ESPACE CULTURE
À LA UNE
Festival del cinema di Cannes 2023.
Quella del 2023 sarà la 76ª edizione del Festival di Cannes. Si terrà dal 16 maggio al 27 maggio 2023 e vedrà la presentazione in anteprima, tra gli altri, degli attesissimi titoli cinematografici Indiana Jones e il quadrante del destino, Asteroid City di Wes Anderson, Occupied City di Steve McQueen e Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio. Tre film italiani sono in lizza per la Palma d’oro: Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, La chimera di Alice Rohrwacher e Rapito di Marco Bellocchio. Non solo: un po’ italiana è anche la madrina dell’edizione di quest’anno: sarà Chiara Mastroianni a fare gli onori di casa. L’attrice e modella francese di origini italiane in linea paterna è forse la figura che meglio di tutte incarna l’abbraccio tra cinema italiano e settima arte francese, in quanto figlia di un mostro sacro per eccellenza di entrambi i panorami della settima arte. Chiara Mastroianni è infatti la figlia del mitico Marcello e dell’altrettanto mitica Catherine Deneuve.
Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, ha elogiato l’Italia definendola “un grande Paese di cinema, che non ha mai smesso di produrre autori, artisti e professionisti con uno sguardo internazionale, capaci di superare la crisi”.
Parigi: Marco Lodoli vince il premio Marco Polo.
A Marco Lodoli è andato il premio Marco Polo per il miglior libro italiano tradotto e pubblicato in Francia: è Les prières, edito da Pol, che comprende i suoi ultimi tre lavori, Il fiume, Paolina e Il preside. Il premio è stato consegnato al Festival du Livre di Parigi. L’Italia è stata ospite d’onore di questa edizione.
Premio Costa Smeralda a Emmanuel Carrère.
Va allo scrittore francese Emmanuel Carrère il Premio internazionale « Costa Smeralda 2023 », l’importante riconoscimento promosso dal Consorzio Costa Smeralda. Carrère, apprezzato anche per la sua opera di sceneggiatore e regista, autore di capolavori come Limonov (2011) e L’Avversario (2013) e pubblicato in Italia da Adelphi – con cui è uscito il 14 marzo l’atteso V13, il libro che raccoglie il suo racconto giudiziario relativo alla strage del Bataclan del 2015 – sarà a Porto Cervo per la cerimonia di premiazione che si svolgerà sabato 6 maggio.
Una nuova vita per le Cathédrales du rail a Saint-Denis.
Un progetto urbano precursore ed emblematico cambierà un pezzo della Grande Parigi. È quello che farà “rinascere” un sito di sei ettari a Saint-Denis, città satellite a nord della capitale, uno spazio in disuso da 23 anni e noto come le Cathédrales du rail, in un distretto culturale ed eco-responsabile aperto alla città e votato alla tutela del paesaggio. L’ambizione è quella di trasformare quegli enormi spazi, ritenuti dei veri monumenti storici, con i loro laboratori di manutenzione che si sono occupati di locomotive dal 1874 al 2000, in un luogo di dialogo tra passato industriale e arte popolare, destinati a ospitare da una parte il più grande museo dedicato alla street-art e all’hip-hop di Francia, con spazi espositivi, sale di coworking e studi di registrazione. Dall’altra, con la creazione di un luogo innovativo, all’interno di un distretto che coniugherà eco-edilizia, economia circolare, energie rinnovabili e gestione virtuosa dell’acqua. Così 650 alberi saranno piantati per circondare le Cathédrales du rail e inoltre, saranno create altrettante unità abitative, per la maggior parte locazioni solidali e alloggi sociali. La conclusione dei lavori è prevista per il 2028 quando Saint-Denis potrebbe diventare capitale europea della cultura.
LIVRES
Domenico CANCIANI, Albert Camus. L’inferno e la ragione, Castelvecchi Editore.
C’è ancora bisogno di Camus! Nel saggio di Domenico Canciani il pensiero attualissimo sulla pace e la guerra dell’autore francese.
Albert Camus non risponde ad alcun canone nel panorama del Novecento francese: appartiene allo strato più povero dei francesi d’Algeria, conosce la guerra e il colonialismo, ed è animato da un’urgenza che non può essere propria della cultura parigina, pur “impegnata”. Convinto federalista, strenuo oppositore della Guerra d’Algeria, Camus entra in conflitto con gli intellettuali francesi e gli algerini indipendentisti a difesa delle sue idee, scegliendo solo alla fine il silenzio, una solitudine che neppure l’assegnazione del Nobel nel 1957 sa attenuare. Questo saggio, vero esercizio d’ammirazione, è una biografia intellettuale e politica che ripercorre un’«esistenza propriamente tragica». Dalla cronaca a Il mito di Sisifo, L’uomo in rivolta, gli articoli giornalistici, i Carnets e le lettere agli amici che hanno camminato e riflettuto con lui; punto d’approdo è il romanzo Il primo uomo, pubblicato postumo e incompiuto.
Dinanzi alle paure du una terza guerra mondiale scatenate dalla guerra in Ucraina è bene rileggere quello che Camus scrisse dopo Hiroshima: “Di fronte alle terrificanti prospettive che si aprono all’umanità… la pace è la sola battaglia per la quale valga la pena di combattere. Non è più una preghiera, è un ordine che deve salire dai popoli verso i governanati, l’ordine di scegliere definitivamente tra l’inferno e la ragione”.
Domenico Canciani ha insegnato Lingua e cultura francese presso l’Università di Padova. Si è occupato di storia intellettuale della Francia e del Maghreb. Esperto di Simone Weil, ha scritto il saggio Simone Weil. Le Courage de penser (Beauchesne, 2011). Con Maria Antonietta Vito, per Castelvecchi ha curato: Una costituente per l’Europa. Scritti londinesi e Dichiarazione degli obblighi verso l’essere umano (2013), Padre nostro e Viaggio in Italia (2015), L’amicizia pura e Venezia salva (2016), La persona è sacra? (2017).
Fabio GAMBARO, Lo scoiattolo sulla Senna. L’avventura di Calvino a Parigi, Feltrinelli.
