ESPACE CULTURE

 

À LA UNE

Cannes 2023: en remportant la Palme d’or pour Anatomie d’une chute, Justine Triet devient la troisième réalisatrice dans l’histoire du Festival.

Les cinéastes françaises avaient été oubliées aux César… Elles ont été vengées au Festival de Cannes. Trois d’entre elles étaient en compétition pour la Palme d’or. Et, deux ans après Julia Ducournau avec Titane, c’est Justine Triet, 44 ans, qui a été sacrée en remportant la récompense suprême pour Anatomie d’une chute (en salles le 23 août). Ce drame brillant dissèque le procès d’une femme accusée du meurtre de son mari. «Ce prix, je le dédie à toutes les jeunes réalisatrices et à tous les jeunes réalisateurs, a-t-elle affirmé. On se doit de leur faire de la place, cette place que j’ai prise il y a quinze ans dans un monde un peu moins hostile, qui considérait encore possible de se tromper et de recommencer».

Justine Triet wins Cannes' Palme d'Or for 'Anatomy of a Fall'

 

Dès 2025, la Seine va s’ouvrir à la baignade.

Aux Jeux de Paris 2024, les athlètes inaugureront la baignade dans le fleuve avec l’organisation d’épreuves olympiques. Un renouveau qui ouvrira la voie aux loisirs aquatiques. C’est un rêve de longue date, et il est en très bonne voie pour enfin se réaliser. Se baigner dans la Seine en toute sécurité sera possible! Les équipes municipales sont à l’œuvre pour que toutes les structures soient mises en place et disponibles après les Jeux de Paris 2024.

En 1900, lors de la première édition des Jeux olympiques à Paris, les épreuves de natation se déroulaient dans la Seine, entre le pont d’Asnières et Courbevoie. Cent vingt-quatre ans plus tard, le fleuve parisien replonge dans l’olympisme, avec des compétitions de nage en eau libre, de paratriathlon et de triathlon au départ du pont Alexandre III. Mieux: dès l’été 2025, les Parisiens pourront plonger à leur tour dans le fleuve. Cinq sites de baignade sont déjà à l’étude dans la capitale: deux sur les bords du Parc Rives de Seine (Paris Centre), un sur le bras Marie (Paris Centre), un au port de Bercy (12e), et un sur l’Allée du Bord-de-l’Eau dans le bois de Boulogne (16e). Au total, une vingtaine de sites potentiels répartis sur 16 communes de la Métropole du Grand Paris, bordées soit par la Seine soit par la Marne, sont aujourd’hui identifiés. Les images d’Épinal en noir et blanc des Parisiens partant le week-end guincher en maillot de bain au bord de l’eau ne seront bientôt plus un lointain souvenir. Interdite en 1923, mais encore largement pratiquée, la baignade avait disparu dans les années 1960 en raison d’une dégradation de la qualité de l’eau.

La candidature de Paris aux Jeux 2024 a permis d’accélérer le projet de reconquête du fleuve. Cette olympiade a fait office de levier et de catalyseur pour investir dans une eau de qualité durable, améliorer la biodiversité et réduire les pollutions. Car au-delà de l’ouverture à la baignade, c’est tout l’écosystème du fleuve qui s’en trouvera bonifié.

Dès 2025, la Seine va s'ouvrir à la baignade - Ville de Paris

 

LIVRES

Nathalie RODARYIl nuovo mondo cerca nuovi leader. Trasformare se stessi, la propria impresa, la società. Leadership Humaniste (Nouveau monde cherche nouveaux dirigeants), prefazione di Pierre BELLON, traduzione di Alessandra VERONESE, Padova, Post Editori.

Nathalie Rodary, formatasi alla prestigiosa NEOMA Business School di Parigi, è fondatrice e ispiratrice del movimento e del percorso Leadership Humaniste.

La qualificata casa editrice Post Editori traduce dal francese (a cura di Alessandra Veronese già dirigente, ambasciatrice in Italia di Leadership Humaniste, fondatrice di New Pattern, società di human empowerment) e pubblica questo saggio come una sorte di nuove lenti per guardare l’inedito dell’età contemporanea e saperlo abitare con una diversa consapevolezza interiore, rispetto al passato.

“Ho incontrato Nathalie Rodary, fondatrice di Leadership Humaniste e autrice di questo libro – racconta la traduttrice del testo Alessandra Veronesi – durante i miei studi universitari a Parigi. Da allora una profonda amicizia ci unisce e i nostri percorsi di vita si sono incrociati per allinearsi oggi in una missione per molti aspetti comune: aiutare, in particolare chi ha ruoli di responsabilità – nelle imprese, nelle istituzioni, nelle organizzazioni non profit, ecc.- a sviluppare maggiore consapevolezza rispetto al proprio scopo in questo mondo e a concretizzare il proprio sogno con ambizione, coraggio e responsabilità, verso sé stessi e verso gli altri. (…) Ho tradotto questo libro, pur non essendo una traduttrice di professione (non me ne vogliano i professionisti del settore), perché la Leadership Humaniste è in perfetta sintonia con la mia missione e perché da sempre apprezzo il lavoro di Nathalie Rodary. Per le stesse ragioni ho accettato di far parte del board di direzione e di diventare Ambasciatrice in Italia di Leadership Humaniste, continuando così il percorso intrapreso, volto a rendere le persone, in particolare imprenditori e dirigenti, in grado di sviluppare il loro sogno, allineando mente, corpo, anima, per creare imprese e organizzazioni che possono contribuire alla nascita del Nuovo Mondo”.

