorni di un apologo universale e assolutamente contemporaneo.

“Un romanzo tanto pungente quanto divertente sull’arte di rimanere se stessi” – Page des Libraires

Pauline Klein è nata in Francia nel 1976. Studia filosofia alla Sorbona, estetica alla Nanterre University, e quindi entra alla Saint Martin’s School of Art di Londra. Lavora per quattro anni in una galleria d’arte di New York. Il suo primo romanzo Alice Kahn vince il Premio Fénéon del 2010 e il Prix Murat – «Un romanzo francese per l’Italia» (2011), riconoscimento letterario del Grec, gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Bari.

La Figurante: Amazon.it: Klein, Pauline: Libri in altre lingue

 

Jean-Marc ROCHETTE e Olivier BOCQUET, Parete Nord (Ailefroide: Altitude 3954), prefazione e traduzione di Paolo Cognetti, L’Ippocampo Editore.

“Questa è la storia di Jean-Marc Rochette, un ragazzo che sognava di scalare la Parete Nord dell’Ailefroide. E di disegnare, anche. Rochette raccoglie la sfida e scrive, disegna un libro che attraverso la montagna parla della vita, la vita di un ragazzo tra i 14 e i 21 anni, sfondando così i confini del libro di alpinismo e facendone un grande romanzo di formazione. Una gran bella storia che è un onore presentare al pubblico italiano. Buona lettura, buona visione” – Paolo Cognetti

L’Ailefroide sfiora i quattromila metri, non sitrova sulle nostre Dolomiti, né tantomento in Himalaya o Patagonia, ma nel massiccio degli Écrins, nelle Alpi francesi. I grandi alpinisti hanno di tanto in tanto sfiorato quelle vette, qui hanno aperto alcune vie. È sognando le loro imprese che la montagna di casa si trasforma per Jean-Marc Rochette nel totem di un’adolescenza stretta tra il collegio e l’assenza del padre. Jean-Marc non perde occasione per eludere la sorveglianza del direttore della scuola e andare a scalare, o a rifugiarsi al museo a contemplare i quadri di Soutine, per sperimentare i propri limiti e tentare di riconciliarsi col mondo. Autobiografia crudele e sensibile, Parete Nord è un racconto iniziatico in cui le prove fisiche si fondono con quelle della vita. Ambientata negli anni Sessanta-Settanta, l’autore vi ripercorre la perpetua ricerca di uno spazio di avventura e di libertà fra le passioni che da sempre lo muovono: la montagna e il disegno.

Jean-Marc Rochette (nato il 23 aprile 1956) è un pittore, illustratore e autore di fumetti francese. È conosciuto per la serie di fumetti Edmond le Cochon e Le Transperceneige (l’adattamento cinematografico divenne un successo: Snowpiercer), così come per le sue illustrazioni del classico letterario Candide ou l’optimisme di Voltaire e l’Odissea di Omero. Altre storie a fumetti includono Claudius Vigne, Napoléon et Bonaparte, Nemo le capitaine vengeur con Jean-Pierre Hugot ed altri ancora. Oltre a creare e illustrare storie a fumetti, ha anche illustrato diversi libri per bambini e fiabe famose, ad esempio Coyote mauve, Pinocchio… Praticava alpinismo ma ebbe un grave incidente in montagna e da lì abbandonò (rinunciando anche a diventare guida alpina) avviando il suo percorso artistico…

L'Ipppocampo presenta “Parete Nord” – Lo Spazio Bianco

 

Philip MANSEL, Il re del mondo. La vita di Luigi XIV, Mondadori.

Nel 1643, quando fu incoronato re di Francia a neanche cinque anni di età, Luigi di Borbone ereditò un regno in profonda crisi, guidato da una corte affamata di potere e lacerata dai dissidi: il padre aveva affrontato rivolte, congiure e complotti, alcuni dei quali orditi dalla sua stessa moglie. Eppure, settant’anni dopo, alla sua morte il Re Sole lasciò un paese profondamente trasformato, che grazie a lui aveva conquistato il rango di potenza mondiale.

