ESPACE CULTURE

À LA UNE

Festival di Mantova.

Invitare al dialogo autori e autrici da tutto il mondo. Torna con i suoi 300 appuntamenti il Festivaletteratura di Mantova, che in vari luoghi della città, dal 6 al 10 settembre, aprirà nuovi spazi di ascolto. “Trovare le parole” è la sfida di questa 27esima edizione, che coinvolgerà grandi e piccoli, mescolando arte, letteratura, musica, teatro. Tra gli appuntamenti internazionali segnaliamo la presenza di Valérie Perrin, Jean-Baptiste Del Amo e Miguel Bonnefoy.

Festivaletteratura

 

Pordenonelegge.

Dal 13 al 17 settembre 2023 si rinnova l’appuntamento con pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori: è la ventiquattresima edizione di una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana. Un presente complesso ci mostra costantemente che peso hanno le storie nella nostra vita: il mondo è sempre più spezzato, o polverizzato in narrazioni e contro narrazioni che si fronteggiano, al punto che scandagliare la verità sembra spesso un compito frustrante. In questo momento difficile crediamo di avere più che mai bisogno di cultura, di un sapere stratificato, che ci permetta di trovare una bussola attraverso la quale orientarsi. Pordenonelegge è un grande affresco di ciò che si agita nel mondo, con le sue contraddizioni e paure, ma anche la capacità di stupirci con la sua bellezza. Un festival probabilmente serve a stimolare una creatività diffusa e consapevole ed è questo che da anni pordenonelegge cerca di fare. Di grande importanza sarà il conferimento al premio Nobel Annie Ernaux del Premio Crédit Agricole La storia in un romanzo, per avere saputo raccontare, attraverso una “autobiografia impersonale” di lucidissima capacità introspettiva, la memoria collettiva dal dopoguerra a oggi. Di straordinaria rilevanza è anche la presenza di autori stranieri, perché pordenonelegge da sempre vuole essere un ingranaggio di trasmissione della conoscenza, e aprire finestre sulle realtà più lontane e significative del pianeta. Nel nuovo romanzo di Laurent Mauvignier i personaggi sono un po’ colpevoli e un po’ vittime, ma senz’altro protagonisti di una specie di terribile catarsi. Eric-Emmanuel Schmitt racconterà in forma di diario di viaggio il suo viaggio in Terra Santa. Winston Churchill e Graham Sutherland: il romanzo di Philippe Forest racconta la storia dell’incontro tra questi due uomini straordinari. In una girandola di colpi di scena e situazioni mozzafiato, Michel Bussi tira i fili di una vicenda inestricabile che sfocerà nella più imprevedibile delle soluzioni.

Autori Sellerio a Pordenonelegge 2023 - Sellerio

 

V13 di Emmanuel Carrère vince il Premio Strega Europeo 2023.

Come da tradizione, durante le giornate del Salone internazionale del libro di Torino di quest’anno il Premio Strega Europeo ha organizzato la presentazione dei libri in gara da parte dei rispettivi autori, invitando i dieci scrittori finalisti a incontrare il pubblico italiano. Dopodiché, la cerimonia di premiazione condotta dalla giornalista Eva Giovannini si è tenuta presso il Circolo dei Lettori, dove a contendersi la vittoria sono stati cinque romanzi stranieri recentemente tradotti in Italia, che nel loro Paese d’origine si sono già aggiudicati un riconoscimento importante. A risultare vincitore – con 11 voti della giuria su 24 – è stato Emmanuel Carrère con V13, tradotto in Italia per Adelphi da Francesco Bergamasco, che a sua volta è stato premiato in nome del “segno tangibile dell’importanza che hanno le traduzioni come strumento di dialogo e di conoscenza”. Nel nostro Paese, lo scrittore, regista e sceneggiatore francese è apprezzato e riconosciuto da anni per il suo ruolo di intellettuale e per la sua storia personale: laureato all’Istituto di Studi Politici di Parigi, Carrère è infatti figlio di Louis Carrère e della sovietologa e accademica Hélène Carrère d’Encausse, a sua volta figlia di immigrati georgiani che fuggirono dalla Rivoluzione russa. Le sue opere sono state portate in Italia da diversi editori.

“Ho sempre ritenuto che siamo i libri che leggiamo”, ha dichiarato Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo. “E che la nostra Europa, che ogni giorno cerchiamo di rendere più forte e libera, nasca dalle radici di un pensiero lungo che si è formato dopo il Secondo conflitto mondiale e che non sarebbe stato possibile senza che nella coscienza europea gli intellettuali, gli scrittori e i poeti fecondassero l’idea di un continente che diventa Paese, di un sogno che diventa materia viva della storia. L’Europa ha molte madri fondatrici, molti padri costituenti e, a torto, si escludono troppo spesso coloro che nei momenti più oscuri hanno continuato a fare letteratura, a rendere la letteratura volano di futuro e di democrazia”. Il suo intervento è strettamente collegato a V13 perché il nuovo romanzo di Emmanuel Carrère si basa proprio sugli articoli apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei, poi rielaborati e accresciuti, in cui l’autore ha riferito le udienze del processo ai complici e all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi venerdì 13 novembre 2015, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot.

Premio Strega Europeo 2023. Il vincitore della decima edizione è Emmanuel Carrère – Premio Strega Europeo

 

Premio Hemingway 2023 per la Letteratura a Amélie Nothomb.

La 39esima edizione del Premio Ernest Hemingway si è svolta a Lignano Sabbiadoro dal 22 al 24 giugno. Il Premio per la Letteratura è andato alla scrittrice Amélie Nothomb, una delle voci più amate della narrativa in lingua francese, “per i suoi romanzi” si legge nella motivazione “pervasi da un ritmo irresistibile, che sono un inno alla giovinezza, alla fragilità e unicità di ogni essere umano e di ogni relazione umana, alla gioia del corpo, all’essere liberi e abbandonarsi ai sensi e ai sogni, a quella bizzarra avventura che chiamiamo amore”.

Premio Hemingway a Nothomb, Zanta, Ginzburg e Ebadi - la Repubblica

 

Premio Positano Léonide Massine 2023 a Benjamin Millepied.

Per la prima volta il premio speciale del Comune di Positano, “per la trasversalità e poliedricità della carriera”, va a Benjamin Millepied, ballerino e coreografo francese, prima interprete, poi coreografo, direttore di prestigiosi corpi di ballo (Opéra de Paris), acclamata star anche sul grande schermo grazie alle sue coreografie per il film ll cigno nero (Black Swan) di Darren Aronofsky che è valso l’Oscar alla protagonista Natalie Portman. Millepied è tornato coraggiosamente in scena dopo dieci anni lo scorso luglio al Festival dei Due Mondi, in un’acclamata performance di corpo e musica.

Premio Positano Léonide Massine 2023, a Benjamin Millepied il Premio Speciale "per la trasversalità e poliedricità della sua Carriera" - Positanonews

 

L’anthropologue Marc Augé théoricien des “non-lieux” est décédé à l’âge de 87 ans.

Aéroports, gares, centres commerciaux, supermarchés, parkings, stations-service, équipements sportifs, villages touristiques, jusqu’aux lieux d’accueil des réfugiés: la définition du «non-lieu» est forgée pour la première fois dans l’essai de 1992 intitulé Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité (1992), incarnant une sensation fréquemment éprouvée par chacun de nous dans des lieux traversés dans un temps éphémère, une sensation qui nous appartient mais qui en même temps vit de sa propre homologation fonctionnelle, de l’impossibilité d’une appropriation psychologique.

Ce terme a été inventé par Marc Augé, anthropologue, ethnologue, écrivain et philosophe français né à Poitiers en 1935 et mort dans la nuit du 23 au 24 juillet à l’âge de 87 ans. Pour le pleurer, beaucoup sont issus du monde académique et culturel, lit-on dans une note divulguée par le festivalfilosofia qui a lieu chaque année à Modène, Carpi et Sassuolo et dont Augé est membre du comité scientifique depuis plus de dix ans.

Morto Marc Augé, teorico dei "non-luoghi"

 

Disparition de Jane Birkin à 76 ans.