Tra il 1967 e il 1980, Italo Calvino si rifugia a Parigi, luogo di esilio e di creazione letteraria. È la stagione del Maggio francese e di Sartre, poi di Queneau, Perec e di Barthes. È l’ultima grande stagione culturale europea, quando Parigi era la capitale mondiale del pensiero e dell’arte. Nel centenario della nascita dell’autore del Barone rampante, il racconto di tredici anni essenziali eppure poco conosciuti. Fu un periodo per lui fondamentale sul piano personale e su quello letterario. La conoscenza approfondita della cultura francese di quegli anni (Parigi era la capitale della Nouvelle vague, degli intellettuali engagés, dello strutturalismo, della psicoanalisi), e in particolare gli stretti legami con il gruppo dell’Oulipo (di cui facevano parte Raymond Queneau e Georges Perec) e con Roland Barthes, hanno impresso una svolta fondamentale al suo lavoro e alla sua visione della letteratura. In quegli anni nascono « Le città invisibili », « Il castello dei destini incrociati » e « Se una notte d’inverno un viaggiatore », romanzi molto innovativi, che suscitarono non poche discussioni sull’evoluzione “francese” dello scrittore. Per Calvino Parigi era al contempo un rifugio, un luogo d’esilio e di creazione letteraria, come si legge nel suo « Eremita a Parigi ». Per certi versi, la capitale francese diventa anche una fonte d’ispirazione. E non a caso se ne ritrovano le tracce in alcune delle sue opere, ad esempio nei racconti di « Palomar ». Fabio Gambaro si concentra su questo periodo della biografia di Calvino, per far luce su un’esperienza essenziale ma ancora poco conosciuta dell’autore del « Barone rampante ». Senza dimenticare che gli anni parigini di Calvino evocano il mondo culturale parigino, quando ancora la Ville Lumière era la capitale mondiale della cultura. In questa prospettiva lo sguardo dello scrittore italiano sulla città e sulla sua cultura risulta ancora oggi acuto e stimolante.
Fabio Gambaro è nato a Milano e vive da molti anni a Parigi. Giornalista culturale e consulente editoriale, scrive regolarmente per diverse testate in Italia e in Francia, tra cui “La Repubblica” e “Le Monde”. Ha collaborato e collabora con trasmissioni televisive e radiofoniche. Ha pubblicato Neoavanguardia (Milano, 1993), Colloquio con Edoardo Sanguineti (Milano, 1993), Surrealismo (Milano, 1996), Il mondo di Pennac (Milano, 1999), Dalla parte degli editori (Milano, 2001) e L’Italie par ses écrivains (Paris, 2001). Di recente ha curato il volume Dedica a Tahar Ben Jelloun (Pordenone, 2014). Ha condotto l’intervista a Daniel Pennac, L’amico scrittore. Conversazione con Fabio Gambaro (2015).
Bernardo VALLI, Italo. Una biografia, ricordi e sei articoli, Ventanas.
Al Café Flore a parlare di Conrad, Manzoni, Queneau… A cent’anni dalla nascita di Italo Calvino, l’inviato Bernardo Valli racconta in un libro la loro Parigi.
«Italo mi dava appuntamento al Flore…» racconta Bernardo Valli. Parigi, anni Settanta. Quelli in cui Calvino vive nella capitale francese con sua moglie Chichita e la figlia Giovanna. Anche Bernardo Valli è lì, corrispondente e inviato prima per il “Corriere della Sera”, poi per “La Repubblica” e nell’80, quando lo scrittore va a vivere definitivamente a Roma, passa a “La Stampa”. Si incontrano per la prima volta nel ’75 nell’ufficio del “Corriere” nel quartiere degli Champs Elysées, dove lo scrittore è andato a portare un suo articolo. Il giornalista lo aiuta a correggere gli errori nella bozza del telescriventista. Sarà l’inizio di un’amicizia che andrà oltre le rispettive professioni e della quale Bernardo Valli aveva scelto di non parlare. Lo fa adesso, per la prima volta, alla sua maniera. Quella di chi non ha mai voluto scrivere qualcosa di diverso da un articolo di giornale. Questo libro ne raccoglie sei su Italo Calvino, più alcune note biografiche e frammenti di ricordi sotto forma di una lunga introduzione.
Maylis de KERANGAL, Fuga a Est (Tangente vers l’est), Feltrinelli.
Sulla Transiberiana, Alëša ed Hélène, due sconosciuti, sognano la fuga. Lui, russo, vuole fuggire da quel treno e dal suo destino di coscritto che lo porta in una Siberia da incubo, un incubo fra bruti che hanno già cominciato a vessarlo. Per lei, francese, che scappa da Anton, l’amante seguito fino a Krasnojarsk, il treno diretto verso un altrove sconosciuto è speranza di liberazione. Un incontro, regalato dal caso, che creerà complicità nel comune rifiuto del presente, malgrado l’unica comunicazione tra i due sia fatta di gesti e di sguardi. Figure di questo huis-clos sono i viaggiatori diretti verso Oriente, famiglie chiassose, soldati dai corpi maleodoranti ma anche due donne in servizio sul treno – spie o angeli custodi? E fuori i paesaggi sterminati attraversati dal treno in un tempo infinito. Tutto questo in un romanzo breve e intenso, ritmato dall’inconfondibile stile di Maylis de Kerangal.
“Il testo è breve, splendido, ammaliante. In cento pagine, Maylis de Kerangal dice tutto: la disumanità di un sistema, l’abisso davanti all’ignoto, il richiamo dell’altrove, la solidarietà umana.” Marianne Payot, L’Express
Maylis De Kerangal, scrittrice francese considerata una tra le più importanti autrici contemporaneee, è figlia di un capitano di lungo corso e ha trascorso la sua infanzia a Le Havre. Studentessa al Liceo «Jeanne-d’Arc» a Rouen, si trasferisce a Parigi dove si laurea in Storia e filosofia e in Scienze sociali. Per i suoi lavori ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui: il “Premio Murat” (2009), “Il Prix Médicis” (2010), “Prix Landerneau” (2012), “Prix France Culture/Télérama” (2014), “Premio Gregor von Rezzori” (2014), “Premio Prix RTL” (2014), “Grand Prix de littérature Henri Gal de l’Académie Française” (2014), “Premio letterario MercK-Serono” (2015), “Premio Letterario Giovanni Boccaccio per la Letteratura internazionale” (2016). Dal 2004 al 2008 ha collaborato con le Edizioni Baron specializzate in letteratura per l’infanzia e in seguito realizzato i testi per due libri per ragazzi Nina e les oreillers (2011) e Horse-pistes (2014).