Perché si parla di un nuovo mondo? Che cosa ci serve per affrontare la trasformazione in atto? Perché abbiamo bisogno di nuovi leader in ogni ambito della nostra società, economico, culturale, sociale, politico, religioso? Quali leader seguire o quali leader diventare? Chi sono i nuovi leader? Quali sono le caratteristiche di una leadership umanista? Perché imprenditori, dirigenti, manager dovrebbero essere i primi ad incarnarla? E gli altri? Qual è il ruolo delle imprese, grandi o piccole, nazionali o internazionali, nel nuovo mondo?

Sono domande a cui questo libro cerca di rispondere. E nel farlo analizza la perdita di orientamento e di direzione in cui l’uomo si trova a vivere in questi primi vent’anni del XXI secolo. Il sistema del “vecchio mondo” si è esaurito, non ha più senso di esistere. E il cambiamento iniziato è profondo. Esso non è tecnologico, ma umano. Si tratta di un salto di coscienza individuale e collettiva che può portarci in un’altra dimensione. Ma per poterlo fare servono leader di elevata statura, con una consapevolezza e una visione in grado di risvegliarci e di condurci verso il nuovo. Perché è dall’alto che provengono l’impulso e la direzione. Servono leader umanisti, consapevoli cioè che “il modo migliore per trasformare le nostre imprese, le nostre società e il nostro mondo è quello di trasformare prima noi stessi.” E per cambiare il mondo, “leader umanisti come Aung San Suu Kyi o Mandela, non possono più essere eccezioni (…) Sono chiamati a esserlo in maggioranza, uomini… e sicuramente donne.” Il testo di Rodary offre, dunque, ispirazione e concretezza, mettendo a disposizione le chiavi per “riportare l’uomo al centro” del nuovo mondo.

Nathalie Rodary presenta “Il nuovo mondo cerca nuovi leader”. Venerdì 14 aprile in Libreria ItalyPost - VeneziePost

 

Brigitte GIRAUD, Vivi veloce (Vivre vite), Guanda.

Un racconto intimo, commovente e pieno di vita.

È il 22 giugno 1999, un martedì, quando la morte del marito in un incidente sconvolge per sempre la vita dell’autrice. Un attimo prima c’era una casa appena acqui stata, la preoccupazione dei lavori di ristrutturazione, la musica e i libri, lei e Claude. Non immaginavano che vivere potesse essere pericoloso. Vent’anni dopo, Brigitte Giraud riavvolge il nastro dei ricordi per analizzare ogni istante, chiedersi ossessivamente come sarebbe andata se quell’esatta concatenazione di eventi inesplicabili non si fosse messa in moto. Vivisezionando l’angoscia con precisione chirurgica, ripercorre ogni minimo gesto, ogni fatto, ogni contrattempo che ha portato all’inevitabile, avendo sempre in testa quella domanda, come un mantra, una litania consolatoria, «e se…?». Il dolore si fa scrittura, la scrittura si fa dolore che da personale diventa universale, parlando a tutti noi che nell’intimità commovente e piena di vita di questo racconto riconosciamo le nostre paure e il nostro instancabile vivere veloce.

Un racconto intimo, commovente e pieno di vita.

Una magnifica interpretazione del significato del destino. – Le Figaro Littéraire

Un invito a ricordare, a trattenere il tempo prima che accada l’irreparabile. – Lire Magazine Littéraire

Un bel modo per rendere tangibile la realtà e inciderla per sempre sulla carta. – Libération

Brigitte Giraud (1960) è una scrittrice, traduttrice e giornalista francese. Con Vivre vite ha vinto il Premio Goncourt 2022.

Cosa sarebbe successo se...": Brigitte Giraud e il bisogno di trovare un senso al lutto - Guanda

 

Sylvain TESSON, In viaggio con Rimbaud. Da Parigi all’Africa sulle tracce di un genio (Un été avec Rimbaud), Rizzoli.

Leggere Rimbaud ci condanna a metterci in marcia. La vita del poeta delle Illuminazioni e di Una stagione all’inferno è scandita dal movimento. Rimbaud scappa dalle Ardenne, corre nella notte parigina, insegue l’amore in Belgio, passeggia per Londra e infine si butta anima e corpo sulle piste africane. Viaggia – a piedi – senza sosta, cambia punto di vista. L’uomo “dalle suole di vento”, come l’ha definito l’amico-amante Verlaine, ha un progetto: trasformare il mondo attraverso le parole. Le sue poesie sono proiettili che colpiscono ancora, a più di centocinquant’anni di distanza. La poesia è il movimento delle cose. Come la vita. Fermarsi significa morire: non l’abbiamo forse vissuta in prima persona la morte da paralisi inflittaci dal Covid-19 che ci ha costretti in casa, davanti a uno schermo, del cellulare, del computer, del televisore? Sylvain Tesson, viaggiatore instancabile, proprio durante la pandemia ha infilato nello zaino le poesie di Rimbaud e ha deciso di ripercorrere – a piedi – una delle prime “fughe” del poeta, quella che nell’ottobre 1870 lo portò da Charleville-Mézières, sua città natale, a Bruxelles via Charleroi. “I luoghi scolpiscono l’uomo” scrive Tesson, che in questo libro s’immerge nel paesaggio dell’infanzia rimbaudiana, punto di partenza di un autentico “raid sulla poesia”: “Due raccolte come un’esplosione, un silenzio assordante, una vita vissuta con la rapidità di un fulmine e la morte a trentasette anni con una gamba amputata e un nodo alla gola”. Perché camminare – stato supremo della poesia – è, con la letteratura, l’antidoto alla noia.