Jane Birkin, l’Anglaise préférée des Français, indissociable de Serge Gainsbourg dont elle fut la muse et l’ambassadrice, est décédée dimanche 16 juillet. Née à Londres en 1946, elle s’était installée en France à la fin des années 1960. Naturalisée française, elle a toujours gardé son accent britannique et son timbre de voix reconnaissable entre mille. Après un premier mariage avec le compositeur John Barry, avec qui elle aura une fille Kate, décédée en 2013, elle rencontre Serge Gainsbourg. Ils vont former ensemble un couple iconique, qui la propulsera au sommet du hit-parade en 1969 avec l’inoubliable duo Je t’aime… moi non plus. De ses dix ans d’union avec Serge Gainsbourg est née une fille, Charlotte Gainsbourg, en 1971. Après cette rupture, l’Anglaise préférée des Français a partagé la vie, de 1980 à 1992, du réalisateur Jacques Doillon, avec lequel elle a une fille, Lou Doillon. Chanteuse, mais aussi actrice, scénariste et réalisatrice, elle a joué dans de nombreux films et s’était aussi essayée au théâtre.

Jane Birkin trovata morta in casa a Parigi

 

Le sociologue Alain Touraine est décédé.

Le sociologue Alain Touraine est mort à Paris vendredi 9 juin à 97 ans. Il est l’auteur d’une œuvre prolifique, retraçant près d’un demi-siècle d’histoire sous le prisme des mouvements sociaux. Intellectuel français et sociologue, proche notamment d’Edgar Morin, il laisse derrière lui plus de cinquante ouvrages décryptant les évolutions du monde et des mouvements sociaux. De son enquête au cœur du mouvement ouvrier dans les usines, à l’Amérique latine en passant par Mai-68, Alain Touraine s’est imposé comme une figure majeure de la scène intellectuelle française et internationale.

Morto Alain Touraine, sociologo dei movimenti - Il Sole 24 ORE

 

LIVRES

Eric-Emmanuel SCHMITT, La sfida di Gerusalemme. Un viaggio in Terra santa (Le défi de Jérusalem), edizioni e/o. Pubblicato in co-edizione con LEV – Libreria Editrice Vaticana.

La proposta, arrivata direttamente dal Vaticano, era semplice e diretta: si chiedeva a Eric-Emmanuel Schmitt di fare un viaggio in Terra santa e scrivere un diario. Lo scrittore francese ha accettato e ha trascorso un mese tra Betlemme, Nazareth, la Galilea, Gerusalemme, scrivendo un vero e proprio itinerario tra i dubbi della ragione e le aperture della fede che quei luoghi suscitano. Il risultato è questo bellissimo libro, unico da tanti punti di vista.

Con una lettera di papa Francesco all’autore.

Dopo La notte di fuoco, in cui ha descritto la sua esperienza mistica nel deserto dello Hoggar, Schmitt torna a quell’esperienza con questo diario di viaggio in Terra santa, un territorio dalle mille impronte. Betlemme, Nazareth, la Galilea, luoghi intensi e cosmopoliti ritratti in presa diretta mentre l’autore approfondisce la sua esperienza spirituale, le sue domande, le sue riflessioni e sensazioni, i suoi stupori fino alla sorpresa finale, a Gerusalemme, di un incredibile incontro con quello che chiama “l’incomprensibile”. Un percorso concluso a Roma, centro del cristianesimo, con un colloquio privato con papa Francesco, denso di significato e di echi che perdurano in queste pagine.

Eric-Emmanuel Schmitt, membro dell’Académie Goncourt, è nato a Sainte-Foy-lès-Lyon nel 1960. Come autore teatrale ha scritto numerose opere rappresentate in tutto il mondo. I suoi romanzi sono tradotti in molte lingue.

La sfida di Gerusalemme. Un viaggio in Terra santa - Eric-Emmanuel Schmitt

 

Laurent MAUVIGNIER, La festa di compleanno (Histoire de la nuit), Feltrinelli.

Strano e meraviglioso: un thriller al rallentatore.

«Quando era piccolo, lei già lo chiamava Bergogne. Era venuto così, in modo quasi spontaneo: un giorno per stuzzicarlo l’aveva chiamato per cognome; la cosa aveva divertito il bambino e aveva divertito pure lei, tutto ciò perché lui imitava spesso il padre, con quell’aria seria e consapevole che prendono a volte i bambini quando si atteggiano ad adulti responsabili.»

Campi, filari di alberi e strade provinciali, qualche fabbrica abbandonata e pugni di case abitate dai pochi agricoltori che decidono di non cedere alle sirene del posto in banca in città. In uno di questi borghi – due case, più una terza in vendita, e una stalla – abitano Patrice e Marion con la figlia Ida e, accanto, una pittrice parigina ritiratasi in campagna: Christine – aria eccentrica, capelli rosso fiamma e tutto l’anticonformismo d’ordinanza del parigino trasferito nella Francia profonda. In questo micromondo irrompe un bel giorno non soltanto un terzetto di personaggi inquietanti, ma il passato di Marion. È il giorno del suo compleanno e il marito e la figlia le organizzano una festa a sorpresa. Ma la festa non si farà, l’arrivo prima di Christophe, poi di Tartaglia e infine di Denis, manderà all’aria i programmi in un crescendo di tensione e di terrore degno, con il procedere della storia, di un ottimo thriller. Ci sarà sangue e ci saranno colpi di pistola e un finale forse aperto in cui tutti saranno un po’ colpevoli e un po’ vittime, ma senz’altro protagonisti di una specie di terribile catarsi.

Nato a Tours nel 1967, Laurent Mauvignier è uno degli scrittori francesi più apprezzati dal pubblico e dalla critica. È autore di sette romanzi e numerosi testi per il teatro, la televisione e il cinema.

LA FESTA DI COMPLEANNO di Laurent Mauvignier: Recensione del libro - NerdPool

 

Philippe FOREST, Io resto re dei miei dolori (Je reste roi de mes chagrins), Fandango Libri.

Il romanzo somiglia al teatro perché somigliano entrambi alla vita. Il mondo intero è un palcoscenico, dice Shakespeare, e noi siamo gli attori.

Dalla notte dei tempi, tutte le sere, le stesse favole si ripetono per il piacere del pubblico.

A turno ognuno riconosce la propria, non importa quali delle storie stiano andando in scena davanti ai nostri occhi. La morale, amara, è sempre la stessa: privati di tutto ciò che è stato nostro, ciascuno, infine regnerà solo sui propri dolori, di cui non conserva che il ricordo, e il segreto.

Ma quando gli attori al suono di fischi o di applausi tornano nei camerini, un’immagine persiste, che ognuno può dipingere, se lo desidera, dandogli per esempio l’apparenza di uno stagno dove, tra i fantasmi che fluttuano alla superficie, si possono distinguere le frecce infuocate di un qualche pesce d’oro che brilla nella luce che scema. Risuonano tre colpi. Silenzio in sala.

Si alza il sipario. Dramma o commedia, lo spettacolo che racconta a tutti cosa ne è della propria vita sta per cominciare. La scena si svolge in Inghilterra verso la metà del Novecento.

Un uomo, il più celebre dei primi ministri, sir Winston Churchill, posa per un altro che lo dipinge. Davvero, nel 1954, il Parlamento britannico ordina al pittore Graham Sutherland questo ritratto.

Il romanzo racconta la storia dell’incontro tra questi due uomini: il primo è un artista d’avanguardia oggi un po’ dimenticato, il secondo è una delle figure più leggendarie del ventesimo secolo. Sono opposti in tutto, salvo l’amore in comune per la pittura.

Eppure, c’è qualcosa di più profondo che li avvicina. Suggestionato da una scena della serie tv The Crown, Philippe Forest scava tra le carte e ci rivela i segreti di uno straordinario dipinto perduto.

Philippe Forest (1962, Parigi) è uno scrittore francese. Critico letterario, cinematografico e d’arte, dal 1995 è professore di Letteratura all’università di Nantes. È autore di saggi sulla letteratura contemporanea (Storia di Tel Quel, Histoire de Tel Quel, 1995) e di romanzi (Tutti i bambini tranne uno, L’enfant éternel, 1997; Per tutta la notte, Toute la nuit, 1999; Sarinagara, 2004; L’amore nuovo, Le nouvel amour, 2007; Il secolo delle nuvole, Le siècle des nuages, 2010) concepiti come strumenti di analisi autobiografica e di indagine di contesti culturali complessi. Nelle opere critiche più recenti ha indagato la relazione tra genere romanzesco e realtà: Il romanzo, il reale. Un romanzo è ancora possibile? (Le roman, le réel. Un roman est-il encore possible?, 1999), Il romanzo, l’io. (Le roman, le Je, 2001), Il gatto di Schrödinger (Le chat de Schrödinger, 2013). Ha vinto il Premio letterario internazionale Ceppo Pistoia e nel 2016 il premio Goncourt de la biographie.

Io resto re dei miei dolori : Forest, Philippe: Amazon.it: Libri

 

Pauline BAER DE PERIGNON, La collezione perduta (La collection disparue), Odoya.