«I miei romanzi trattano di ambiti diversi e sono per me occasioni di imparare linguaggi nuovi, tecnici, settoriali. Attraverso ciò che mi è sconosciuto cerco qualcosa che mi riguarda.» (Maylis de Kerangal)
David DIOP, La porta del non ritorno (La porte du voyage sans retour), Neri Pozza Editore.
Grazie a suo padre, Aglaé ha imparato fin da bambina l’arte di stare china su un fiore per giorni interi, a spiare i misteri della sua vita effimera, anche se forse – ora che è morto può finalmente dirselo – da lui avrebbe voluto l’amore, il sostegno di un genitore. Ma Michel Adanson, studioso di botanica, si sentiva chiamato a una missione piú grande: lavorare a un’Enciclopedia che, sbrogliando i fili nascosti nell’enorme matassa del mondo, catalogasse tutti gli esseri viventi del globo. A quel sogno, che piú di ogni altro incarnava appieno l’Età dei Lumi in cui stava vivendo, Adanson aveva sacrificato ogni cosa, anche il possibile conforto degli affetti; giunto poi davanti al termine di un’esistenza in cui la gloria gli era sfuggita fino all’ultimo come una cerbiatta davanti a un predatore, aveva sentito il bisogno di lasciare in eredità a sua figlia almeno il racconto sincero di una vita, ormai al riparo da un qualsivoglia giudizio terreno. Tutto comincia nel 1750, quando l’allora ventitreenne naturalista sbarca in Senegal, splendido eden dalle foreste d’ebano e dalle infinite coste luminose, in cerca di piante, fiori e alberi che nessuno scienziato europeo ha mai descritto. Vi trova invece esseri umani, belli e misteriosi, che la sua cultura gli ha insegnato a considerare inferiori, buoni solo per essere resi schiavi. Attratto dalle tradizioni come dalla lingua che ha deciso di imparare, Adanson ascolta le storie che i griot avvolti nelle loro vesti sgargianti cantano e si tramandano, e apprende cosí di Maram, la Rediviva, rapita per essere venduta, miracolosamente fuggita ai suoi aguzzini e ora nascosta ai confini della terra senegalese. Trovare Maram, dietro mille piste e altrettante leggende, diventa la nuova ossessione di Adanson, lo scopo segreto del suo viaggio, lei che simboleggia il cuore dell’Africa depredata di cui correggere il tragico destino.
Dopo Fratelli d’anima, vincitore del Goncourt des lycéens, dell’International Booker Prize e del Premio Strega Europeo, David Diop torna con un romanzo elegiaco e struggente sul rimpianto di un amore che si fa metafora di una storia alternativa, colta nel momento di un possibile incontro più felice tra l’Africa e un’Europa veramente fedele agli ideali dell’Illuminismo.
«Diop collega la passione per le piante e l’amore con le ferite della storia e ci porta ai confini della ragione umana». LIRE
«Una lingua ammaliante che incanta con la bellezza delle sue metafore e allegorie». L’Obs
«L’iniziazione di un giovane che conosce una sofferenza estrema, da cui però farà ritorno, come un Orfeo bianco sulla soglia di un inferno riservato all’uomo nero». Télérama
«Romanzo magnifico sulla passione che può distruggere o redimere». Les Inrockuptibles
David Diop è nato a Parigi da madre francese e padre senegalese, ma è cresciuto in Senegal. Insegna letteratura del Diciottesimo secolo all’università di Pau. Il suo precedente romanzo Fratelli d’anima (Neri Pozza 2019), tradotto in tutto il mondo, si è aggiudicato il Prix Goncourt des lycéens, il Prix Kourouma, il Premio Strega Europeo, il Los Angeles Times Book Prize for Fiction e, primo francofono, l’International Booker Prize.
Robert DARNTON, Editori e pirati, Adelphi.
Lo storico statunitense Robert Darnton, ritenuto uno dei maggiori conoscitori della storia della Francia del XVIII secolo, ci porta nell’Età dei Lumi, alle origini della pirateria cartacea. Per farci innamorare di nuovo dei libri.
Non c’è dubbio: è all’immenso potere dei libri che si deve la diffusione dell’Illuminismo. Ma come si spiega la loro forza dirompente in un’epoca in cui non esisteva la libertà di stampa? Nella Francia dell’Ancien Régime ogni pubblicazione dipendeva infatti da un tortuoso iter, senza il quale era impossibile ottenere il privilège concesso dal re. Per di più la Corporazione parigina dei librai e stampatori, grazie a una complessa rete di relazioni tipica di un’oligarchia endogama, dominava in tutto il regno, paralizzando di fatto le imprese di provincia. Lo scenario che Darnton dischiude in questo libro, frutto di lunghe, tenaci ricerche d’archivio, è perturbante: quasi tutte le opere che hanno trasmesso il pensiero dei philosophes furono stampate in quella «Mezzaluna Fertile» che da Amsterdam e Bruxelles giungeva sino ad Avignone (allora territorio papale) passando per la Renania e la Svizzera, e distribuite in maniera clandestina – erano insomma frutto di pirateria. Tempestivamente informati sulle novità da spregiudicati agenti che operavano a Parigi, animati da una sete di profitto pari solo alla loro audacia, braccati dal tempo, assediati da non meno animosi concorrenti, i pirati dell’editoria potrebbero apparire come i perfetti rappresentanti di un capitalismo predatorio. Eppure, ci rivela Darnton, assolvevano un compito rivoluzionario: produrre a buon mercato libri per un pubblico nuovo, composto dai ceti intermedi. Agendo al di fuori della legge, assecondavano dunque, paradossalmente, la battaglia dei livres philosophiques, che quella legge, fondamento dei privilegi dell’Ancien Régime, sfidavano in maniera aperta.
Gilles MARCHAND, Il soldato perduto (Le soldat désaccordé), Neri Pozza Editore.