“La poesia di Rimbaud è una serie di fuochi d’artificio. Non se ne trarranno insegnamenti sulla vita, la morte, l’amore, nemmeno sull’arte. Arthur dipinge immagini. È violento, insuperabile. I versi squarciano la nebbia e rivelano spettacoli nuovi. Niente informazioni, niente spiegazioni.”

SylvainTesson (1972), scrittore, giornalista e grande viaggiatore, è autore del bestseller internazionale Nelle foreste siberiane (2012), vincitore del Premio Médicis 2011.

In viaggio con Rimbaud. Da Parigi all'Africa sulle tracce di un genio - Sylvain Tesson - Libro - Rizzoli - Saggi stranieri | IBS

 

Sibylle GRIMBERT, L’ultimo pinguino (Le dernier des siens), Solferino.

  1. Su incarico del Museo naturale di Lille, il giovane zoologo Gus parte per il nord Europa per studiarne la fauna. Assiste al massacro di una colonia di grandi pinguini e ne salva uno, portandolo con sé alle Orcadi: chiuso nella sua gabbia, il pinguino deperisce e sembra sul punto di lasciarsi morire. Ma qualcosa scatta, tra l’uomo e l’animale, qualcosa che piano piano trasforma il pinguino in Prosp. In Gus lo spirito del ricercatore arretra e la diffidenza del pinguino gradualmente si scioglie: l’uno dimentica i propri scopi scientifici e l’altro smette di vedere in lui il nemico che lo ha strappato al suo habitat naturale, trasportandolo su una terraferma cui è inadatto, dove si muove con ridicola goffaggine e dipende in tutto da un altro essere vivente.

Prosp diventa parte integrante della vita di Gus. Nasce tra loro un rapporto fatto di gesti, di intese, di routine, persino di sorrisi, se l’apertura del becco di un pinguino si può dire un sorriso. Ma, negli anni a seguire, Gus prende lentamente coscienza di essere l’unico testimone di un fatto a quel tempo inconcepibile, l’estinzione di una specie. Prosp è l’ultima «alca impenne», l’ultimo grande pinguino sulla superficie terrestre. Quando morirà, scompariranno tutti i grandi pinguini. Gus invece ha formato una famiglia, ha avuto dei figli, e la diversità tra i loro destini lo ossessiona, fino a cancellare tutto il resto: cosa vuol dire amare qualcuno la cui sorte è non esistere più?

Sibylle Grimbert trasferisce sulla pagina, con magistrale virtuosismo, una relazione che vive soprattutto nel non detto. Percepiamo le emozioni, gli sbalzi d’umore, l’intelligenza del mondo di un pinguino come se potesse esprimersi a parole. Prosp e Gus diventano così l’indimenticabile coppia protagonista di un emozionante romanzo d’avventura e di un viaggio della mente che ci porta a interrogarci sul futuro della nostra stessa specie.

Gus e Prosp approfittano dell’estinzione di una specie per crearne un’altra, tanto che non sappiamo più chi fra loro sia l’uomo o il pinguino. – Lbération

La specificità di Sibylle Grimbert è la costante indagine nell’imprevedibilità e nel mistero della vita. – L’Observateur

Sibylle Grimbert (Parigi, 1967) è scrittrice e editrice. L’ultimo pinguino è il suo primo libro pubblicato in Italia.

L'ultimo pinguino - Sibylle Grimbert - Libro - Solferino - | IBS

 

Pierre LEMAITRE, Il silenzio e la collera (Le silence et la colère), Mondadori.

Parigi, 1952. Dopo essersi trasferiti nella capitale francese da Beirut, dove vivono ancora i loro genitori, i fratelli Pelletier sono impegnati nelle sfide che devono affrontare nella loro città d’adozione. Quando Hélène, la più giovane dei tre, arriva a Chevrigny, un villaggio della profonda provincia francese, per un reportage commissionatole dal « Journal du Soir », si ritrova di fronte a uno spettacolo desolante. In nome del progresso e per far fronte alle nuove necessità del paese, Chevrigny verrà sommersa dall’acqua e cesserà di esistere per far posto a una grande diga e a una centrale idroelettrica. Hélène è la testimone dei drammi umani di coloro che vengono allontanati per sempre dalle loro case e proprio in questo contesto la sua vita prenderà una svolta inattesa. Intanto suo fratello François, giornalista d’assalto nel medesimo giornale parigino, deve scoprire chi è veramente Nine, la donna misteriosa di cui è perdutamente innamorato, mentre Jean, l’inetto fratello maggiore, vessato dalla perfida moglie Geneviève, fa i conti con le sue pulsioni violente e cerca ancora una volta di sfuggire alla giustizia. Il silenzio e la collera è un grande romanzo sociale, in cui il destino dei personaggi è segnato dalle trasformazioni della « nuova » società francese. Il silenzio è quello a cui sono costrette le donne, le vere protagoniste di questo libro, alle prese con la loro emancipazione, i loro diritti e la questione cruciale dell’aborto, all’epoca punito severamente. La collera è rappresentata dai primi scioperi dei lavoratori a Parigi e dal malcontento che sfata il mito della rinascita di quegli « anni gloriosi ». Dopo Il gran mondo, Pierre Lemaitre prosegue con questo formidabile romanzo la grande saga consacrata agli anni del secondo dopoguerra.