Una donna sulle tracce dei capolavori rubati dai nazisti alla sua famiglia.

“Tutto è iniziato con un elenco di dipinti scarabocchiati da un cugino che conoscevo appena. Su questo foglio, capolavori impressionisti, Renoir, Monet, Degas, esposti oggi nei più grandi musei del mondo, tutti un tempo appartenuti al mio bisnonno, Jules Strauss. Non sapevo nulla della sua storia, né della sua collezione scomparsa. Queste poche parole frettolosamente appuntate mi avrebbero cambiato la vita, portandomi dal Louvre al museo di Dresda, dagli archivi della Gestapo al ministero della Cultura. Per tre anni, con la mia curiosità e uno spiccato gusto per gli enigmi come unico bagaglio, mi sono imbarcata sulle tracce dei miei antenati, alla ricerca di Jules Strauss, e di una storia che non mi era stata trasmessa. Cos’è successo nel 1942? Cos’era rimasto della sua collezione quando l’appartamento di famiglia fu saccheggiato dai nazisti? Non sono una storica dell’arte, volevo semplicemente svolgere un’indagine poliziesca e sentimentale sulle orme della mia famiglia, ebrea, depredata dei suoi averi”.

Una testimonianza personale dove l’emozione cresce pagina dopo pagina: il lettore accompagna Pauline Baer de Perignon nelle sue scoperte, nelle sue battaglie, nelle sue delusioni e in una sorta di riconciliazione con il passato. L’approccio che sta alla base di questo racconto, dall’Occupazione a oggi, pone molti e complessi interrogativi: cosa fare delle opere che hanno attraversato il caos della Storia? Come comportarsi, quando si è semplici cittadini, di fronte alla sorda legislazione? Cosa capire dal silenzio delle generazioni che ci hanno preceduto? Ma soprattutto, cosa ci trasmette un’opera d’arte nel tempo?

“Pauline Baer de Perignon è una narratrice nata, onesta, curiosa e aperta. Riesce a raccontare più storie contemporaneamente, a sovrapporre delicatamente significati e narrazioni. Qui non c’è solo un avvincente mistero del mondo dell’arte, ma una storia assolutamente personale, sincera ed estremamente intelligente di una donna che fa tutto il possibile per scoprire le verità della sua famiglia”. – Menachem Kaiser, autore di Plunder: A Memoir of Family Property and Nazi Treasure

“Si legge tutto d’un fiato come un thriller… Incredibilmente commovente”. – Elle

“Partita sulle tracce delle opere, Pauline Baer de Perignon arriva, non senza rischi, a una ricerca familiare e a un ritorno alle sue radici ebraiche”. – Libération

Pauline Baer de Perignon è lettrice e coautrice di sceneggiature e ha condotto numerosi laboratori di scrittura a Parigi, dove vive. La collezione perduta è il suo primo libro.

La collezione perduta

 

Edouard LOUIS, Metodo per diventare un altro (Changer méthode), La nave di Teseo.

“Una domanda si è imposta al centro della mia vita, ha catalizzato ogni mia riflessione, occupato ogni momento di solitudine: come avrei potuto prendermi quella rivincita sul mio passato, con quali mezzi? Le ho provate tutte.” É. L.

Quasi un decennio dopo Farla finita con Eddy Bellegueule, il suo esordio divenuto un caso editoriale internazionale, Édouard Louis torna a parlare della sua storia e lo fa con un romanzo malinconico, lucido e affascinante. Una storia di apprendimento, di lotta e di metamorfosi per sfuggire alla povertà, alla violenza e all’esclusione. Il racconto del percorso lungo e doloroso che l’ha portato da un’infanzia difficile, segnata dalla miseria economica, morale e culturale, ad affermarsi come una delle voci più forti e interessanti della letteratura francese. Metodo per diventare un altro è un viaggio che, da racconto autobiografico, si fa denuncia della società e del sistema di valori in cui viviamo, ma che vuol essere anche una speranza per chiunque voglia, sopra ogni cosa, essere se stesso.

Édouard Louis è nato e cresciuto nell’Alta Francia, in una famiglia della classe operaia. È il primo della sua famiglia a concludere gli studi e, nel 2011, viene ammesso alla Scuola Normale Superiore di Parigi e all’École des hautes études en sciences sociales. Nel gennaio 2014, all’età di 21 anni, pubblica Il caso Eddy Bellegueule, un romanzo autobiografico a lungo recensito dai giornali che ne hanno sottolineato le qualità, e finalista al Premio Goncourt Opera Prima. Nel gennaio 2016 è uscito il secondo romanzo, Storia della violenza, mentre è del 2018 il suo terzo romanzo: Chi ha ucciso mio padre. Insignito di numerosi riconoscimenti e paragonato per la sua scrittura militante a Pierre Bourdieu e William Faulkner, nel marzo del 2014 ha ricevuto anche il premio Pierre Guénin contro l’omofobia e per la parità dei diritti. Dal 2019 insegna a La Manufacture – Haute école des arts de la scène a Losanna. Nel 2021 ha pubblicato Lotte e metamorfosi di una donna e nel 2022 Dialogo sull’arte e la politica, scritto insieme al regista Ken Loach.

Changer : méthode : Louis, Edouard: Amazon.it: Libri

 

Jean-Baptiste DEL AMO, Il figlio dell’uomo (Le fils de l’homme), Neri Pozza Editore.

Un uomo torna dopo anni di assenza e porta moglie e figlio nell’oscuro ventre di una montagna, in una casa tetra in cui viveva con il padre, impazzito. Attorno a questi personaggi senza nome si svolge, in questo potente romanzo, l’antica tragedia che, da tempo immemorabile, va in scena nel crudele teatro della vita famigliare. In quella casa dalle imposte sgangherate e dal tetto in ardesia coperto da un telone nero, l’uomo non potrà, infatti, sfuggire al suo destino: ripetere la violenza del padre-padrone che ha caratterizzato la sua infanzia, nell’istante in cui la donna mostrerà i segni della nuova vita germogliata in sua assenza. E alla donna e al figlio spetterà ancora una volta l’antico compito di proteggersi a vicenda, quando in quel luogo inghiottito dalle montagne, tra drammi passati e segreti inconfessati, irromperà la follia dell’uomo.

Dopo essersi aggiudicato a soli 26 anni il Goncourt per l’opera prima con Un’educazione libertina, Jean-Baptiste Del Amo, a cinque anni dalla pubblicazione di Regno animale, riprende a esplorare i temi che sono il cuore della sua scrittura: la trasmissione della violenza da una generazione all’altra; il confronto del mondo infantile con la brutalità del mondo adulto; l’ineluttabilità degli eventi che corrono verso un epilogo tragico inscritto nella natura dell’esistenza umana. Come ha opportunamente notato Clément Ghys su Le Monde, «scrivere, per Del Amo, è andare oltre la propria storia, inventare uno sguardo». Qui, è lo sguardo del figlio dell’uomo, restituito con una scrittura che, come un bisturi, penetra con assoluta precisione nelle ferite dell’anima e nel buio della mente.

“Violento, aspro, tragico come la montagna e la foresta in cui si svolge il confronto tra padre, madre e figlio”. – Le Soir

Amazon.it: Le fils de l'homme - Del Amo, Jean-Baptiste - Libri

 

Claire VIGARELLO, Dove nascono le eroine dei romanzi (Où naissent les héroïnes), edizioni e/o.

Era strano, ogni cosa nella vita di Sylvie era stato uno sforzo, sedurre Nino, farsi assumere, dimagrire, capire i figli, e di colpo la sua eroina la prendeva per mano, voleva vivere, voleva godere, diceva: «Vieni con me, freghiamocene di tutto, il mondo è nostro!».

Cosa si fa quando si è di una timidezza malsana, in sovrappeso, con un marito che non ha più diritto al sussidio di disoccupazione e un impiego sempre più problematico? Si trasforma la propria tetra vita in romanzo spumeggiante! Malizioso e tenerissimo, divertente dal principio alla fine, questo romanzo è un invito irresistibile a risvegliare l’eroina che è in noi.

Opera prima di Claire Vigarello, Dove nascono le eroine dei romanzi è un libro divertente, commovente, ironico e profondo, un libro che ci racconta con leggerezza quanto a volte sia esile il confine tra la gente comune e le persone famose, tra la casalinga e la star.

Claire Vigarello si occupa di produzione cinematografica, sceneggiatura e montaggio.