Servendosi di un vasto repertorio di fonti bibliografiche e materiali d’archivio in parte inesplorati, lo storico Philip Mansel ripercorre la vita pubblica e privata di Luigi XIV per descrivere i mutamenti vissuti dalla Francia nel XVII secolo. Il sovrano, tanto lungimirante quanto accentratore, soppresse le ultime vestigia del feudalesimo e gettò le basi per la nascita dello stato moderno, ma al tempo stesso soffocò molte libertà, soprattutto religiose. La sua spregiudicata politica estera spinse gli eserciti francesi dal Mississippi al Mekong, e portò le finanze sull’orlo del collasso pur di collocare un Borbone sul trono spagnolo. Nondimeno, Luigi riteneva che la supremazia andasse conquistata non solo con le armi, ma anche con il sapere. Egli fu un amante delle arti – adorava recitare e ballare e si esibì fino ai sessant’anni – e contribuì alla fioritura internazionale della cultura francese, aprendo accademie e diventando mecenate di autori come Racine, Molière e Lully. Il suo capolavoro fu senz’altro Versailles, residenza reale e sede del governo, ma anche quartier generale militare, pinacoteca, sala concerti e sede di feste con fuochi d’artificio, fontane di vino e cene pantagrueliche. Lì viveva tutta la corte – composta da personaggi fidati e dalla famiglia reale, compresi l’amato fratello, l’infelice moglie, i figli e le amanti – e si curava qualsiasi aspetto della vita pubblica e privata del re. Ogni dettaglio, infatti, doveva assurgere a testimonianza imperitura, benché non sempre veritiera, della magnificenza del sovrano e della sua dinastia, per fare invidia al mondo intero e soprattutto agli antagonisti.

Con le sue pennellate evocative, Il re del mondo è un affresco intenso e vibrante che offre un’originale chiave di lettura per raccontare l’uomo che guidò la Francia per oltre mezzo secolo e per interpretare una delle epoche storiche più affascinanti agli occhi di esperti, appassionati e curiosi.

Philip Mansel è uno storico britannico che studia Francia e Medio Oriente. È presidente del Consiglio Scientifico al Centro di Ricerche del Castello di Versailles.

Il re del mondo - Philip Mansel | Libri Mondadori

 

Emmanuel de WARESQUIEL, Sept jours. 17-23 juin 1789. La France entre en révolution, Éditions Tallandier.

Les commencements de la Révolution sont ceux d’une extraordinaire accélération de l’histoire. Les événements s’y bousculent dans un luxe d’acteurs, d’envolées, de confusion et de coups de théâtre. Ce qui s’est passé à ce moment-là n’est intelligible que si l’on restitue les faits dans une séquence fondatrice. Trois événements, liés entre eux et par lesquels tout advient, n’avaient jamais été racontés en tant que tels. Le mercredi 17 juin, les députés du tiers état s’érigent en “Assemblée nationale”. Le samedi 20, ils jurent de ne jamais se séparer avant d’avoir donné une constitution à la France. Le mardi 23 juin, ils envoient promener le roi, sa Cour et ses soldats. “Nous sommes ici par la volonté du peuple et nous n’en sortirons que par la force des baïonnettes.” Et le roi cède. La Révolution s’est jouée et accomplie en sept jours et cinq décrets. Son destin, ses héritages y sont comme scellés. Jusqu’à la guerre civile. Jusqu’à la Terreur.

Le dernier opus d’Emmanuel de Waresquiel, enrichi d’abondantes sources inédites, change radicalement notre lecture de la Révolution. L’auteur raconte « ses » sept jours tambour battant en un récit alerte qui se lit comme un roman à suspense.

Amazon.it: Sept jours : 17-23 juin 1789, La France entre en révolution - Waresquiel, Emmanuel de - Libri in altre lingue