1925, Parigi. Quando l’uomo entra nel ristorante, il maître col monocolo fissa con sospetto la sua camicia mal stirata, la giacca con le toppe ai gomiti da cui spunta una mano sola, le scarpe lucidate ma col fango sotto la suola. Chi ha combattuto si porta la guerra addosso, sotto la pelle, per sempre. Ed è stata una guerra feroce, tremendissima, quella che a lui ha strappato una mano, alle famiglie ha strappato padri, fratelli, figli. C’è una donna che lo attende seduta al tavolo con una questione urgente da sottoporgli: suo figlio non è mai tornato dal fronte e, sebbene siano trascorsi nove anni dalla battaglia di Verdun, Madame Joplain è graniticamente certa che Émile sia ancora vivo. L’uomo riconosce il lampo di folle speranza negli occhi di chi ha perso qualcuno ma non ha una tomba su cui piangere; ha cercato le tracce di tanti soldati spazzati dal conflitto, anche se finora non ne ha mai trovato uno in vita: che la triste signora non si faccia illusioni di sorta. Sono passati oltre dieci anni da quando lui stesso ha dovuto lasciare il combattimento attivo per colpa di quella mutilazione e da allora non ha mai smesso di occuparsi delle tragedie che la guerra ha lasciato dietro di sé, cercando un modo per fare ammenda, per perdonare a sé stesso di essere ancora tra i vivi. Per questo accetterà l’incarico, si metterà in cerca di Émile su campi di battaglia ormai freddi, fra ex soldati e testimoni che cercano solo di dimenticare; avvierà un’indagine disperata che si tramuterà in annosa ossessione e porterà alla luce mille storie di dolore e sangue ma anche di amore e speranza. Tra queste, una spicca per intensità e poesia, la storia della Figlia della Luna, quella donna bellissima che attraversava, notte dopo notte, la terra di nessuno tra i due schieramenti in cerca dell’amato perduto, indenne dal fuoco perché invisibile al nemico, come una creatura soprannaturale. E quando sulla Francia, sull’Europa intera, cominciano a soffiare nuovi venti di guerra con il loro carico di orrore e caos, è a quella storia dolce che il protagonista si aggrappa, unica luce in un mondo che affonda nelle tenebre.
«Attraverso la vicenda di un soldato perduto nella Grande Guerra, Gilles Marchand ci fa scoprire una storia d’amore magnifica e folle». Le Soir
«Marchand vola alto, in perfetto equilibrio fra le atrocità della guerra e il romanzo onirico». Ouest France
«Un romanzo talmente ricco che parlarne non può rendergli giustizia. Niente può esprimere il prodigio di questo libro meglio del libro stesso». ActuaLitté
Gilles Marchand è nato a Bordeaux nel 1976. Dopo essere stato batterista in un gruppo rock, dal 2010 si è dedicato esclusivamente alla scrittura. Il soldato perduto è il suo quarto romanzo e nel 2023 è stato selezionato per il Prix des Libraires, il Prix littéraire Rosine Perrier, il Prix Libr’à Nous ed è finalista al Prix Libraires en Seine.
Philippe CLAUDEL, Dopo la guerra (Fantaisie allemande), Ponte alle Grazie.
Cosa lega, in questo romanzo-mosaico, le vite dei protagonisti? Un nome, una fotografia, un ricordo spalancato su una fossa comune, un pittore che non vuole più dipingere? La risposta potrebbe essere, per usare le parole di Claudel, «La guerra, che è la più volgare incarnazione del caso». Siamo in Germania, guardiamo le cose dalla parte degli sconfitti, la guerra è finita e rimangono le macerie, nei profili delle città distrutte e nelle storie dei sopravvissuti. Mentre riecheggiano i temi della memoria, della colpa e della storia, lo scrittore si fa strumento, egli stesso più o meno consapevole, di un dispiegamento di destini, e chiama noi lettori a parteciparvi, per diventare scrittori noi stessi. E noi lo facciamo sapendo di approfittare di una scrittura magistrale, di un dominio assoluto dei registri narrativi, di una capacità di calarsi nei personaggi e poi, con un improvviso colpo di reni, di guardarli da fuori: un invito a leggere in questa chiave «le nostre vite, che a noi pare di conoscere ma che padroneggiamo malissimo e che possono, secondo l’angolazione della luce con cui le illuminiamo, prendere molteplici riflessi».
«La storia, la guerra, la perdita. Un romanzo potente in cui Claudel dirige i personaggi con estrema maestria.» – Le Figaro
«In Claudel è subito riconoscibile l’umanità, una forma di generosità e di modesta, di attenzione verso l’altro che trasparem nei suoi libri». – Paolo Cognetti
«Claudel rende sempre universali i contenuti mantenendo elevata la forma. Con i suoi romanzi riesce a interrogare le coscienze». – Gabriele Romagnoli, la Repubblica
Philippe Claudel è nato nel 1962 in Lorena. Scrittore noto in tutto il mondo e membro dell’Académie Goncourt, ha raggiunto il successo internazionale con il romanzo Le anime grigie, tradotto in trenta Paesi e vincitore del premio Renaudot. Nel 2008 ha esordito come regista con il film Ti amerò sempre, seguito nel 2011 da Non ci posso credere, con Neri Marcorè e Stefano Accorsi.
Colin JONES, La caduta di Robespierre. Ventiquattr’ore nella Parigi della Rivoluzione, Neri Pozza Editore.