«Una commedia un po’ gialla, piena di colpi di scena. Intelligente e terapeutica nella sua leggerezza, con un pizzico di trasgressione e molta ironia […] mostra una strada da percorrere se tutto va a rotoli: trasformare il disastro in un romanzo, e te stessa nella protagonista che non hai il coraggio di essere.» – Elena Masuelli, Tuttolibri

Dove nascono le eroine dei romanzi - Claire Vigarello

 

Christelle DABOS, Qui, solo qui (Ici et seulement ici), edizioni e/o.

“Dietro la vernice, sotto l’intonaco e il cemento, all’interno dei muri, dentro ciò che non si vede, percepisco qualcosa che non riesco ancora a definire, qualcosa di fottutamente feroce che riempie tutta la scuola e mi entra nelle ossa. Qualcosa che presto farà parte di me. Qui è diverso da tutto. Qui ubbidisce solo alle proprie regole. Qui ci sono i Bassi e gli Alti, i pari e i dispari. E qualunque cosa succeda tutti passano da Qui.”

Dall’autrice della saga dell’Attraversaspecchi un nuovo capolavoro che si muove a cavallo tra fantastico e realistico. Al centro del romanzo c’è la Scuola, così come la vedono e la vivono realmente gli adolescenti. Fin dal primo giorno di scuola, con il passaggio al ciclo di studi successivo della protagonista, si è proiettati in un clima quasi da horror. Il linguaggio è straordinario, il gergo dei ragazzi, immaginifico e spesso trucido, riprodotto con una vivacità impressionante, lo strumento attraverso il quale gli adolescenti marcano il loro territorio. Un romanzo sull’adolescenza mai raccontata così da nessuno. Attraverso l’uso brillante della dimensione fantastica che consente di entrare nella soggettività straniata e iperbolica degli adolescenti, mostrando la scuola, la famiglia, l’amicizia sotto una luce nuova, che poi è quella che hanno negli occhi i ragazzi.

Dopo L’Attraversaspecchi Christelle Dabos rivela un’altra sfaccettatura del suo talento in un romanzo corale vertiginoso, coinvolgente e potente.

Christelle Dabos è nata nel 1980 in Costa Azzurra. Si trasferisce in Belgio, dove si prepara a una carriera da bibliotecaria. Poi arriva la malattia e scrivere diventa allora un modo per evadere dalle terapie mediche, poi una lenta ricostruzione e infine una seconda natura. In quel periodo è sostenuta da Plume d’Argent, una comunità di autori attivi su Internet. Grazie al loro incoraggiamento decide di affrontare la sua prima sfida letteraria e si iscrive al Concours du Premier roman jeunesse organizzato nel 2013 da Gallimard Jeunesse, Télérama e RTL, concorso in cui ottiene il primo premio grazie ai Fidanzati dell’inverno, primo volume dell’Attraversaspecchi, saga in quattro volumi diventata oggi un autentico fenomeno letterario sia in Francia che all’estero. Nel 2014 ha vinto il premio letterario degli studenti dell’Hérault e il premio Elbakin categoria giovani, nel 2016 il Grand Prix de l’Imaginaire.

Qui, solo Qui" di Christelle Dabos: lottare per crescere e ritrovare se stessi - ilLibraio.it

 

Guillaume MUSSO, La ragazza e la notte (La jeune fille et la nuit), nuova edizione, La nave di Teseo.

Un campus prestigioso cristallizzato sotto la neve. Tre amici legati da un tragico segreto. Una ragazza portata via nella notte. Dal maestro del noir il nuovo palpitante romanzo che ha scalato ancora una volta la vetta delle classifiche francesi.

Costa Azzurra, inverno del 1992. In una notte glaciale, mentre il campus del suo liceo è paralizzato da una tempesta di neve, Vinca Rockwell, diciannove anni, una delle studentesse più brillanti dell’ultimo anno, fugge insieme al suo professore di filosofia, con il quale aveva una relazione segreta. Per la ragazza « l’amore è tutto o niente ». Nessuno la rivedrà mai più. Costa Azzurra, primavera del 2017 Fino alla fine del liceo erano inseparabili, ma da allora Fanny, Thomas e Maxime – i migliori amici di Vinca – non si sono più rivolti la parola. Si ritrovano ora a una riunione di ex alunni. Venticinque anni prima, in terribili circostanze, hanno tutti e tre commesso un omicidio, murando il cadavere nella palestra della scuola. Proprio la palestra che oggi deve essere demolita per fare spazio a un altro edificio. D’ora in poi, niente potrà più impedire che la verità sul caso di Vinca venga a galla. Sconvolgente, dolorosa, demoniaca.

Romanzo dopo romanzo, Guillaume Musso ha costruito un legame unico con i suoi lettori. Nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, tradotti in 45 lingue, e più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir.

La ragazza e la notte - MilanoNera

 

Léonor DE RÉCONDO, Tornare a te (Revenir à toi), Edizioni Clichy.

La storia di una rottura, di un’assenza, della disperata eppure vitale ricerca di un ritorno, non a ciò che non si è stati, ma a ciò che ancora è possibile salvare di un amore tra una madre e una figlia. Quando riceve un messaggio dalla sua agente che le annuncia il ritrovamento di sua madre, scomparsa quando era solo una ragazzina, Magdalena non esita nemmeno per un istante. Va alla stazione e sale sul primo treno per il Sud Ovest della Francia. Attrice assai celebre, ha vissuto per trent’anni senza sapere più niente di Apollonia, la donna che le ha dato la vita e che un giorno «se n’è andata», come le avevano detto suo padre e i suoi nonni. In tutto questo tempo Magdalena ha interpretato i suoi personaggi per non sprofondare, per sopravvivere a quell’assenza, e nel momento in cui sta per ritrovarla si ritrova anche lei, nuda, aperta a ogni possibilità. Tornare a te è il suo viaggio verso la madre, un viaggio anche interiore verso la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua famiglia, i suoi amori. Un viaggio carnale, morbido, esitante, in cui lentamente si svela un segreto antico e doloroso, un’omissione tacitamente trasmessa, e che però è la chiave di ogni cosa. Ma Tornare a te è anche un omaggio ad Antigone e ai grandi miti letterari che hanno plasmato la nostra cultura e di cui Magdalena è diventata la voce. Di fronte ad Apollonia, così lontana e fragile, questa voce interiore finalmente emerge, inquieta ma anche determinata a svelare l’enigma delle loro esistenze. Nello spazio di qualche giorno, in quella casa dissestata su un canale, Magdalena segue un magnifico cammino di riconciliazione con la madre e con sé stessa. E la vita sognata e la vita vissuta diventano una cosa sola.

Nata nel 1976 in una famiglia di artisti, Léonor de Récondo vive a Parigi. Scrittrice e violoncellista, ha inciso una quindicina di dischi e pubblicato sette romanzi, tra cui Pietra Viva (2013), Amori (2015), Point cardinal (2017) e La leçon des tenèbres.

Revenir à toi (Grand format - Broché 2021), de Léonor de Récondo | Grasset

 

Nicolas BOUVIER, Cronache giapponesi (Chronique japonaise), Feltrinelli.

Al contempo saggio sulla storia, la filosofia, le tradizioni dell’arcipelago nipponico e vero e proprio diario di viaggio, Cronache giapponesi è tra i libri mitici di Nicolas Bouvier, viaggiatore, scrittore e fotografo svizzero francofono. La genesi degli antichi miti nazionali, la fondazione dello stato giapponese, i primi scambi con la Cina, la vita di corte a Kyoto, l’arrivo dei navigatori portoghesi e olandesi, fino alla Seconda guerra mondiale e all’occupazione americana, Bouvier va alla scoperta di una cultura millenaria, lontana, affascinante, e di un popolo che ha sempre saputo coltivare l’arte del compromesso. Ne percorre grandi tratti a piedi, come il suo amato Basho, vive tra le prostitute del quartiere Shinjuku di Tokyo, nei giardini profumati di pino di un tempio buddhista a Kyoto, visita la pittoresca Matsushima e la gelida Hokkaido, dove i nativi Ainù indossano i loro costumi tradizionali dalle nove alle cinque per essere fotografati dai turisti, felici per le macchine fotografiche, e poi tornano a casa per cambiarsi in abiti occidentali. Cerca i contadini, gli anziani, la musica e i rituali. E si avvicina con cautela a ciò che resta del buddhismo Zen. Bouvier cattura l’odore dell’aria, il colore di un viso, vive di attimi rubati, riflessioni, piccoli regali, occasioni e briciole.