Pierre Lemaitre, nato a Parigi, si è imposto negli anni come uno dei grandi nomi della narrativa francese contemporanea con i suoi romanzi, tutti premiati da critica e pubblico. Le sue opere sono tradotte in più di venti lingue e i diritti sono stati acquistati dal cinema.

Il silenzio e la collera - Pierre Lemaitre - Libro - Mondadori - Scrittori italiani e stranieri | IBS

 

Adèle ROSENFELD, Le meduse non hanno orecchie (Les méduses n’ont pas d’oreilles), Edizioni Piemme.

Louise è nata sorda da un orecchio, e con l’altro che funziona a malapena. Così ha vissuto i primi trent’anni della sua vita, sul crinale tra sordità e « normalità », nascondendo con i capelli l’apparecchio acustico che le sta abbarbicato sull’orecchio ancora sano come un piccolo cavalluccio marino. Trent’anni passati a fare le cose che fanno tutti gli altri – quelli « normali » – eppure trent’anni passati al margine di tutto, a capire male o a fingere di aver capito, a sperare che l’interlocutore non nasconda le labbra con la mano, a preferire di essere considerata stupida dalla maestra di inglese piuttosto che sorda, e a benedire le serate nei bar rumorosi dove, per qualche ora, sono tutti un po’ duri d’orecchie. E soprattutto trent’anni passati a vivere più in un mondo immaginato che in quello reale, in cui spesso è la fantasia a riempire i buchi lasciati dal non aver sentito bene. Una pagina dopo l’altra, navighiamo con Louise le insidie e le sorprese di un mondo che, per lei, è semplicemente più difficile, più incomprensibile, più complicato che per tutti gli altri: eppure Louise lo attraversa con leggerezza e ironia, aiutandosi con la fantasia, l’amicizia, l’amore. E non lasciandosi definire dalla sua disabilità, ma piuttosto cercando di essere lei a definirla: come una medusa, che non ha orecchie ma si muove più leggiadra di ogni altra creatura nel mare.

Ogni conversazione, per Louise, è come un “gioco d’azzardo”… un romanzo bellissimo e sorprendente. – Le Monde – Livres

Attraverso la lente dello humour, Adèle Rosenfeld traduce per noi le insospettabili difficoltà di questa invalidità invisibile, che trasforma la percezione di se stessi e del mondo, e interroga il nostro rapporto con la normalità e l’accettazione della differenza. – L’Observateur

Un romanzo meraviglioso e importante, che ci fa pensare a quanto la nostra società vada sempre più verso l’esclusione di quelli che sono in qualche modo diversi. – Livres Hebdo

Adèle Rosenfeld, nata a Parigi nel 1986, a 35 anni pubblica il suo primo romanzo, Le meduse non hanno orecchie, finalista al premio Goncourt opera prima e in corso di traduzione in tutti i principali paesi europei. Prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato per dieci anni in editoria. Anche lei, come Louise, la protagonista del romanzo, è parzialmente sorda dalla nascita.

Le meduse non hanno orecchie - Adèle Rosenfeld - Libro Piemme 2023 | Libraccio.it

 

Victoria MAS, L’apparizione (Un miracle), edizioni e/o.

Dopo Il ballo delle pazze (pluripremiato esordio dell’autrice, adattato al cinema e in un fumetto), in cui racconta la fuga da una follia presunta, Victoria Mas esplora l’attrazione che l’essere umano prova da sempre per il soprannaturale, così forte da spingerlo talvolta alla follia vera.

Quando una consorella le racconta lo strano sogno che ha fatto, preannunciandole l’apparizione della Madonna in Bretagna, suor Anne non ha dubbi e si fa trasferire dalla madre superiora nel paesino di Roscoff, sull’estrema punta nord del Finistère. E in effetti sembra che la Madonna appaia davvero, ma non a suor Anne, bensì a un certo Isaac, un ragazzo chiuso ed emarginato dai coetanei che vive sull’isola di Batz, proprio di fronte a Roscoff. Compiuta la breve traversata, suor Anne entra così in contatto con la popolazione dell’isola: la ristoratrice Madenn, donna dal cuore grande, il professor Bourdieu, autoritario e bigotto, il vedovo Alan, depresso padre di Isaac, il giovane Hugo, appassionato di astronomia, e tutta una gamma di personaggi più o meno bizzarri. Tutti vivono quelle apparizioni in modo intenso, ma con sentimenti contrastanti. C’è chi grida al miracolo e chi parla di messinscena truffaldina, ma sta di fatto che la tranquilla esistenza dell’isola è sconvolta. Sullo sfondo di quell’evento straordinario le storie personali di tutti si incrociano e si sovrappongono in un crescendo di situazioni diverse, fino all’inaspettato epilogo.