Tutta la Rivoluzione francese, a Parigi, in un fatale giorno: il 27 luglio 1794, che il nuovo calendario segna come 9 termidoro dell’anno II. Un colpo di mano parlamentare mette fine al regime di terrore instaurato da Maximilien Robespierre e archivia la fase piú radicale della Rivoluzione francese. Quell’episodio è stato ricostruito, scandagliato e commentato infinite volte, ed è sempre stato riproposto, per oltre duecento anni, come il momento in cui il processo rivoluzionario subí una radicale involuzione. In questo libro, restringendo l’ambito di osservazione solo a quello specifico giorno, Colin Jones, tra i massimi studiosi mondiali della Rivoluzione francese, giunge a una conclusione diversa: nega che i nemici di Robespierre si proponessero di fermare la rivoluzione e pone l’accento, soprattutto, sul ruolo decisivo svolto dal popolo parigino. Jones offre una lettura discorde rispetto a quella cui siamo stati abituati e risulta convincente grazie alla scelta di illustrare in presa diretta la giornata del termidoro senza farsi condizionare dai giudizi che ne sarebbero in seguito scaturiti e che ne avrebbero inevitabilmente alterato il significato. Il suo metodo di lavoro è semplice e al tempo stesso raffinato: l’evento viene presentato lungo coordinate temporali (ventiquattro ore appena) e topografiche (la città di Parigi nelle sue varie zone) grazie al sapiente uso di una ricchissima documentazione d’archivio prodotta proprio quello stesso giorno sotto la spinta degli avvenimenti. Passando al microscopio quanto accadde in città, sostando su una miriade di piccole vicende, avvalendosi delle testimonianze di decine di sconosciuti protagonisti, Jones riesce a orchestrare un racconto di grande originalità, componendo un inatteso quadro d’insieme della Parigi rivoluzionaria. L’analisi in tempo reale degli sviluppi politici porta cosí ad accantonare ogni facile conclusione per restituire i tanti protagonisti di quella giornata alle loro fragilità di fronte all’imprevedibilità dello sviluppo degli avvenimenti. Ne emerge un affresco della vita politica rivoluzionaria di grande originalità, perché ciascuno è ritratto nel momento, terribile, delle singole scelte senza essere irrimediabilmente consegnato al ruolo che la conoscenza dell’accaduto avrebbe poi finito per assegnare loro. Un grande racconto corale, molto originale, con l’efficacia di una narrazione piacevole e appassionata. Potremo definirlo: un libro «rivoluzionario».
Colin Jones è tra i massimi studiosi britannici di storia francese. Professore alla Queen Mary University of London, è autore di una mirabile Biografia di Parigi e di numerosi studi sulla Rivoluzione francese che hanno indirizzato la ricerca a livello internazionale su quel fondamentale periodo storico.
André GIDE, Teseo (Thésée), Mattioli 1885.
Torna in una nuova traduzione il saggio di André Gide dedicato all’eroe della mitologia classica. In cui lo scrittore premio Nobel finisce per svelare sia la sua anima che il suo istinto da editore.
Ormai anziano, il saggio Teseo racconta in prima persona le sue avventure: gli amori, il duello con il Minotauro, la fondazione di Atene (“Ho compiuto la mia opera per il bene dell’umanità futura. Io ho vissuto”). Attraverso le parole di Teseo, è André Gide stesso che riflette sul senso dei grandi interrogativi dell’esistenza. Teseo è stato audace e avventuroso per il bene degli uomini. È sfuggito alle trappole del labirinto. Ha fondato Atene, capitale dell’esprit. Ha accolto Edipo. Ormai vecchio, con calma e saggezza, Teseo ci narra le sue imprese; e, tramite le sue parole, è lo stesso André Gide a riflettere sul senso dell’esistenza. Pubblicato per la prima volta in Italia solo nel 1993, questo saggio viene qui riproposto in una nuova edizione, che, come nel 1993, contiene la prefazione di un importante storico delle religioni, Cristiano Grottanelli (scomparso nel 2010), profondo conoscitore del mondo antico e dei suoi miti, di cui frequentemente la letteratura contemporanea si è avvalsa per raccontare con più efficacia la storia dell’uomo moderno.
LIVRES POUR LES LECTEURS LES PLUS PETITS
Dominique de Saint Mars, Lilli e Max decidono di mangiare sano (Max et Lili décident de mieux manger), illustrazioni di Serge BLOCH, Calligram. Età di lettura: da 6 anni.
La storia – È buono, ma fa male alla salute… quindi cosa è meglio mangiare? Lilli, Max e i loro amici ne discutono nello scantinato della scuola, e Max mostra loro quello che ha scoperto: un orto segreto in piena città.
Il tema – Questo libro di Lilli e Max parla di nutrizione: è possibile essere più tranquilli, più forti, più intelligenti se si mangia sano? Se si scelgono prodotti freschi, senza troppi zuccheri e grassi, se si evita il cibo spazzatura?
La riflessione – Una storia per riflettere sul perché si mangia troppo o male… sul perché bisogna imparare a cucinare, fare attenzione se si ingrassa o se si è troppo stanchi, ma senza ossessionarsi né privarsi di tutto: lo stress non fa bene allo stomaco… né al buonumore!
Dominique de Saint Mars, Lilli vuole difendere la natura (Lili veut protéger la nature), illustrazioni di Serge BLOCH, Calligram. Età di lettura: da 6 anni.
La storia – Lilli prende coscienza dei problemi legati all’inquinamento e ha l’impressione che nessuno faccia nulla. Perciò fonda il club “I Verdi della Terra”, ma vuole cambiare tutto troppo in fretta e c’è chi s’infastidisce!
Il tema – Questo libro di Lilli e Max vuole sensibilizzare al rispetto della natura e ai temi dell’ecologia.
La riflessione – Una storia per capire che il nostro modo di vivere consumistico non fa bene all’ambiente. Per preservare le risorse del nostro pianeta, fin da piccoli possiamo evitare gli sprechi, ridurre i rifiuti e inquinare meno. E conoscere la natura permette di agire… prima e meglio!
Dominique de Saint Mars, Lilli e Max non vogliono fare i compiti (Max et Lili ne font pas leurs devoirs), Calligram. Età di lettura: da 6 anni.
Una storia per capire che i compiti sono utili: si ripassa ciò che si è imparato in classe e ci si esercita senza la paura di sbagliare.
Lilli e Max cercano di sfuggire ai compiti. Ogni scusa è buona! E così perdono un sacco di tempo… e poi si lamentano di non averne più abbastanza per giocare! Questo libro di Lilli e Max parla dei compiti e delle lezioni da studiare che spesso sono uno stress per i bambini e anche per i loro genitori, soprattutto dopo una lunga giornata a scuola e al lavoro. Una storia per capire che i compiti sono utili: si ripassa ciò che si è imparato in classe e ci si esercita senza la paura di sbagliare. Se i genitori e gli insegnanti collaborano, quello dei compiti a casa può addirittura diventare un momento piacevole e di condivisione.
