ESPACE CULTURE
À LA UNE
Didier Decoin succède à Bernard Pivot à la tête de l’académie Goncourt.
Le romancier Didier Decoin, 74 ans, a été choisi par ses pairs, lundi 20 janvier, pour prendre la barre de l’académie Goncourt en remplacement de Bernard Pivot, a annoncé l’académie. Membre de l’académie Goncourt depuis 1995, ancien lauréat du plus prestigieux des prix littéraires du monde francophone (en 1977), Didier Decoin était, jusqu’à présent, secrétaire général de l’institution et avait la charge d’annoncer, chaque automne, le nom du lauréat du Goncourt.
« Je suis heureux que Didier Decoin, qui en était le précieux, toujours avisé et disponible secrétaire général, devienne président de l’académie Goncourt », a réagi Bernard Pivot dans un tweet. « Prix Goncourt 1977 – il n’avait que 32 ans –, à travers lui, c’est la littérature, le cinéma et la télévision qui sont honorés », a ajouté le président sortant.
L’Académie des beaux-arts élit pour la première fois une dessinatrice de BD, Catherine Meurisse.
Mercredi 15 janvier 2020, Catherine Meurisse a été nommée pour siéger dans la section de peinture de l’Académie des Beaux-Arts. Une première pour une dessinatrice de BD. Elle succède au peintre et sculpteur Arnaud d’Hauterives (1993-2018).
A tout juste 39 ans, la jeune dessinatrice compte déjà sur un parcours impressionant. Diplômée de l’Ecole nationale supérieure Estienne et de l’Ecole nationale supérieure des Arts décoratifs, elle rejoint en 2005 l’hebdomadaire satirique Charlie Hebdo. Très versatile, elle dessine pour la presse généraliste adulte (Libération, Télérama, Causette, L’Obs), les magazines et livres jeunesse (Okapi, DLire, Wapiti, Eurêka) et la bande dessinée.
Angoulême célèbre la bande-dessinée.
Le Festival international de la bande dessinée d’Angoulême, 47e édition, a eu lieu du 30 janvier au 2 février 2020. La manifestation, comme d’habitude, a proposé une pléiade d’expositions, consacrées par exemple à Catherine Meurisse, à Nicole Claveloux, au scénariste Pierre Christin, au Japonais Yoshiharu Tsuge … Au menu aussi, des master class, des rencontres en public, des spectacles, des concerts dessinés, des projections… Un programme riche, éclectique.
Le Grand prix du Festival international de la bande dessinée d’Angoulême (Fibd), qui récompense chaque année un auteur pour l’ensemble de son œuvre, a été décerné cette année au français Emmanuel Guibert. Le Grand prix de la ville d’Angoulême, décerné à la veille de l’ouverture de la 47e édition du festival de BD, est une des plus hautes distinctions pour un auteur de bande dessinée. Ce prix est attribué à l’issue d’un vote de la communauté des auteurs professionnels de bande dessinée publiés en français, quelle que soit leur nationalité.
LIVRES
Daniel PENNAC, La legge del sognatore (La loi du rêveur), Feltrinelli.
L’omaggio a Federico Fellini da parte di un immenso inventore di storie.
Daniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l’amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un’intuizione che aveva condiviso poco prima con l’amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l’abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di fare un’escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da bambini. Dopo essersi immerso nell’acqua gelida del lago, sotto il pelo dell’acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno d’infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve essere stata l’influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina all’Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno. Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano? In perfetto equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all’amato Fellini e all’amarcord personale dell’autore e della sua tribù immaginaria e reale. È un libro che desta meraviglia e offre un’occasione per riflettere sull’origine del sogno e sui misteriosi funzionamenti e nessi che la mente stabilisce. “Se solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini”.
«L’ampoule du projecteur a explosé en plein Fellini. Minne et moi regardions Amarcord du fond de notre lit.
— Ah! Non! Merde!
J’ai flanqué une chaise sur une table et je suis monté à l’assaut pour changer l’ampoule carbonisée. Explosion sourde, la maison s’est éteinte, je me suis cassé la figure avec mon échafaudage et ne me suis pas relevé. Ma femme m’a vu mort au pied du lit conjugal. De mon côté je revivais ma vie. Il paraît que c’est fréquent. Mais elle ne se déroulait pas exactement comme je l’avais vécue.» Daniel Pennac.