“In questo elogio allo sbando, del tremore, del terremoto, dell’istante dilatato ed estremo, della perdita dei propri confini e radici, della ‘crisi’, c’è tutta la poesia e l’etica di Nicolas Bouvier, il mestiere insensato e generoso di scrivere per mostrare, oh quanto vanamente (la vanità della cosiddetta bellezza, la vanità stessa del vero), gli infiniti al-di-là che si aprono in questo mondo.” Beppe Sebaste

Nicolas Bouvier (1929-1998) è stato uno scrittore e fotografo svizzero, noto soprattutto per i suoi affascinanti libri di viaggio. La polvere del mondo è la sua opera più celebre e importante.

Cronache giapponesi - Nicolas Bouvier - Feltrinelli Editore

 

Inès CAGNATI, Giorno di vacanza (Le jour de congé), Adelphi.

Non si può crescere in un paese di paludi, di piogge, di nebbie, di terre livide dove tutto muore, senza rimanerne segnati per sempre: di più, senza assomigliare a quel paesaggio inamabile. Né vivere in una casa fatiscente, sperduta fra boschi, malerbe e acque solitarie, dove anche l’amore è intollerabile violenza, senza desiderare che il mondo intero esploda «in una girandola di sangue». Nera come una zingara, taciturna come uno strano fiore selvatico, traboccante di rancore e di disprezzo per se stessa, Galla vorrebbe solo andarsene via, lontano dai troppi lutti, dal peso delle innumerevoli sorelle, da un padre abbrutito dal lavoro, dalla madre che ama troppo per sopportarne la dolente presenza. Ma l’unica possibilità di fuga, oltre ai sogni, è la vecchia e fragile bicicletta dal lamento di salamandra morente, e l’unica meta la scuola dov’è interna, a trentacinque chilometri, in città. Un tragitto che separa due vite e due mondi inconciliabili – la pietraia che non dà frutti e le terre miracolate dalla fertilità –, e che un sabato Galla decide di percorrere per rivedere la madre: sarà un giorno di vacanza sinistro e fatale, dove tutto precipiterà, rivelandole il senso di ogni cosa. Perché il malevolo, straziante paese da cui proveniamo – sembra dirci Inès Cagnati con la sua prosa di insolente intensità – è la carne stessa di cui siamo fatti, e possiamo, se non sbarazzarcene, almeno intravedere nel ricordo le meraviglie di cui era fiorito.

Giorno di vacanza, il primo romanzo di Inès Cagnati (1937-2007), ha ottenuto nel 1073 il premio Roger Nimier. Di lei Adelphi ha pubblicato nel 2022 Génie la matta.

Inès Cagnati era una scrittrice italo-francese che viveva nella Francia rurale. I suoi romanzi trattano dell’esperienza di essere un outsider, di crescere poveri nella Francia rurale e del silenzio che accompagna l’incapacità di comunicare. È stata anche insegnante di letteratura francese al Lycée Carnot di Parigi.

Un'altra madre di Cagnati, patologie più che sentimenti | LuciaLibri

 

EXPOSITIONS

Siamo foresta. Milano. Triennale. Fino al 29 ottobre 2023.

Questa mostra costituisce il sesto progetto espositivo realizzato nell’ambito del partenariato della durata di otto anni tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain, confermando così l’impegno delle due istituzioni nel portare presso pubblici sempre diversi i propri progetti espositivi, incoraggiando la scoperta delle visioni di artisti provenienti dai contesti geografici più vari. Oltre il 70% delle opere in mostra proviene dalla collezione della Fondation Cartier pour l’art contemporain e racconta in particolare la storia del rapporto che la fondazione ha instaurato da tempo con artisti di alcune comunità indigene dell’America Meridionale. L’incontro con questi mondi estetici e metafisici, indigeni e non, è stata l’occasione per dare vita a nuovi progetti artistici, opere inedite e talvolta collaborazioni inaspettate. Infatti, anche in questo progetto espositivo, sono incluse numerose nuove creazioni, pensate appositamente per Siamo Foresta. Fondation Cartier lavora per stimolare l’incontro e lo scambio tra gli artisti, principio alla base della nascita di questa mostra, frutto di conversazioni dalle quali sono scaturiti sodalizi senza precedenti, in particolare quello tra gli artisti Sheroanawe Hakihiiwe, yanomami del Venezuela, e il francese Fabrice Hyber, artista che da 20 anni si prende cura di una foresta temperata in Vandea (la mostra si apre con grandi tele dipinte da loro a quattro mani); l’incontro tra l’artista di Rio de Janeiro Adriana Varejão e Joseca Mokahesi, yanomami brasiliano; e la collaborazione più recente tra la yanomami brasiliana Ehuana Yaira e Cai Guo-Qiang, artista cinese con base a New York. Che siano appassionati osservatori della diversità vegetale e animale della foresta in cui vivono, o che risiedano in città, affascinati dalla realtà della foresta, gli artisti in mostra dialogano su un tema comune: la necessità di ripensare il ruolo dell’uomo all’interno dell’universo dei viventi.

Siamo Foresta”, la mostra a Triennale Milano

 

Matisse Metamorfosi. Nuoro. Museo MAN. Fino al 12 novembre 2023.

Il MAN di Nuoro riunisce in Sardegna 25 bronzi del grande artista del Novecento, facendo luce su una produzione meno nota con cui il francese sfidava l’amico rivale Picasso.

Per la prima volta in Italia, il Museo MAN dedica una mostra alla scultura di Henri Matisse. Il progetto espositivo rilegge e adatta agli spazi del museo sardo, il concept inedito e complesso della mostra Matisse Métamorphoses organizzata nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza.

Un progetto destinato a ripensare Matisse, a riconsiderare il ruolo della sua opera nel panorama dell’arte della prima metà del XX secolo, alla luce di una più ampia ricerca estetica che vede proprio nella scultura il veicolo per nuove e rivoluzionarie soluzioni formali. In questo affondo necessario, emerge come sia stata in particolare la figura umana il tema principe della sua tensione verso la sintesi. Dall’indagine sul corpo, la postura, il gesto o la fisionomia, Matisse ha sviluppato un percorso di riduzione geometrica dell’immagine che lo ha portato verso un’astrazione ai limiti del radicale.

Come l’artista stesso affermò nel 1908 nelle sue Notes d’un peintre: «ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, è la figura». La figura, non per il suo pathos, il suo lirismo, gli stati d’animo o la flessione esistenziale, ma per il suo senso di presenza nello spazio e la sua ideale evoluzione nel tempo. Matisse ha interrogato infatti il corpo nella sua relazione con l’ambiente prossimo e con il mutare delle circostanze in un lasso di tempo dilatato. Ecco allora l’evoluzione di un dato naturalistico in una sintesi finale che sublima la contingenza in una dimensione di perfezione assoluta. Lo spazio condiziona, a sua volta, un sistema di relazioni sottili fra sostanza fisica e vuoto abitato, fra i gesti e le linee dinamiche che essi disegnano nell’aria.

Mostra Matisse | Metamorfosi - Nuoro - Cose di Casa

 

Mode et sport. D’un podium à l’autre. Paris. Musée des Arts Décoratifs. 20 septembre 2023 – 7 avril 2024.

Du 20 septembre 2023 au 7 avril 2024, le musée des Arts décoratifs présente une grande exposition explorant les liens inattendus et fascinants qui unissent la mode et le sport, à l’occasion des Jeux Olympiques de 2024 à Paris.

Dans un parcours chronologique entrecoupé de parties thématiques, l’exposition s’ouvre sur un espace circulaire dédié à l’Antiquité, lorsque le sport était associé à la nudité. L’ère médiévale et l’époque moderne sont évoquées à travers le tournoi médiéval et le jeu de paume. Si les illustrations du Moyen Âge dépeignent l’importance du vêtement comme signe de reconnaissance d’un jouteur ou d’une équipe, la paume révèle un paradoxe entre une recherche de confort et un souci d’élégance très présent malgré l’activité physique. On y découvre que la couleur blanche, encore associée au tennis aujourd’hui, trouve déjà ses racines dans cette pratique ancienne. Les premiers exercices physiques proviennent d’activités utilitaires aristocratiques, telles que la chasse, l’archerie ou l’escrime. À travers des vêtements remis dans leur contexte, le visiteur découvre que ces loisirs sont avant tout synonymes de raffinement, mais qu’ils sont aussi l’occasion de quelques évolutions vestimentaires, comme la culotte pour les cavalières. Le propos est renforcé par des représentations picturales de figures historiques telles que Marie-Antoinette.