Un miracle : Mas, Victoria: Amazon.ae: كتب

 

Gisella BASSANINI e Giovanna CANZI, Charlotte Perriand, Illustrazioni di Emi Ligabue, Postfazione di Adele Cassina, Casa Editrice Marinonibooks.

«Con una cartella di disegni sotto il braccio e il coraggio di un’amazzone che si accinge ad affrontare una fatidica impresa, ecco che Charlotte Perriand fa il suo ingresso nell’atelier parigino degli architetti Le Corbusier e Pierre Jeanneret al 35 di rue de Sèvres. Charlotte ha ventiquattro anni, è agli inizi della sua carriera e vuole assolutamente lavorare con loro». Questo è l’incipit con cui prende il via Charlotte Perriand, una doppia partitura nella quale le parole di Gisella Bassanini e Giovanna Canzi e le immagini di Emi Ligabue disegnano il profilo di una donna sospesa fra innovazione e tradizione, tra Occidente e Oriente, tra guerra e pace. In lei troviamo l’amore per la montagna e per la natura, l’istinto da guerriera che le permise di realizzare i suoi desideri, la dolcezza d’acciaio che costituì la cifra stilistica dei suoi progetti (fra cui la rivoluzionaria Chaise longue basculante), l’attrazione per la realtà industriale e la produzione in serie e nel contempo l’amore per il Giappone, dove a lungo soggiornò durante la Seconda Guerra Mondiale.

Charlotte Perriand (nata a Parigi nel 1903 dove studiò all’École de l’Union Centrale des Arts Décoratifs), come ricorda Adele Cassina nella postfazione, era dotata di una personalissima gentilezza, fatta di attenzione all’altro, caratteristica tipica di quella virtù dell’umiltà che, contrariamente a come è intesa oggi, appartiene solo ai grandi. Una donna vitale, anticonformista, coraggiosa. Questa è l’immagine che le forme e i colori di Emi Ligabue – da sempre a affascinata dagli oggetti del vivere quotidiano, cui dedica la propria ricerca artistica – trasmettono al lettore, grazie a una interpretazione personale e originale della sua intensa esistenza e dei suoi numerosi progetti. E questa è l’immagine che Gisella Bassanini e Giovanna Canzi raccontano con rigore logico e nel contempo con leggerezza a chi si appresta a ripercorrere la vita di questa sperimentatrice geniale dallo sguardo inedito e sensibile alle diversità della vita.

Charlotte Perriand - Bassanini Gisella; Canzi Giovanna | Libro Marinonibooks 04/2023 - HOEPLI.it

 

Isabelle ARISTIDE-HASTIR, Maria Antonietta & Axel von Fersen. Corrispondenza segreta (Marie-Antoinette & Axel de Fersen: Correspondance secrète), introduzione di Benedetta Craveri, L’ippocampo.

Tre anni: questo il tempo che è servito all’équipe del progetto REX per decodificare le lettere di Maria Antonietta e di Axel von Fersen, annerite, criptate o scritte con inchiostro simpatico. Ci si aspettava di trovare, soprattutto, parole tenere e frasi d’amore, invece ecco spuntare due anni di corrispondenza politica per tentare di mettere in salvo un regno e la sua regina. Queste circa sessanta lettere consentono di comprendere meglio le sfide che, a fine Settecento, andavano profilandosi per la corona francese. Rivelato per la prima volta nella sua integrità, questo scambio epistolare tra il conte e Maria Antonietta, ricco di eventi da lei stessa commentati, dipinge, man mano che si dipana, il commovente ritratto di una regina isolata, che tenta di comprendere, ormai fuori tempo massimo, i cambiamenti del mondo in cui si trova a muoversi. Fersen fa di tutto per riaccendere la speranza nel cuore della sovrana, disperata e abbandonata da tutti, ma il destino non lascerà ai due amanti il tempo di vivere l’intimità abbozzata in queste missive. La presente edizione, riccamente illustrata, è introdotta da un saggio inedito di Benedetta Craveri.

Marie-Antoinette & Axel de Fersen: Correspondance secrète : Collectif, Aristide-Hastir, Isabelle, Andraud, Christine, Kergourlay, Florian, Michelin, Anne: Amazon.it: Libri

 

Élisabeth CROUZET-PAVAN e Jean-Claude MAIRE VIGUEUR, Decapitate. Tre donne nell’Italia del Rinascimento (Décapitées. Trois femmes dans l’Italie de la Renaissance), Einaudi.

Tre nobildonne decapitate nel ‘400 per adulterio. Ma, in realtà, perché i mariti temevano il loro potere. Un’inchiesta appassionante sui costumi, le pratiche culturali e l’autorità signorile nel Rinascimento italiano; ma anche un contributo eccezionale alla storia delle donne.

Tra il 1391 e il 1425 tre donne sono decapitate per ordine dei loro mariti. Spose di tre fra i più importanti signori dell’Italia del Rinascimento – di Mantova, Milano, Ferrara – Agnese Visconti, Beatrice di Tenda e Parisina Malatesta sono condannate a morte per adulterio. Eppure nessuna donna infedele subiva allora un tale castigo; inoltre, altra stranezza, invece di dissimulare tale condanna alla pena capitale, i tre signori la resero, al contrario, pubblica. Si tratta di un enigma storico che Élisabeth Crouzet-Pavan e Jean-Claude Maire Vigueur intendono svelare. Certamente queste tre donne hanno tradito i loro mariti, ma sono soprattutto colpevoli di aver tentato di prendere parte alle grandi innovazioni culturali e politiche del loro tempo. Sono punite per aver voluto trasgredire lo statuto tradizionalmente scialbo di «sposa del signore». Condannandole a morte, i loro mariti riaffermano simbolicamente il loro potere di principi.