Arthur RIMBAUD, Opere, a cura di Olivier Bivort, traduzione di Ornella Tajani, con testo a fronte, Marsilio Editori.
Presentato in una nuova traduzione con testo francese a fronte, esito di un lavoro filologico sui manoscritti, il volume contiene le opere poetiche complete di Rimbaud, versi e prose, nonché una selezione di lettere relative alla sua attività letteraria (1870-1875). Sono inoltre editi i testi recentemente rinvenuti in Francia, per la prima volta in edizione italiana.
Punto di riferimento della poesia moderna, Rimbaud ha percorso in soli cinque anni tutte le tappe della sua attività poetica, dai primi versi scritti all’età di quindici anni fino alle ultime prose, terminate quando non aveva ancora raggiunto i vent’anni. Le sue intuizioni e la sua strabiliante tecnica hanno aperto alla letteratura nuovi mondi e prospettive inaudite, dando un impulso e una potenza senza pari alla parola poetica. Discostandosi dai modelli del suo tempo, ha espresso desideri e disgusti, speranze e illusioni propri dell’adolescenza; ebbro di libertà, si è immerso in un mare di immagini facendo di sé un «veggente» intento a carpire l’ignoto per «cambiare la vita». La sua relazione con Verlaine, finita tragicamente con due colpi di rivoltella, lo portò a scrivere un unico libro, Une saison en enfer, testimonianza chiave della crisi dell’Occidente, nonché lucidissima autocritica; oltre ai versi, si dedicò anche alla poesia in prosa, creando con Illuminations un universo in movimento, istantaneo, vero caleidoscopio di immagini e di lampi della memoria. Per la sua forza espressiva e il fascino della sua autonomia, l’opera di Rimbaud ha suscitato scompiglio e ammirazione; per le sue straordinarie qualità visionarie, è diventata uno dei modelli fondanti della nostra modernità.
Olivier Bivort ci illustra in cosa consiste la ‘novità’ di questa edizione delle Opere di Rimbaud, e la necessità di una ritraduzione:
L’ultima edizione italiana delle opere risale al 1992. Le edizioni delle opere “complete” (nessuna, tranne la ‘Pléiade’ Einaudi è realmente completa) disponibili nel catalogo italiano sono ancora più datate. Passati quarant’anni e più, non solo è cambiata la struttura dell’opera, ma anche le prospettive critiche che la animano. Diamo oggi al lettore italiano la possibilità di leggere tutte le poesie di Rimbaud (compresi i versi latini, i pastiches o i versi «osceni», una parte importante della corrispondenza, ma anche gli ultimi testi scoperti recentemente (Il sogno di Bismarck, la lettera a Andrieu), per la prima volta presentati in Italia. Rispetto ai commenti delle edizioni precedenti, generalmente fondati su due edizioni francesi di riferimento (quella di Suzanne Bernard del 1960, quella di Adam del 1972), il nostro lavoro prende in conto gli ultimi sviluppi critici, particolarmente vivi dagli anni Novanta in poi, ma senza imporre una griglia interpretativa preconcetta: abbiamo cercato di dare strumenti di lettura atti a favorire la comprensione dei testi, proponendo una lettura articolata di ogni componimento, confrontando i testi nell’ambito dell’opera complessiva e evitando forzature ermeneutiche di tipo biografica/simbolica/psicanalitica ecc. Il testo rimane sempre al centro del nostro commento. La nostra edizione fornisce anche tutte le garanzie filologiche legate a un’opera rimasta quasi interamente manoscritta: il testo di ogni componimento è stato verificato sui manoscritti e una breve (ma completa) descrizione di tutte le versioni esistenti, corredata dall’indicazione dei facsimile disponibili, è posta a capo di ogni commento. Infine, abbiamo scelto di strutturare l’opera seguendo un criterio cronologico, onde evitare forzature nell’aggregare i componimenti secondo immaginarie “raccolte” mai previste dall’autore, come si è verificato in alcune edizioni francesi recenti. Per quanto numerose, le traduzioni italiane esistenti sono fortemente legate al periodo storico al quale appartengono, e risentono di un’impostazione linguistica propria del linguaggio poetico italiano (e non solo della versificazione, qualora le poesie vengono adattate alle forme metriche italiane): abbiamo voluto dare voce a Rimbaud in italiano, conservando i tratti formali che ne costituiscono l’originalità in francese (senza piegarli all’uso comune italiano): laddove Rimbaud risultasse prosaico, tecnico o addirittura volgare, laddove la sua sintassi risultasse ellittica o al limite della grammaticalità, ci è sembrato giusto che il lettore italiano né cogliesse la singolarità. Il risultato è un Rimbaud rinfrescato, le cui innovazioni appaiono chiaramente nella traduzione.