L’autrice Dominique de Saint Mars: dopo la laurea in Sociologia, è stata per anni giornalista di Astrapi, rivista quindicinale per ragazzi dai 7 agli 11 anni. I suoi testi danno la parola ai più piccoli e sanno interpretare i loro sentimenti. Per sapere cosa pensano, ha intervistato almeno 100.000 bambini… I suoi figli e i suoi nipoti sono per lei la prima fonte di ispirazione. Impegnata nella lotta contro la violenza fisica e psicologica sui bambini, collabora con numerose associazioni. Per la notevole capacità di mettere in scena il rapporto tra genitori e figli nei suoi fumetti, ha ricevuto il premio della Fondation pour l’Enfance.
EXPOSITIONS
Célébration Picasso 1973-2023: 50 expositions et évènements pour célébrer Picasso.
2023 marque le 50e anniversaire de la disparition de l’artiste et place cette année sous le signe de la célébration de son œuvre à l’échelle nationale et internationale. La Célébration Picasso 1973-2023 est initiée par le Musée national Picasso-Paris, principal
prêteur de l’évènement et coordinateur, et Bernard Picasso, petit-fils de l’artiste, président de la FABA et du musée Picasso de Malaga. Elle s’articule autour d’une cinquantaine d’expositions et de manifestations qui se tiendront dans des institutions culturelles de renom, en Europe et en Amérique du Nord. Ces événements permettront de dresser un état des études et de la compréhension de l’œuvre de Picasso. La commémoration sera rythmée par des temps de célébrations officiels en France et en Espagne et se terminera par un grand symposium international à l’automne 2023, au moment de l’ouverture du Centre d’Études Picasso à Paris.
La Guggenheim di Venezia ricorda Picasso con sei opere. Mostra a tema in occasione dei 50 anni della morte dell’artista. Venezia. Collezione Peggy Guggenheim. Palazzo Venier dei Leoni.
In occasione dell’anniversario della morte di Pablo Picasso (1881-1973), scomparso l’8 aprile di cinquant’anni fa, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia espone nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni tutte le opere realizzate dall’artista spagnolo, acquistate dalla mecenate americana tra gli anni ’30 e ’50 del XX secolo. Le sei opere oggi presenti nella collezione di Peggy Guggenheim raccontano un momento centrale nella biografia di Picasso. Si parte dal 1911, con il capolavoro Il poeta, manifesto dell’allora nascente arte cubista, e si conclude nel 1939, all’alba della Seconda Guerra Mondiale, quando l’artista si trovava a Parigi occupata dalle milizie naziste, con l’opera Busto di uomo in maglia a righe, e riflettono l’evoluzione del linguaggio visivo dell’artista.
Picasso e l’antico. Napoli. MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fino al 27 agosto 2023.
La mostra “Picasso e l’antico”, s’inserisce nel progetto internazionale Picasso Celebration 1973 – 2023: 50 mostre ed eventi per celebrare Picasso nel cinquantenario della morte dell’artista e ne racconta il dialogo con l’antico. L’esposizione è allestita nelle sale della collezione Farnese e si divide in due parti: la prima è relativa ai soggiorni a Napoli dell’artista, che in tale occasione ebbe modo di visitare il Museo Nazionale, all’epoca non ancora prettamente « archeologico »; la seconda relativa al confronto tra le opere del museo e i lavori di Picasso. L’eco profonda del viaggio in Italia del 1917 sulla produzione artistica di Picasso è stato riconosciuto da tempo e rappresenta ormai un punto fermo in letteratura. Proprio all’impatto delle opere d’arte viste a Roma, Napoli e Firenze si attribuisce un decisivo rafforzamento della tendenza di Picasso verso il naturalismo del cosiddetto “secondo periodo classico”. All’interno di quel viaggio, il soggiorno a Napoli, con la visita sia a Pompei, sia al Museo, ha a sua volta una rilevanza particolare: il naturalismo di questa fase picassiana assume forme esplicitamente classicizzanti, ben riconoscibili nella maggioranza dei dipinti e dei disegni non cubisti degli anni dal 1917 al 1925 e nell’opera grafica degli anni ‘30. In mostra l’eccezionale prestito del British Museum di Londra di 37 delle 100 tavole che compongono la Suite Vollard. Queste incisioni, realizzate tra il 1930 e il 1937, si configurano come un fulcro interpretativo nell’opera dell’artista. A queste si aggiungono i rilevanti prestiti del Museo Picasso di Parigi e di Gagosian New York, per un insieme di 43 opere, messe a confronto principalmente con le sculture Farnese e i dipinti da Pompei, importanti chiavi di lettura del percorso artistico picassiano. In particolare, il gigantismo e la monumentalità delle sculture Farnese avrebbero avuto un effetto particolarmente significativo sullo sviluppo artistico di Picasso, portando l’artista a conferire un aspetto tridimensionale alle sue opere pittoriche e scultoree, segnate prima della sua visita all’allora Museo Nazionale di Napoli dalla bidimensionalità dell’approccio cubista.
Picasso. Le origini del mito. Sarzana. Fortezza Firmafede. Fino al 16 luglio 2023.
L’esposizione, che si è aperta proprio l’8 aprile, a cinquant’anni dalla morte del Maestro, si unisce alle commemorazioni delle più importanti istituzioni e musei di Europa e degli Stati Uniti, ed è uno dei pochi progetti culturali organizzati in Italia. “La famiglia di Picasso era ligure ed è quindi una mostra che acquista anche per questo un significato ancora più profondo, si tratta di un ritorno alle origini – spiega la curatrice della mostra Lola Durán Úcar – Se c’è qualcosa che possa arrivare a spiegare la complessa personalità di Picasso è la sua passione, la sua curiosità, il suo immenso affanno di conoscere e sperimentare. Picasso utilizza un marcato e inconfondibile linguaggio pittorico, pieno di genialità, che ha rivoluzionato il ventesimo secolo, e lo ha fatto diventare un mito”.