Le sport prend une nouvelle envergure au début du XIXe siècle, le courant hygiéniste promouvant l’activité physique pour être en bonne santé. La section débute en mettant l’accent sur l’importance de la gymnastique dans ces nouveaux enjeux, puis se poursuit en abordant les sports collectifs. Le football et le rugby sont l’occasion pour les hommes d’adopter les premiers maillots. Des jerseys de la fin du XIXe siècle et du début du XXe siècle sont présentés avec les premières chaussures à crampons pour le football et à pointes pour l’athlétisme. À l’opposé, les tenues féminines sont marquées par d’élégantes robes de tennis, de golf, et de croquet. À la fin du XIXe siècle, les sports individuels prisés de la bonne société sont avant tout une occasion de distinction sociale. Les peintures et les photographies du tournant du siècle, notamment celles de Jacques- Henri Lartigue, montrent de manière cocasse ces femmes à grands chapeaux, bien loin de notre imaginaire du sport. La bicyclette, très rapidement appréciée des hommes mais aussi des femmes, devient pour elles un outil d’émancipation. Culottes bouffantes ou bloomers portés pour faire du vélo en sont les témoins.

La baignade et la nage jouent un rôle important dans notre manière d’envisager l’habillement aujourd’hui. Dans une ambiance aquatique immersive, cette section dévoile l’influence de ces pratiques sur le recul de la pudeur et le dévoilement du corps. Depuis les costumes de bain féminins très couvrants de la fin du XIXe siècle aux premiers bikinis des années 1940, les nageuses ont contribué à l’acceptation des tenues de bain moulantes et de plus en plus réduites.

L’entre-deux-guerres est une période cruciale dans les relations entre la mode et le sport avec les premiers vêtements conçus spécialement pour le sport, tel l’incontournable polo Lacoste. Les grands couturiers, fascinés par les compétitions du moment, imaginent des vêtements confortables et élégants, inspirés du vestiaire sportif. Jean Patou, Jeanne Lanvin, Elsa Schiaparelli et Gabrielle Chanel ont participé aux débuts de ce qu’on appelle déjà le sportswear. L’exposition aborde la notion de «glisse», dans une vision très large. Les sports d’hiver (alpinisme, patinage, ski) sont à l’origine d’innovations techniques et, à nouveau, d’une acceptation progressive du pantalon dans le vestiaire féminin.

Dans la seconde moitié du XXe siècle, le sportswear devient une évidence et prend de plus en plus de place dans la garde-robe, masculine et féminine. Les couturiers eux-mêmes sont extrêmement liés aux compétitions sportives. Certains «sportifs-stylistes» ont, comme René Lacoste, commencé leur carrière sur les terrains avant d’arriver sur les podiums. De manière inattendue, de grands noms apparaissent : Emilio Pucci comme membre de l’équipe olympique italienne de 1936, ou Ottavio Missoni, champion du monde du 400 mètres. D’autres se sont investis aux plus hauts niveaux du sport en signant les uniformes des Jeux olympiques, d’André Courrèges à Issey Miyake, en passant par Balmain ou Lanvin. Le sportswear connaît un véritable essor dans les années 1980 et 1990, grâce à un nouvel idéal corporel lié à la pratique de la musculation et de l’aérobic.

Ainsi cette exposition célèbre la créativité et l’innovation en offrant une perspective unique sur l’histoire, l’avenir et la porosité de ces deux domaines. Elle rappelle que la mode et le sport ne sont pas des mondes séparés, mais des forces interconnectées qui continuent de façonner notre quotidien. L’exposition est aussi une invitation à célébrer l’audace de ceux qui ont contribué à cette évolution et à imaginer un avenir où la mode et le sport continueront de se nourrir mutuellement pour nous inspirer et nous motiver.

Expo à Paris : Mode et Sport au musée des Arts Décoratifs

 

Sur les traces de Magritte. Bruxelles. Jusqu’au 7 janvier 2024.

À l’occasion du 125e anniversaire de la naissance de René Magritte, la Fondation Magritte, le Musée Magritte et la Ville de Bruxelles ont invité le street artiste Julien de Casabianca à explorer l’œuvre de Magritte. Huit collages monumentaux ornent autant de façades de Bruxelles, du 30 juin 2023 au 7 janvier 2024. Pour redécouvrir l’œuvre de Magritte à travers ce parcours de collages de Julien de Casabianca, les iconiques « hommes au chapeau melon » vous guident de la place De Brouckère à la place Royale. Lors de l’inauguration du parcours Sur les traces de Magritte, l’échevine de la Culture, du Tourisme et des Grands événements Delphine Houba déclarait, avec un clin d’œil au titre d’une toile de Magritte « Ceci n’est pas une pipe »: « Ceci n’est pas une exposition, mais nous sommes très contents que cela ait lieu ». Delphine Houba notait que si René Magritte n’est pas originaire de Bruxelles (il est né à Lessines en 1898), il y a vécu 25 ans. « Lui-même a sans doute flâné dans les rues et observé le ciel de la capitale. On peut de la sorte y marcher en suivant les traces de sa vie et de son œuvre ». Et d’ajouter: « Les gens ne se sentent pas toujours légitimes de rentrer dans un musée, mais l’art est pour tout le monde et il est donc important que ce soit dans la rue ». « Magritte doit toujours rester vivant et la meilleure manière de le garder vivant est de l’exposer tant dans les musées que dans les rues », déclarait pour sa part Charly Herscovici, président de la Fondation Magritte. Le « point commun » entre René Magritte et Julien de Casabianca est que ce dernier « décontextualise aussi des objets et les met dans d’autres contextes pour créer un environnement étrange », expliquait Emmanuel Angeli, responsable stratégique et artistique pour l’organisateur Brussels Major Events. « Ce qui intéresse ce street artiste, c’est que la grande peinture des institutions rencontre une pratique d’inspiration spontanée. Il recherche comment rendre des chefs-d’œuvre à la rue ».

L’artiste Julien de Casabianca, maître dans sa discipline, réalise des collages XXL éphémères sur des façades iconiques dans le monde entier. Son travail est respectueux de son environnement et ne représente aucun risque de dégradation pour les façades qui supportent ces collages temporaires.

Bruxelles: Partez sur les traces de Magritte avec une balade surréaliste - Metrotime

 

Les années fauves. Martigny (Suisse). Fondation Pierre Gianadda. Jusqu’au 21 janvier 2024.

En collaboration avec le Musée d’Art moderne de Paris, Paris Musées, la Fondation Pierre Gianadda a le privilège d’exposer plus d’une centaine d’œuvres provenant aussi de musées français tels le Musée national d’art moderne Centre Pompidou, le Musée Paul Dini, ou celui des Beaux-Arts de Bordeaux et de collections privées. Des peintures, sculptures et céramiques toutes emblématiques des années fauves vont parer les cimaises de la Fondation de couleurs flamboyantes.

Grâce à une sélection rassemblant plus de 90 œuvres emblématiques des collections du Musée d’Art moderne de Paris, l’exposition Les Années fauves témoigne de ce moment unique de la création artistique en France entre 1900 et 1910. Elle met en évidence comment la création des artistes fauves, associée à la libération de la couleur avec ses «cartouches de dynamite» (Vlaminck) et à un certain ensauvagement de la peinture, embrasse un territoire et une temporalité plus large que la période qui s’étend du Salon d’Automne en 1905 aux Demoiselles d’Avignon en 1907. L’exposition vise également à rendre compte de la visibilité internationale apportée à ces artistes par de grands marchands et l’adhésion de nombreux critiques, écrivains et poètes au fauvisme mettant ainsi en relief une zone d’influence et d’expansion profonde qui à bien des égards, prépare et accompagne sur près d’une décennie la révolution du cubisme comme celle de l’abstraction.

Un groupe de peintres expose leurs œuvres en exaltant la couleur pure au Salon d’Automne en 1905. Cet excès chromatique choque le public et Louis Vauxcelles, découvrant un buste d’Albert Marque s’exclame : «Donatello parmi les fauves»! La phrase fait mouche et fauve devient éponyme du Fauvisme, premier mouvement d’avant-garde du XXe siècle. Matisse, Manguin, Derain, Vlaminck, Rouault, Marquet, Dufy, Braque etc. participent de cette libération des tonalités. Les œuvres exposées illustrent cette technique picturale avec la construction de l’espace par la couleur pure: on transpose et la sensation le dispute à l’émotion. La Seine et les villages de Chatou, de Collioure, d’Argenteuil et la Normandie font partie des paysages allumés par les Fauves. Avec des statuettes d’Afrique, cette exposition démontre l’influence dans les ateliers des Fauves de cet art exotique. Certains s’ouvrent aux innovations comme la céramique. Les inventeurs du Fauvisme créent avec «une énergie vitaliste» un feu d’artifices dans le concert de l’art du XXe siècle.