Olivier Bivort, ordinario di Letteratura francese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha dedicato gran parte dei suoi studi alla poesia francese dell’Ottocento e, in particolare, a Rimbaud e Verlaine.
Ornella Tajani, ricercatrice in Lingua e traduzione francese presso l’Università per stranieri di Siena, traduce dal francese e si occupa di critica della traduzione del testo letterario.
Arthur RIMBAUD, Manuscrits, Éditions des Saints Pères.
Depuis 2012, les Éditions des Saints Pères se font remarquer en publiant des reproductions de manuscrits originaux de grands auteurs. Le nouveau-né de cette belle Maison est une édition limitée des manuscrits d’Arthur Rimbaud.
Le Bateau ivre, Voyelles, Ma Bohême, Le Dormeur du val… Plus d’un siècle après sa mort, les poèmes d’Arthur Rimbaud ne cessent d’abreuver l’imaginaire poétique des lecteurs du monde entier. Et en laissant derrière lui les manuscrits épars de poèmes que l’on connaît aujourd’hui par cœur, il continue de nourrir une fascination qui confine parfois à l’idolâtrie, comme si l’écriture du poète recelait les secrets de son génie. Des poèmes de jeunesse aux Illuminations, en passant par les éclatantes « Lettres du Voyant » et les contributions à l’Album zutique, les manuscrits de Rimbaud reproduits dans cet ouvrage sont les empreintes émouvantes des instants les plus décisifs de sa création. Ils révèlent, tour à tour, l’élève brillant qui remporte les premiers prix, l’adolescent épris d’aventures, l’enfant terrible et tapageur des cercles poétiques qui deviendra bientôt le plus vénéré des poètes maudits.
Cet ouvrage donne à lire les manuscrits de tous les poèmes de Rimbaud connus à ce jour, dont certains en plusieurs versions. Le Cœur du pitre, par exemple, présente trois autres versions, toutes reproduites dans le livre : Le Cœur supplicié, Mon pauvre cœur… et Le Cœur volé. Parmi ces versions qui présentent des variations notables, deux d’entre elles ont la particularité d’être écrites de la main de Paul Verlaine. Verlaine faisait en effet parfois des copies des textes de Rimbaud. Il ne subsiste même de certains poèmes aussi célèbres que Tête de faune ou Le Bateau ivre que les versions de Verlaine.
Très prisés par les passionnés, certains originaux de Rimbaud appartiennent à des collectionneurs qui demeurent parfois anonymes. Mais un grand nombre d’entre eux est conservé au sein d’institutions et de bibliothèques européennes. Pour composer cet ouvrage, nous avons commencé par un inventaire des manuscrits du poète, puis nous avons contacté chaque collectionneur, chaque musée et chaque institutions, en France, en Suisse et en Angleterre. Une fois tous les manuscrits rassemblés, nous les avons ordonnés chronologiquement avec l’aide d’André Guyaux, professeur à la Sorbonne, spécialiste d’Arthur Rimbaud, et éditeur de ses Œuvres complètes à la Pléiade. Enfin, nous avons effectué un travail de restauration considérable pour rendre à ces manuscrits leur splendeur d’origine.