Questo libro è nato da un’osservazione, o piuttosto, come spesso accade nell’esistenza dello storico, da un’intuizione. Essa indicava che era davvero sorprendente che tre donne, spose tutte e tre di signori, in quanto ritenute adultere fossero state giustiziate dai loro mariti nell’arco di un periodo relativamente breve, poco più di trent’anni, tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. E quell’intuizione suggeriva invece che, nella storia dell’Italia del Nord al tempo del primo Rinascimento, con queste tre morti erano avvenuti tre eventi singolari. Chi erano dunque queste tre donne? La prima si chiamava Agnese Visconti e fu decapitata nel 1391; la seconda, Beatrice di Tenda, morì nel 1418; la terza, Parisina Malatesta, fu giustiziata nel 1425. Quanto ai loro mariti, figuravano tra i personaggi più importanti dell’Italia del tempo. Agnese, infatti, aveva sposato Francesco Gonzaga, signore di Mantova; il marito di Beatrice non era altri che il duca di Milano, Filippo Maria Visconti; Parisina era invece la seconda sposa di Niccolò III d’Este, signore di Ferrara. Il crimine che le aveva condotte alla morte era lo stesso per ognuna di loro: aver commesso adulterio con un uomo che, riconosciuto colpevole del medesimo crimine, venne giustiziato assieme a colei che era, o sarebbe stata, la sua amante. Lo scopo del libro è non tanto ricostruire la loro vita – esercizio in ogni caso quasi impossibile – quanto cercare di comprendere ciò che poté legittimare, nella storia di queste coppie signorili, un simile evento: tre morti per decapitazione.

Élizabeth Crouzet-Pavan, storica e insegnante francese, è professore di Storia medievale all’Università della Sorbona di Parigi. Ha dedicato alla storia di Venezia del tardo medioevo studi fondamentali.

Jean-Claude Maire Vigueur ha insegnato Storia medievale nelle università di Firenze e di Roma Tre. Si occupa principalmente di storia comunale italiana.

Decapitate, Élizabeth Crouzet-Pavan, Jean-Claude Maire Vigueur. Giulio Einaudi editore - Einaudi Storia

 

Denitza BANTCHEVA et Liliana ROSCA, Alain Delon, amours et mémoires, préface d’Alain DELON, Éditions de La Martinières.

Le beau livre événement d’un monstre sacré du cinéma français

Alain Delon, dernier monstre sacré du cinéma français, connu dans le monde entier, a prêté des documents inédits issus de ses archives personnelles et signe la préface de ce livre exceptionnel qui revient sur les principaux événements de sa vie, ses amours (Romy Schneider, Nathalie Delon, Mireille Darc, Rosalie Van Breemen), sans oublier ses enfants Anthony, Anouchka et Alain-Fabien. Cet ouvrage offre un large panorama de sa carrière, notamment d’une quarantaine de films remarquables dont il a été l’interprète et/ou le réalisateur. On y retrouve aussi bien des chefs-d’œuvre internationalement reconnus (Le Guépard, Le Samouraï ou Monsieur Klein) que de grands films plus confidentiels (tels que L’Insoumis et Le Professeur), ainsi qu’un certain nombre de productions devenues culte au fil du temps (Mélodie en sous-sol, Le Clan des Siciliens, Borsalino). Doté d’une riche iconographie, ce livre est émaillé de nombreux témoignages inédits de personnalités et de proches, dont Brigitte Bardot, Nathalie Baye, Sarah Biasini, Jane Birkin, Bertrand Blier, Claudia Cardinale, Nicole Calfan, Jean-François Delon, Patricia Kaas, Sophia Loren…

Denitza Bantcheva a publié des romans, des récits, des poèmes et des livres de cinéma dont les ouvrages de référence Jean-Pierre Melville: de l‘œuvre à l’hommeRené Clément et Un florilège de Joseph Losey. Elle fait partie du comité de rédaction de la revue Positif.

Liliana Rosca a organisé ou coordonné plusieurs manifestations culturelles en Europe de l’Est et en France. Elle est une proche collaboratrice d’Alain Delon.

Alain Delon. Amours et mémoires: Amours et mémoires - Bantcheva, Denitza, Rosca, Liliana | 9791040113744 | Amazon.com.au | Books

 

POUR LES LECTEURS LES PLUS PETITS

Stéphane BARROUX, Lei, lui e io (Elle, lui, moi), Edizioni Clichy.

All’inizio non c’era nulla. No, non è del tutto vero… All’inizio c’erano lui e il suo dolce sorriso, lei e il blu intenso dei suoi occhi. Hanno costruito un nido caldo e accogliente. Nove mesi di gravidanza raccontati in prima persona dalla piccola vita che sta crescendo nella pancia della mamma: il cuore batte, il sesso si definisce, si sentono i suoni, la luce attraversa la pelle… Barroux ci racconta, tramite le sue magiche pennellate, la delicatezza dell’attesa e lo fa tramite una palette di colori incantevole che ci immerge in una primavera sospesa su una nuvola. Un libro per tutte le età, per tutte le attese. Un albo meraviglioso che illustra ai più piccoli la magia del concepimento e della gravidanza. Una lettura poetica e delicata da regalare a chi è in dolce attesa, con le dolcissime e inconfondibili illustrazioni di Barroux. Età di lettura: da 4 anni.