Les années fauves: arte del primo Novecento dalla Francia alla Svizzera - NonSoloCinema

 

Visa pour l’Image 2023 – Festival International de Photojournalisme. Perpignan. Jusqu’au 17 septembre 2023.

Chaque année, à Perpignan, une sélection des meilleurs sujets photojournalistiques venus du monde entier.

Considéré comme le plus grand festival du genre, vous découvrirez le travail de nombreux journalistes qui ont choisi la photo pour témoigner de la réalité de ce monde tourmenté et parfois réveiller nos consciences endormies. Ce Festival est aussi un très bon moyen de découvrir la ville de Perpignan, les expositions de photos ayant lieu dans des lieux emblématiques : le Couvent des Minimes, l’église des Dominicains, l’Arsenal des Carmes, Le Théâtre de l’Archipel, L’hôtel Pams, le Palais de Corts, la chapelle du tiers-Ordre. Dans toute la ville, vous découvrirez de magnifiques reportages de journalistes du monde entier. Vous pourrez aussi assister à des projections en plein-air dans le superbe cadre du Campo Santo, cloître qui jouxte la Cathédrale Saint-Jean de Perpignan.

Plusieurs prix sont décernés chaque année: les « Visas d’Or » (catégories News, Magazine, Presse Quotidienne) et le prix de la Ville de Perpignan. Le prix Camille Lepage a été créé il y a quelques années en mémoire de la photojournaliste française assassinée en mai 2013 en Centrafrique, à l’âge de 26 ans. Ce prix nous rappelle les risques pris par ces journalistes pour nous interpeller/alerter.

Visa pour l'Image 2023, le Festival International du Photojournalisme | Radio France

 

CINÉMA

Fratello e sorella (Frère et soeur). Un film di Arnaud Desplechin. Con Marion CotillardMelvil PoupaudGolshifteh FarahaniBenjamin Siksou. Uscita 3 agosto 2023.

Non si esce indenni dal nuovo film di Arnaud Desplechin. Radicale e malato, Frère et soeur è a immagine del suo soggetto e della sua famiglia spezzata. Non è la prima volta che Arnaud Desplechin invita Marion Cotillard e Melvil Poupaud nel suo cinema intimo e romanzesco, dove i personaggi si fanno eco, ritrovano le stesse mitologie personali, e gli attori cambiano di ruolo, si rispondono di film in film disegnando le multiple vite della famiglia Vuillard di Roubaix. Come cowboy di un vecchio western, i protagonisti si affrontano a colpi di parole, di sguardi, di gesti. Poupaud è una montagna da scalare, Cotillard un blocco da scalfire. Punteggiato da impressionanti scene di rabbia, Frère et soeur serve ai suoi antagonisti un duello a distanza e al limite dell’insania. C’è da sempre un furore segreto nel cinema di Desplechin che qui prende tutto lo spazio. Frère et soeur è un film sconcertante, che ci perde e ci vince sul filo di sentimenti esacerbati fino alla sua conclusione luminosa e finalmente ‘in ascolto’.

Cannes 2022 arrivano i film di Desplechin e Miller - Taxidrivers.it

 

Passages. Un film di Ira Sachs. Con Franz RogowskiBen WhishawAdèle ExarchopoulosErwan Kepoa Falé. Uscita 17 agosto 2023.

Tomas è un regista di successo, irascibile e pieno di incertezze, ma anche felicemente sposato con Martin. Dopo aver concluso le riprese del suo nuovo film incontra per caso Agathe, una giovane insegnante, e prova per lei un’attrazione irrefrenabile. La passione supera i dubbi, i giorni passano e Tomas finisce per lasciare la casa condivisa con Martin, salvo tornare sui suoi passi non appena scopre che quest’ultimo si sta facendo consolare da un affascinante scrittore. Non intende tuttavia rinunciare del tutto ad Agathe, e in questo andirivieni sentimentale finirà per far soffrire tutti quanti. È un film potente, Passages. Un film che s’insinua sotto la pelle di chi guarda e sa farsi strada, rimanendo impresso. Il regista Ira Sachs mette in scena una giostra di sentimenti, seduzioni, ricatti morali ed eccitazioni firmando un film caldo e sensoriale sulla complessità delle relazioni umane. Alla profondità dell’introspezione psicologica dei personaggi si abbina una cura estetica notevole, non solo nella scelta di costumi raffinati e scenografie assolutamente appropriate, ma anche nella volontà ammirevole di liberare i corpi anche da un punto di vista formale.

Passages, recensione e intervista al regista Ira Sachs

 

Io sono tuo padre (Tirailleurs). Un film di Mathieu Vadepied. Con Omar SyAlassane SyJonas BloquetBamar Kane. Uscita 24 agosto 2023.

Un padre e un figlio si trovano a combattere insieme al fronte durante la prima guerra mondiale.

Un film lineare e senza fronzoli che si posiziona radicalmente « contro » – la guerra, l’obbedienza cieca agli ordini, il colonialismo, lo sfruttamento dei fratelli su altri fratelli, la retorica militare e politica – il che lo rende terribilmente attuale. La regia di Mathieu Vadepied è fisica e concreta, aderisce ai suoi personaggi e li getta all’interno di una storia che sembra svilupparsi di minuto in minuto. Omar Sy, che ha prodotto il film e interpreta il ruolo di Bakary rispolverando la lingua Fula delle sue origini, si assume il rischio di remare contro l’immensa popolarità ottenuta oltralpe per criticare apertamente la politica coloniale francese e certe ipocrisie nella gestione del rapporto con gli immigrati africani. Io sono tuo padre è un film di poche parole e pochi accadimenti necessari per illustrare la parabola di Thierno, combattuto fra l’amore per il padre e il desiderio di emanciparsi dalla sua autorità per diventare finalmente uomo.

Io sono tuo padre, di Mathieu Vadepied, dal 24 agosto al cinema - Minerva Pictures

 

Il sapore della felicità (Umami). Un film di Slony Sow. Con Gérard DepardieuKyozo NagatsukaPierre RichardRod Paradot. Uscita 31 agosto 2023.

Gabriel Cravin è uno chef pluristellato che ha però perso il gusto per la vita. In seguito a un attacco cardiaco, che richiede una complessa operazione, la sua visione del mondo sembra ulteriormente peggiorare. Gli torna alla memoria anche una sconfitta subìta quarant’anni prima, in un concorso internazionale, da uno chef giapponese che aveva vinto con degli spaghetti in brodo. Su suggerimento di un amico decide allora di andare a cercare quello chef per farsi rivelare il segreto del famoso Umami. Slony Snow realizza un menu cinematografico con una molteplicità di ingredienti. Finisce però con il prevalere nello chef cinematografico Snow il desiderio di fare uscire dal locale i clienti contenti. Forse troppo. Resta però valida la descrizione della scoperta, da parte di un europeo, di un mondo culturalmente distante come quello giapponese che troppe volte si tende a confondere con altre società asiatiche. La battuta, rivolta dallo chef nipponico al collega (“Le avrebbe fatto piacere se le avessi detto che Obelix è tedesco?”) è di quelle che vanno ricordate e meditate.

Il sapore della felicità - Film (2022) - MYmovies.it

 

Jeanne du Barry – La favorita del re (Jeanne du Barry). Un film di Maïwenn. Con MaïwennJohnny DeppBenjamin LavernhePierre Richard. Uscita 30 agosto 2023.

Un dramma liberamente ispirato alla vita di Jeanne du Barry, l’ultima amante di Luigi XV alla corte di Versailles, dopo Madame de Pompadour.

Non è facile liberarsi di se stessi e in questo senso ogni film di Maïwenn è una sfida. Ma è così Maïwenn, prendere o lasciare. Nata in una famiglia ‘plebea’ e dalla leggenda nera (violenza, abuso, abbandono) che ha nutrito i suoi primi passi al cinema, l’autrice non ha mai smesso di ‘girare’ intorno alla disfunzione familiare e al regolamento artistico dei conti. Per cui Jeanne du Barry non cade troppo lontano dai precedenti one-woman-show. Il film comunque seduce, diverte e convince, accostando la corte del re, con i suoi codici e rituali infernali, alle regole non meno folli ma ferree vigenti nel mondo del cinema o della moda. In una sarabanda di trovate che danno un retrogusto gioiosamente femminista alla piccola rivoluzione introdotta a Versailles da questa cortigiana venuta dal nulla ma capace di amare e farsi amare infrangendo tutti i diktat dell’etichetta. Anche se questo significava navigare a vista fra l’odio esibito delle figlie di Luigi XV, i favori del potente Richelieu e i velati consigli del valletto del re, unica figura inventata.