Rimbaud nous réserve encore des surprises: en automne 2018, une lettre inconnue de Rimbaud a refait surface, laissant présager de la possible émergence d’autres écrits du poète. Cette lettre est la seule lettre datée de 1874 connue à ce jour. Adressée à Jules Andrieu, elle révèle le projet ambitieux d’un ouvrage intitulé « Histoire splendide » – projet que Rimbaud aurait donc imaginé à l’époque où, partageant une chambre avec le poète Germain Nouveau, à Londres, il travaillait à la mise au net de certains poèmes des Illuminations. Ce projet d’une « Histoire splendide », avec l’ambition de brosser « le décor des religions, les traits du droit, l’enharmonie des fatalités populaires », etc., lui semblait pourtant particulièrement cher. C’est avec ces mots qu’il achève la missive de 1874, annonçant la réalisation d’un ouvrage dont aucune trace n’a jamais été retrouvée : « D’ailleurs, l’affaire posée, je serai libre d’aller mystiquement, ou vulgairement, ou savamment. Mais un plan est indispensable. »
Claude LÉVI-STAUSS, Da Montaigne a Montaigne (De Montaigne à Montaigne), Raffaello Cortina Editore.
En 1937, Lévi-Strauss est de passage à Paris entre deux expéditions au Brésil. Il y donne plusieurs conférences, dont une seule a subsisté dans son intégralité. Celle-ci est étonnante à double titre: placée sous le signe de Montaigne, elle proclame le caractère révolutionnaire de l’ethnologie; elle atteste en outre d’un moment diffusionniste de la réflexion lévi-straussienne resté jusqu’ici inconnu. En 1992, Lévi-Strauss revient, dans l’une de ses dernières interventions publiques, sur son admiration pour Montaigne. Il nous laisse ainsi entrevoir ce qui relie Montaigne à Rousseau chez l’auteur de Tristes tropiques. Per realizzare il suo capolavoro Claude Lévi-Strauss si ispirò alle parole spese dall’autore degli Essais. Lo chiariscono due conferenze che il padre dell’antropologia tenne a Parigi, tradotte soltanto adesso. Infatti a proposito dell’allargamento, a partire dal Rinascimento con la scoperta del Nuovo Mondo, della nozione stessa dell’uomo, Lévi-Strauss sottolinea come il più grande esempio è proprio il relativismo di Montaigne, ispirato dai costumi dei nativi americani che mostrano come il nostro modo di vivere sia solo uno tra i tanti possibili. E non possa vantarne nessuna superiorità.
Sophie ADRIANSEN, Il giorno speciale di Max (Max et les poissons), DeA Editore.
Max non ha mai avuto un animale domestico e adesso che c’è Auguste non si stancherebbe mai di guardarlo mentre nuota felice nella sua boccia. Ma il mondo attorno a loro sta cambiando. Ora bisogna andare in giro con una stella d’oro sul petto. Si parla di “discriminazione” e “rastrellamento”, ma nessuno spiega a Max che cosa vogliano dire queste parole. Fino a che un giorno a casa Geiger, la casa di Max e Auguste, non arrivano i tedeschi. È il 16 luglio 1942. E la famiglia Geiger deve fare le valigie. Max non sa per dove, sa solo che il pesciolino Auguste non potrà seguirlo. Forse un giorno riuscirà a tornare da lui? Un romanzo toccante, crudo, sincero. Un bestseller che ha commosso la Francia e vinto alcuni tra i più prestigiosi premi francesi dedicati alla letteratura per ragazzi.
Philippe LANÇON, La traversata (Le Lambeau), Edizioni e/o.
Il 7 gennaio 2015 un commando di terroristi jihadisti fa irruzione nella redazione di Charlie Hebdo: il bilancio finale sarà di dodici morti e undici feriti. Fra questi c’è Philippe Lançon. A cinque anni dall’attentato, esce in Italia il libro che ha saputo raccontare alla Francia e al mondo il dramma di un sopravvissuto. Una straordinaria traversata nella trasformazione di un corpo, nella ricostruzione di una vita, nell’attraversamento intellettuale di una cultura che più di tutto, forse, ci rende ciò che siamo.
“Ho pensato che La traversata fosse il titolo giusto in italiano perché corrisponde a quello che ho vissuto. Anche se il mio è un viaggio da fermo, un’avventura nel chiuso di una stanza d’ospedale”. Mentre il titolo originale francese, Le Lambeau (il lembo), fa riferimento ai molti trapianti che l’autore ha dovuto affrontare per ricostruire la sua mandibola.