Lei lui e io. Ediz. a colori - Barroux - Libro - Edizioni Clichy - Carrousel | IBS

 

EXPOSITIONS

Da Monet a Warhol. Capolavori della Johannesburg art Gallery. Sarnico (Bergamo). Pinacoteca Gianni Bellini. Fino al 3 settembre 2023.

La Pinacoteca Gianni Bellini a Sarnico (BG), sulle sponde del lago d’Iseo, ospita la mostra che presenta i capolavori della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, che vanta un patrimonio di grande valore artistico. La rassegna propone 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche, provenienti dalla prestigiosa pinacoteca sudafricana, in grado di ripercorrere ben oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti. Il racconto prende idealmente avvio dall’Ottocento inglese rappresentato da William Turner e prosegue con esponenti dei Preraffaelliti. La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, quali Jean-Baptiste Camille Corot, qui con un piccolo Paesaggio, Gustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet. La generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (Due ballerine), Claude Monet (Primavera) e Alfred Sisley.  Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard. Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, oltre a due protagonisti della pop art: Robert Lichtenstein e Andy Warhol. Chiude idealmente la mostra, la sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento. L’esposizione inoltre consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery.

Capolavori della Johannesburg Art Gallery

 

Roma, a portrait. Festival delle accademie e degli Istituti di Cultura stranieri. Roma. Palazzo delle Esposizioni. Fino al 30 luglio 2023.

Roma, a portrait è la prima edizione di un progetto che trasformerà, con cadenza annuale il Palazzo delle Esposizioni in un osservatorio privilegiato sulle visioni e sulle ricerche degli artisti e degli studiosi stranieri che ogni anno trascorrono un periodo di residenza a Roma, ospiti delle Accademie e degli Istituti di Cultura che hanno sede in questa città sin dal Seicento. Nel 1666, su impulso del Ministro francese delle Finanze Jean-Baptiste Colbert e di Gian Lorenzo Bernini viene istituita L’Académie de France, con l’obiettivo di accogliere i giovani artisti vincitori dell’ambito Prix de Rome.
Nel Settecento Roma è una città cosmopolita, meta privilegiata delle rotte del Grand Tour, un ambiente internazionale dove completare la propria formazione culturale e personale. Sul modello francese, nel corso dell’Ottocento, vengono così fondate rappresentanze culturali di numerosi altri paesi e alcune trovano la loro collocazione definitiva in città in seguito all’Esposizione Universale del 1911, che individua nel distretto culturale internazionale di Valle Giulia un tratto distintivo della capitale moderna. Anche nell’immediato dopoguerra, la fondazione di altri istituti di ricerca stranieri si salda alla storia – e al racconto – della città. Di questo rapporto privilegiato tra Roma e la comunità internazionale è testimone l’immensa quantità di rappresentazioni della città e dei suoi dintorni realizzate nelle varie epoche dagli artisti stranieri, che ha nel Grand Tour un momento di particolare importanza. Il paesaggio acquista autonomia a partire dal Seicento e diventa, tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, il genere con cui la pittura si rinnova, trovando nella luce mutevole e nei colori di Roma, e dei suoi dintorni, il luogo ideale in cui sviluppare nuovi linguaggi.

Il racconto della mostra inizia dai primi anni del XIX secolo, momento in cui il confronto tra diverse personalità e scuole nazionali artistiche è particolarmente fertile, soprattutto nelle comunità temporanee che si formano d’estate, quando lasciati gli atelier in città, i pittori scoprono i suoi dintorni e dipingono en plein air.

A partire da questa riflessione, la mostra raccoglie opere di artisti che nel tempo, accomunati dall’essere stati residenti nelle Accademie e negli Istituti di Cultura stranieri a Roma, raccontano la città come una risorsa, un materiale che seppur rappresentato con l’estraneità del loro sguardo, ne riconosce le matrici costituenti e tradizionali. Da genere pittorico, il paesaggio viene gradualmente declinato nel percorso espositivo in medium e forme diverse. Diventa una sintesi di elementi, processi, relazioni, abitudini, sguardi, contemporaneamente pertinente all’uomo, alla natura, all’insieme delle forme e delle possibilità del territorio e dell’ambiente. In mostra documenti e fotografie provenienti degli archivi delle Accademie ed Istituti di cultura stranieri a Roma.

Roma, a portrait", a Palazzo delle Esposizioni la prima edizione di un importante progetto - Chiara Ricci

 

Sul vestito lei ha un corpo. Note su Sonia Delaunay. Piacenza. Palazzo XNL. Fino al 18 giugno 2023.

Il progetto espositivo muove dall’invito rivolto a due artiste contemporanee – Meris Angioletti (Bergamo, 1977, vive e lavora a Parigi) e Ulla von Brandenburg (Karlsruhe 1974, vive e lavora a Parigi) – a riflettere sulla figura dell’artista russo-francese Sonia Delaunay, nata a Odessa (Ucraina) nel 1885 e morta a Parigi nel 1979. La riflessione si concentra in modo particolare sull’avventura dell’Atelier Simultané, attivo dal 1923 al 1934, un’estensione della casa-studio a Parigi in Boulevard Malesherbes, dove Sonia Delaunay viveva col marito Robert.