Jeanne du Barry – La Favorita del Re” è il film d'apertura del 76° Festival di Cannes - S&H Magazine

 

Manodopera  (Interdit aux chiens et aux Italiens). Un film di Alain Ughetto. Con Ariane AscarideAlain UghettoStefano PaganiniDiego Giuliani. Uscita 31 agosto 2023.

Un film da far vedere nelle scuole per la dolcezza e la precisione con cui si racconta l’Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. L’emigrazione italiana in Francia in un film in stop motion poetico e personale. Premio della Giuria ad Annecy e premio al Miglior film d’animazione europeo agli Efa 2022.

Quella che con un tono altisonante potrebbe definirsi la ‘saga’ degli Ughetto viene narrata con profonda dolcezza e partecipazione da un discendente. Grazie all’utilizzo della stop motion e di pupazzi in plastilina alti 23 centimetri il regista ha raccontato con dolcezza, ma anche con precisione storica, l’Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. Di quelli cioè di cui lo Stato si ricordava quando doveva mandarli a morire nelle tante guerre che hanno costellato la prima metà del secolo scorso. Salvo poi non offrire loro altro che la strada dell’emigrazione. Un film come questo, grazie alla tecnica adottata e ai toni utilizzati, dovrebbe essere mostrato nella scuola dell’obbligo per ricordare a tutti, sin dalla più giovane età, che il passato del nostro Paese va conosciuto e non dimenticato. Anche e soprattutto quando si pronuncia con disprezzo la parola ‘migranti’. In sottofondo, a rendere ancora più speciale questo film, la colonna sonora firmata da Nicola Piovani.

Il Regno del Cinema

 

Ritratto di famiglia (Les Miens). Un film di Roschdy Zem. Con Sami BouajilaRoschdy ZemMeriem SerbahMaïwenn. Uscita 31 agosto 2023.

Una cronaca familiare tenera e garbata, che sollecita il dialogo e si nutre dell’esperienza del suo autore.

Moussa è un uomo mite, padre dedicato e fratello accudente. Un trauma cranico causato da una misteriosa caduta, acutizza la sua depressione e taglia i suoi freni inibitori. Improvvisamente, dice quello che pensa e come lo pensa. Le parole senza filtro di Moussa obbligano ‘i suoi’ a un esame di coscienza da cui tutti usciranno migliori. Sensibile e debordante di vita che rilancia, come le sentenze caustiche del suo protagonista (Sami Bouajila), Ritratto di famiglia è una cronaca familiare tenera e garbata, nutrita dall’esperienza del regista, figlio di immigrati marocchini che è riuscito a imporsi nel cinema come il suo personaggio, il fratello autocentrato di Moussa, in televisione. Il film sollecita il dialogo, quello frontale, occhi negli occhi, quello che ferisce ma libera e aiuta ad amarsi meglio. “La verità mi fa male, lo so…” cantava Caterina Caselli in fondo agli anni Sessanta, Roschdy Zem si impegna a dirla nonostante, prendendo di petto i conflitti e portando finalmente in superficie le disfunzioni della nostra vita.

Ritratto di Famiglia - Film (2022) - MYmovies.it

 

Il mio amico tempesta (Tempête). Un film di Christian Duguay. Con Mélanie LaurentPio MarmaïCarmen KassovitzCharlie Paulet. Uscita 14 settembre 2023.

Un incidente minaccia di porre fine alla carriera agonistica di una giovane ragazza, ma lei e il suo cavallo combatteranno insieme per raggiungere la vittoria. Un’adolescente è cresciuta con i cavalli nella scuderia dei suoi genitori ed ha un legame profondo e speciale con un giovane cavallo. Un incidente minaccia di porre fine alla sua carriera agonistica, ma la ragazza e il cavallo combatteranno insieme.

Il mio amico Tempesta - Film (2022) - MYmovies.it

 

Il grande carro (Le Grand chariot). Un film di Philippe Garrel. Con Louis GarrelEsther GarrelAurélien RecoingFrancine Bergé. Uscita 14 settembre 2023.

Un intimo film di famiglia che ricorda come l’arte possa salvarci dai problemi della vita.  Tre fratelli, un padre e una nonna gestiscono uno spettacolo di burattini itinerante. Quando il padre muore durante uno spettacolo, i restanti membri della famiglia cercano di mantenere viva la sua eredità.

Il grande carro - Film (2023) - MYmovies.it

 

La verità secondo Maureen K. (La Syndicaliste). Un film di Jean-Paul Salomé. Con Isabelle HuppertAlexandra Maria LaraYvan AttalBenoît Magimel. Uscita 21 settembre 2023.

Un’indagine thriller ambientata nel mondo del nucleare e della politica. Tratto dalla vera storia di Maureen Kearney.

aureen Kearney è la rappresentante sindacale di Areva, una multinazionale francese del settore nucleare, al terzo mandato. Vorrebbe rallentare, ma non fa per lei. Quando viene a sapere dell’accordo segreto che il nuovo dirigente sta stringendo con la Cina, e che minaccia direttamente il posto di lavoro di cinquantamila operai, si dimostra disposta a tutto pur di farlo uscire allo scoperto. Allora cominciano le minacce, le intimidazioni, i pedinamenti. Fino all’aggressione. Sembra che alla polizia non rimanga altro da fare che trovare il responsabile, ma nel giro di poche settimane è lei, la vittima, a diventare la principale sospettata. Il duo Isabelle Huppert – Jean-Paul Salomé si riunisce dopo il successo sorprendente di La padrina, per raccontare una storia vera di coraggio personale e di vergogna collettiva, in cui la violenza privata e quella politica si fondono letteralmente sulla pelle di una donna, costretta dalle circostanze e dalla propria forza di carattere ad una battaglia molto più grande di lei. Ancora una volta tocca alla Huppert farsi carico di portare il cinema nel film, con le proprie risorse, come la protagonista di questa storia è stata costretta a fare, per difendere la sua dignità, non potendo contare su nessun altro.

La verità secondo Maureen K. (2023) | FilmTV.it

 

A passo d’uomo (Sur les chemins noirs). Un film di Denis Imbert. Con Jean DujardinJoséphine JapyAnny DupereyJonathan Zaccaï. Uscita 28 settembre 2023.

Dall’omonimo libro autobiografico dello scrittore francese Sylvain Tesson. Pierre, celebre esploratore e scrittore sempre in viaggio in cerca di avventure, una sera è vittima di un incidente. Quando si risveglia dal coma, malgrado riesca malapena a stare in piedi, decide di ripartire questa volta per attraversare la Francia a piedi, lungo sentieri dimenticati, per ritrovare sé stesso e le sue radici.

A Passo d'Uomo - Film (2023) - MYmovies.it

 

THÉÂTRE

Romaeuropa Festival 2023. Teatro Argentina, 23 – 24 settembre 2023. Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Ivo van Hove, con Isabelle Huppert (Amanda), Justine Bachelet (Laura), Cyril Guei (Jim), Antoine Reinartz (Tom). Traduzione in francese Isabelle Famchon. Produzione Odéon – Théâtre De L’europe.

È uno spazio sotterraneo e terroso, nido familiare per fragili creature umane, quello in cui il celebre regista Ivo van Hove ambienta il suo riallestimento de Lo zoo di vetro di Tennessee Williams. A governare questo rifugio sotterraneo è una delle attrici più premiate al mondo, icona di indimenticabili film d’autore e delle scene internazionali: Isabelle Huppert. A lei, infatti, van Hove ha affidato il ruolo di Amanda, donna determinata a far sposare sua figlia Laura, così timida e fragile con la sua collezione di animali di vetro capace di portarla via dalla realtà. Al loro fianco il figlio Tom, che provvede alla famiglia e corre al cinema appena può. Ecco tre solitudini, fragili e belle come altrettanti giocattoli di vetro, il loro sognare un’altra vita. Perché, con la forza di Isabelle Huppert e di un altrettanto eccezionale cast d’attori, van Hove sembra esplorare l’agire del ricordo e della memoria, il teatro che li mette in scena, il loro essere conforto e limite, tana e confine; il contrario tendere verso il futuro. «È una sfida artistica e allo stesso tempo un sogno che si avvera lavorare con Isabelle Huppert all’adattamento di questa pièce, tra le più personali e autobiografiche di Tennessee Williams» ha affermato il regista.

Lo zoo di vetro | Festival 2023 | Romaeuropa