Parigi, 7 gennaio 2015. Philippe partecipa a una riunione di redazione nella sede di Charlie Hebdo, il giornale satirico di cui è uno dei collaboratori. Mentre si parla dell’ultimo libro di Houellebecq, due uomini armati vestiti di nero fanno irruzione nella sala e cominciano a sparare all’impazzata. Il bilancio è di dodici morti e undici feriti. Philippe Lançon è uno dei sopravvissuti all’attentato di matrice islamistica. Una pallottola lo ferisce alla mano, un’altra gli porta via la parte bassa del viso: mandibola destra, parte del labbro inferiore, denti. Forse gli attentatori lo credono morto. È l’inizio di un’odissea ospedaliera che durerà nove mesi durante la quale la sua faccia viene ricostruita e rieducata, ma è anche un limbo, uno spazio-tempo intermedio sospeso tra una vita di prima che non esiste più e una vita di dopo che deve ancora cominciare, una dimensione strana in cui il ricordo si mischia con la realtà e con l’allucinazione. Philippe Lançon non parla del terrorismo islamico, se non come causa incidentale del suo dramma personale, ma ci accompagna nel suo viaggio di ricostruzione fisica che si svolge in parallelo alla ricostruzione della memoria, una nebulosa popolata di episodi e di personaggi tanto reali, da François Hollande a Ben Bella a Mario Vargas Llosa, quanto letterari, da Proust a Kafka a Thomas Mann. Ma sono ben altri i personaggi veri che lo assistono nel suo timoroso anelito di rinascita, sono la chirurga Chloé, il dottor Hossein, l’infermiera Annette, il portantino Lulu…
«Je me souviens qu’elle fut la première personne vivante, intacte, que j’aie vue apparaître, la première qui m’ait fait sentir à quel point ceux qui approchaient de moi, désormais, venaient d’une autre planète – la planète où la vie continue.»
Un libro intenso, commovente, vero.
«Un livre extraordinaire, un récit splendide sur une expérience atroce.» Olivia de Lamberterie, Elle
«Un témoignage rare, fascinant autant qu’effrayant.» Alexandra Schwartzbrod, Libération
«Un grand livre de littérature.» Bernard Pivot, Le Journal du Dimanche
« Un chef d’œuvre indiscutable, absolu. » Frédéric Beigbeder, Le Figaro Magazine
«Un récit intense sur une vie brutalement soumise à l’impensable.» Nelly Kaprièlian, Les Inrockuptibles
Philippe Lançon è nato nel 1963 a Vanves. Giornalista e scrittore, scrive per Libération ed è editorialista e giornalista culturale per Charlie Hebdo. Ferito nell’attentato del 7 gennaio, ha affrontato nove mesi di ospedale e 15 operazioni. La traversata è il suo ultimo libro, il primo a essere pubblicato nel nostro paese. Nel 2018 ha vinto il Prix Fémina e il Prix Renaudot Special, è stato inoltre finalista al Prix Médicis e Prix Interallié.
Lionel DUROY, Eugenia (Eugenia), Fazi Editore.
Eugenia è cresciuta a Iaşi, centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere malvisti. Lo stesso accade nella famiglia di questa giovane studentessa di Lettere: sia i genitori che il fratello maggiore di Eugenia si lasciano contagiare dai pregiudizi razziali. Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian, invitato per una conferenza all’università, viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, soltanto la ragazza si schiera in sua difesa; colpita da un’improvvisa presa di coscienza, che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, si trasferisce a Bucarest, dove ritrova Mihail e finisce per innamorarsene. Mentre il malinconico scrittore, impegnato a confrontarsi con il suo ruolo di intellettuale nel contesto dell’antisemitismo crescente, è esposto a rischi sempre maggiori, Eugenia è determinata a opporsi alla barbarie e a difendere i suoi ideali di libertà: cercando di sopravvivere in un paese sconvolto dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per combattere il male è ricercarne l’origine. Sullo sfondo di una nazione contraddittoria e affascinante, questo romanzo vede intrecciarsi magistralmente la grande storia del secondo conflitto mondiale e le vicende intime dei suoi personaggi. Traendo ispirazione dalle voci degli intellettuali che animarono la scena culturale dell’epoca, in particolare quella del brillante scrittore romeno Mihail Sebastian, Lionel Duroy firma un libro appassionante e profondo: accuratissimo nella ricostruzione storica, al tempo stesso Eugenia invita il lettore a porsi gli stessi interrogativi che qui animano la riflessione sull’origine del male portata avanti dalla protagonista, riflessione oggi più che mai necessaria.