La mostra, alla Fortezza Firmafede di Sarzana in Liguria, è un racconto completo del percorso artistico di Picasso. In esposizione anche 18 fotografie alcune realizzate da Juan Gyenes, provenienti dall’Archivio Gyenes e altre da Robert Capa oltre a litografie, acquetinte, acqueforti, puntesecche, ceramiche e il famoso dipinto Tête de femme del 1957. L’opera grafica ripercorre l’intero percorso artistico del maestro, dalle prime opere, realizzate a Parigi, intorno ai primi del Novecento, quando cercava di farsi strada come artista fino a quelle realizzate al termine della sua vita, quando si ritirò nella villa La Californie in Costa Azzurra e ritrasse la giovane moglie Jacqueline Roque e al contempo indagò il tema della terra e del fuoco, creando alcuni bellissimi pezzi di ceramica, molti dei quali qui esposti.
Picasso et la Préhistoire. Paris. Musée de l’Homme. Jusqu’au 12 juin 2023.
Peintures, sculptures, dessins, céramiques et galets gravés… Découvrez l’influence de la Préhistoire dans l’œuvre de Picasso! Peintre, sculpteur, dessinateur, graveur, Pablo Picasso a enfilé de nombreuses casquettes et a signé des œuvres d’une grande renommée, comme Les demoiselles d’Avignon (1907) ou encore Guernica (1937). Mais saviez-vous qu’il était fasciné par la Préhistoire? L’exposition propose une quarantaine de peintures, sculptures, dessins, céramiques et galets gravés de Pablo Picasso qui sont présentés en dialogue avec des œuvres préhistoriques et des objets de ses ateliers, explorant la relation de Picasso à ce passé lointain. Admirez les sculptures, les gravures, les tableaux, les dessins, la façon dont Picasso prolonge les gestes du passé et transforme des objets naturels. Ce sont autant de résonances avec les créations des premiers artistes qui s’offrent à votre regard.
Tra tutte le mostre in programma per la ricorrenza ricordiamo:
Picasso – El Greco. Madrid. Museo del Prado. Fino al 17 settembre 2023.
Una mostra in cui le opere del pittore andaluso si alternano a dipinti di El Greco, uno degli artisti che più lo influenzarono.
Picasso: materia y cuerpo. Malaga. Museo Picasso. Fino al 10 settembre 2023.
La città che lo ha visto nascere ha predisposto mostre, attività ed esperienze di ogni tipo per avvicinarsi alla sua figura. E non potrebbe essere altrimenti. Malaga celebre il suo figlio più universale.
FuturLiberty. Milano. Museo del Novecento e Palazzo Morando. Fino al 3 settembre 2023.
A Milano una mostra in due sedi ricostruisce gli scambi tra gli italiani di inizio Novecento e lo stile che si afferma tra Londra e Parigi.
Perché Liberty? L’Art Nouveau in Francia e Modern Style in Inghilterra da noi diventa “Stile Liberty”, cioè l’ondata di fine ‘800 a ispirazione floreale e vegetale, linee fluide e sinuose che invadono arti e architettura.
Van Gogh Experience. Torino. Palazzina di caccia di Stupinigi. Fino al 25 giugno 2023.
Una mostra multimediale che abbraccia il visitatore in una nuova esperienza multisensoriale.
Arriva a Torino la produzione internazionale targata Next Exhibition che ha emozionato il mondo, la mostra che unisce il piacere della scoperta della vita di Van Gogh all’immersione totale nel cuore pulsante della sua arte. Un viaggio entusiasmante per la sua moderna forma d’espressione tecnologica e per la sorprendente originalità, capace di attirare e coinvolgere un pubblico eterogeneo, da appassionati d’arte a giovani studenti. La Citroniera di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dopo aver ospitato esposizioni più classiche come Frida Kahlo e Marilyn Monroe, si illumina di colori nuovi, ritratti e scenari toccanti e soprattutto si tinge di sensazioni uniche. Van Gogh Experience interagisce con l’osservatore, lo prende per mano e lo invita ad entrare dentro al quadro. Ogni superficie della location diventerà arte: le pareti, così come il pavimento, si coloreranno delle tinte più amate da Van Gogh, dal blu profondo della notte stellata al giallo vivo dei girasoli. Sarà impossibile non carpire a pieno il senso dei pensieri di Van Gogh e i suoi stati d’animo perché le sue opere prenderanno vita in vividi dettagli in un percorso video, ripetuto, in cui sarà possibile gustare l’arte da diversi punti di vista, in piedi o sdraiati a terra, diventando parte integrante del quadro. L’osservatore diventa infatti protagonista dell’opera, ampliando i propri sensi verso onde di immagini e suoni, intensi e belli. E la mostra coinvolgerà non solo la vista, ma anche l’udito, con una colonna sonora che accompagnerà il visitatore nel suo percorso, esaltando ancora di più l’emotività del viaggio. Oltre al videomapping, una sezione di virtual reality consentirà al visitatore, indossato l’oculus di ultima generazione, di vedere con gli occhi di Van Gogh, intento ad osservare il mondo e a trarre ispirazione dai paesaggi a lui più famigliari per le sue opere. Presente anche la ricostruzione della camera di Van Gogh in tutti i suoi dettagli, dove poter scattare una divertente foto ricordo.
CINÉMA
Le petit Piaf. Un film di Gérard Jugnot. Con Marc Lavoine, Soan Arhimann, Gérard Jugnot, Stefi Celma. Commedia musicale. Uscita 4 maggio 2023.
Nelson ha 11 anni e un grande sogno: diventare un cantante. Con l’aiuto di Mia, un’amica di cui è un po’ innamorato e che si è improvvisata sua agente e stilista, Nelson ha registrato un videoclip artigianale da spedire al talent show Star Kids e annuncia di essere stato selezionato. Mia e il suo fratellino Zidane detto Zizou ne sono entusiasti perché sperano che, una volta diventato ricco e famoso, Nelson li aiuterà. Per assicurarsi che Nelson vinca il talent show gli procurano un coach: il cantante sessantenne Pierre Leroy, interprete di un solo grande successo molti anni prima, venuto ad esibirsi al resort. Ma Leroy è depresso e demotivato e non ci pensa proprio ad allenare quel bambino sconosciuto. La storia è gradevole ma piuttosto convenzionale, e la piacevolezza degli ambienti e dei giovanissimi interpreti non compensa del tutto la prevedibilità della trama e l’artificiosità di dialoghi e scene. L’aspetto innovativo è nel non costruire la solita parabola di ascesa di uno sconosciuto di talento nel mondo della musica, per creare una realtà parallela in cui quel talento viene valorizzato a livello locale e circondato da affetti reali. I bambini accoglieranno volentieri questa favola contemporanea.