Una mostra come un vestito da indossare. Una riflessione su colore e suono dove il colore diventa numero e i suoi rapporti creano ritmi. Una mostra come laboratorio di una creatività totale nella quale convivono pittura, scultura, poesia, musica, cinema e perfomance che simultaneamente vestono e rivestono i nostri corpi in movimento. Sonia Delaunay aveva pensato di creare vestiti simultanei, un insieme di colori e di forme per generare un nuovo dinamismo che accompagnava il corpo. Aveva deciso di usare il tessuto al posto della tela per fare arte in movimento, per creare contaminazione tra i linguaggi. Nel 1914 il poeta Blaise Cendrars aveva dedicato una poesia, Sur la robe elle a un corps, a uno dei suoi spettacolari vestiti. Dopo più di un secolo quella poesia è diventata il titolo di questa mostra.

(…) Sur la robe elle a un corps

Sous les bras des bruyères mains lunules et pistils quand les eaux se déversent dans le dos avec les omoplates glauques

Le ventre un disque qui bouge

La double coque des seins passe sous le pont des arcs-en-ciel

Ventre

Disque

Soleil

Les cris perpendiculaires des couleurs tombent sur les cuisses (…)

BLAISE CENDRARS Sur la robe elle a un corps

Sul vestito lei ha un corpo', mostra su Delaunay a Piacenza - Libri - ANSA

 

CINÉMA

Rodeo (Rodéo). Un film di Lola Quivoron. Con Julie LedruYannis LafkiAntonia BuresiCody Schroeder. Uscita 1 giugno 2023. 

Julie Ledru, una ragazza che prova ad entrare dentro un giro clandestino di motociclisti, è una presenza magnetica e furiosa in un’opera che rivela un istinto e ha tutta l’insolenza della prima volta.

Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un’altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina. A colpi di ‘funambulismo’, Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da ‘battere’. Lontano dal pavé battuto del cinema francese, l’opera prima di Quivoron infila il terreno accidentato delle due ruote, un microcosmo quasi inedito per il grande schermo, dove tutto è rito, velocità e pericolo. Lola Quivoron mostra il rovescio del décor approcciando le rive del realismo sociale e di mondi clandestini, dove il film perde un po’ della sua intensità. Il motore (ma Julia preferirebbe « il pistone ») di Rodeo resta la sua protagonista, amazzone in equilibrio sulla ‘linea’ tra spettacolo ed esercizio, fragilità e forza. Su due ruote rivendica il diritto di vivere e quello di rinascere. Il resto è rumore e furore.

Rodeo - Film (2022) - MYmovies.it

 

Essere e avere (Être et avoir). Un film di Nicolas Philibert. Documentario. Uscita 12 giugno 2023.

Francia, Auvergne, dipartimento di Puy Le Dome. La zona è talmente isolata che sopravvive l’istituzione della « classe unica », dove si ritrovano bambini la cui età copre l’intero ciclo scolastico delle elementari. Un maestro prossimo alla pensione segue tutti i suoi alunni cercando di trasmettere, oltre a un po’ di sapere generale, anche qualche insegnamento etico e civico, dal rispetto reciproco all’inutilità della violenza. Nel frattempo la montagna segue, dall’inverno all’estate, i suoi ritmi. Essere e avere (il titolo deriva direttamente dai primi due verbi che si insegnano a scuola) rappresenta l’insolito caso di un documentario diventato un inaspettato blockbuster.

france.tv cinéma on Twitter: "Nicolas Philibert, ou l'art de filmer le quotidien. À l'occasion de la sortie de son nouveau documentaire « Sur l'Adamant », retrouvez 4 films du documentariste français sur @

 

Houria. Un film di Mounia Meddour Gens. Con Lyna KhoudriRachida BrakniSalim KissariMarwan Zeghbib. Uscita 21 giugno 2023.

Un film che corre da tutte le parti incosciente del pericolo, tra peripezie e ricerca di libertà. Una giovane donna appassionata di danza classica subisce un trauma, poi incontra altre donne che hanno vissuto situazioni simili alla sua. Insieme trovano un modo creativo per perseguire la loro passione.

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La folle vita (Une vie démente). Un film di Raphaël BalboniAnn Sirot. Con Jo DeseureJean Le PeltierLucie DebayGilles Remiche. Uscita 29 giugno 2023.

Alex e Noémie, entrambi sulla trentina, vogliono un figlio. I loro piani sono sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne, inizia a comportarsi in modo piuttosto strano a causa di un disturbo neurodegenerativo progressivo, la ‘demenza semantica’. La patologia influisce sul suo comportamento, che diventa imprevedibile: dilapida i risparmi, si introduce a casa dei vicini nel cuore della notte e si comporta in maniera sempre più bizzarra. La madre si trasforma in una bambina incontrollabile, i ruoli finiscono per invertirsi e l’accudimento nei confronti di Suzanne diventa un insolito campo di addestramento, dove Alex e Noémie si ritrovano a testare le loro capacità genitoriali.

La folle vita - Film (2020) - MYmovies.it