L’amore secondo Dalva (Dalva). Un film di Emmanuelle Nicot. Con Zelda Samson, Alexis Manenti, Fanta Guirassi, Marie Denarnaud. Uscita 11 maggio 2023.
Dalva, quando viene prelevata dai Servizi sociali e portata contro la sua volontà in un centro per minori, ha 12 anni, vive da sola con il padre, che lei chiama Jacques, ha sempre studiato in casa senza avere contatti con i suoi coetanei, e si veste e si trucca come una donna adulta. A poco a poco diventa evidente che l’ingiustizia è quella perpetrata contro di lei dal padre che, dopo la separazione dalla moglie, ha fatto di Dalva la sua compagna. Saranno l’amicizia con Samia, e l’aiuto dell’assistente sociale Jayden a donarle una nuova prospettiva sulla realtà e ad insegnarle come possa essere la vita a 12 anni. La regista e sceneggiatrice belga Emmanuelle Nicot, al suo esordio nel lungometraggio, sceglie di raccontare una storia di incesto allineandosi totalmente al punto di vista della giovane vittima, tanto che nella parte iniziale del racconto viviamo anche noi ciò che le succede come una sgradita ingerenza e un abuso. Nicot riesce a raccontare una vicenda potenzialmente scabrosa senza alcun compiacimento o voyeurismo, e contemporaneamente senza alcuna pruderie o imposizione di giudizio. La giovanissima protagonista, l’esordiente Zelda Samson, porta sulle sue spalle tutta la narrazione, in un percorso dal buio alla luce.
Peter von Kant. Un film di François Ozon. Con Isabelle Adjani, Denis Ménochet, Hanna Schygulla, Stefan Crepon. Uscita 18 maggio 2023.
Una libera trasposizione del film Le lacrime amare di Petra von Kant: Ozon rilegge Fassbinder attraverso il suo cinema in un esercizio di stile appassionato ma di nicchia.
È insieme sincero e costruito il nuovo film di François Ozon, una cifra che ben si adatta alla filmografia di un regista eclettico e multiforme, da sempre abile nell’ingegnerizzare la poesia della materia cinematografica. Peter Von Kant rappresenta il suo omaggio ultra-dichiarato al film originale e alla figura tutta di Fassbinder: da Petra a Peter, Ozon cambia il genere del protagonista e apre degli squarci nel tessuto di un cult del 1972, che i quattro atti teatrali e il singolo appartamento riempiva di melodramma lesbico. Rimane un divertissement ricco di spunti, primo tra tutti la performance di Ménochet che trova un ruolo in grado di mettere in discussione la sua intensa fisicità e trovare nuovi sfoghi al suo lato più vulnerabile. Mimo e mimetico, Ozon esprime amore attraverso la rilettura, in un atto di suprema auto-indulgenza che fa felici gli appassionati e lascia agli altri delle interessanti questioni aperte, ad esempio su quanto sia camp rivisitare il camp.
Toto le héros – Un eroe di fine millennio (Toto le héros). Un film di Jaco Van Dormael. Con Michel Bouquet, Thomas Godet, Michelle Perrier, Gisela Uhlen. Uscita 22 maggio 2023.
Al crepuscolo della stagione, Thomas è ancora persuaso che la sua vita non sia la sua. Alla sua nascita sarebbe stato scambiato col vicino di casa, l’odioso e ricchissimo Alfred Kant. Thomas, che ritiene l’usurpatore responsabile di tutte le sue disgrazie, soprattutto della morte tragica di sua sorella, progetta dal fondo del suo letto e dei suoi incubi di assassinarlo. Di vendicarsi di chi gli ha rubato la vita, la felicità, la ricchezza, l’amore della sua famiglia e della sua ragazza. Ricordi e fantasmi si mescolano nella sua testa in un singolare balletto che scorre la sua esistenza e ritrova l’agente segreto e invincibile della sua infanzia, l’eroe del titolo.
Rodeo (Rodéo). Un film di Lola Quivoron. Con Julie Ledru, Yannis Lafki, Antonia Buresi, Cody Schroeder. Uscita 1 giugno 2023.
Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un’altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina. A colpi di ‘funambulismo’, Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da ‘battere’. Lontano dal pavé battuto del cinema francese, l’opera prima di Quivoron infila il terreno accidentato delle due ruote, un microcosmo quasi inedito per il grande schermo, dove tutto è rito, velocità e pericolo. Lola Quivoron mostra il rovescio del décor approcciando le rive del realismo sociale e di mondi clandestini, dove il film perde un po’ della sua intensità. Il motore (ma Julia preferirebbe « il pistone ») di Rodeo resta la sua protagonista, amazzone in equilibrio sulla ‘linea’ tra spettacolo ed esercizio, fragilità e forza. Su due ruote rivendica il diritto di vivere e quello di rinascere. Il resto è rumore e furore.
Essere e avere (Être et avoir). Un film di Nicolas Philibert. Documentario. Uscita 12 giugno 2023.
Francia, Auvergne, dipartimento di Puy Le Dome. La zona è talmente isolata che sopravvive l’istituzione della « classe unica », dove si ritrovano bambini la cui età copre l’intero ciclo scolastico delle elementari. Un maestro prossimo alla pensione segue tutti i suoi alunni cercando di trasmettere, oltre a un po’ di sapere generale, anche qualche insegnamento etico e civico, dal rispetto reciproco all’inutilità della violenza. Nel frattempo la montagna segue, dall’inverno all’estate, i suoi ritmi. Essere e avere (il titolo deriva direttamente dai primi due verbi che si insegnano a scuola) rappresenta l’insolito caso di un documentario diventato un inaspettato blockbuster.
Houria. Un film di Mounia Meddour Gens. Con Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Salim Kissari, Marwan Zeghbib. Uscita 21 giugno 2023.
Una giovane donna appassionata di danza classica subisce un trauma, poi incontra altre donne che hanno vissuto situazioni simili alla sua. Insieme trovano un modo creativo per perseguire la loro passione.