«Il romanzo di Duroy è al tempo stesso storico, filosofico, tragico, rigoglioso, straziante, affascinante. Totale». «L’Express»
«Il lettore di Lionel Duroy non dimenticherà facilmente Eugenia». «Livres Hebdo»
«Lionel Duroy esplora la storia dimenticata della Romania durante la seconda guerra mondiale. Un romanzo vibrante di realtà». «Elle»
Lionel Duroy (1949) è stato reporter per il quotidiano Libération. È autore di più di una decina di romanzi spesso ispirati alla sua esperienza di giornalista. Con Eugenia ha ottenuto il premio Anaïs Nin 2019.
Nicolas VANIER, Sulle ali dell’avventura (Donne-moi des ailes), Sperling & Kupfer Editore.
Il romanzo di una straordinaria storia vera che ora è anche un film. Uno stormo di oche in pericolo. Un padre e un figlio determinati a salvarle a ogni costo. Un viaggio commovente, che arriva dritto al cuore.
Stanco dei ritmi frenetici della città, Christian, padre divorziato, decide di trasferirsi in una fattoria nel bel mezzo della campagna francese. È lì che elabora un piano segreto, al limite della legalità, per salvare uno stormo di oche dall’estinzione: a bordo di un ultraleggero, si propone di accompagnarle dalla Scandinavia alla Camargue su una nuova rotta migratoria, lontana da predatori letali, cavi elettrici e urbanizzazione selvaggia. Inaspettatamente, riesce a coinvolgere nel suo progetto folle Thomas, il figlio adolescente e ostile che passa tutto il tempo davanti ai videogiochi e all’inizio era inorridito all’idea di trascorrere le vacanze nella natura insieme a suo padre. I due intraprendono così un viaggio tanto appassionante quanto pericoloso per cercare di condurre le loro amate oche al sicuro. Dopo mille peripezie e difficoltà, riusciranno a portare a termine la loro missione ecologista?
Ispirato all’incredibile storia vera dell’ornitologo Christian Moullec, Sulle ali dell’avventura racconta l’indimenticabile viaggio di un padre e di un figlio che ritrovano la complicità mentre tentano di salvare uno stormo di oche a rischio di estinzione. Un romanzo avvincente che si fa portatore di un importante messaggio ambientalista per la salvaguardia del pianeta e che ora è diventato anche un film per grandi e bambini.
Nicolas Vanier, appassionato esploratore della natura ancora selvaggia, è autore di numerosi libri e documentari di viaggio, nonché del romanzo Belle & Sébastien, da cui è stato tratto l’omonimo film.
Fred VARGAS, L’umanità in pericolo. Facciamo qualcosa subito (L’humanité en péril. Virons de bord, toute!), Einaudi.
Per anni, le élite politiche e finanziarie hanno nascosto la verità. Senza una drastica riduzione delle emissioni di CO2, entro il 2100 fino al 75% degli abitanti del pianeta potrebbe essere annientata da ondate di calore. Cambiare non è solo auspicabile, spiega Fred Vargas, ma necessario. Dobbiamo modificare la nostra dieta per incidere sempre meno sul cambiamento climatico; ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e passare all’energia pulita. Lavorando insieme, riflettendo e immaginando soluzioni, l’umanità può ancora cambiare rotta e salvare sé stessa e il pianeta. Noi, la gente, per salvare il pianeta e l’umanità possiamo fare tantissimo. Dobbiamo sovvertire gli equilibri mondiali e le grandi lobby responsabili della catastrofe. Noi, la gente, possiamo farlo. Adesso.
«Un libro di furiosa necessità». Le Monde
« La romancière consacre un essai alarmant – et malheureusement convaincant – au réchauffement climatique.» Caroline Fontaine PARIS MATCH
« L’essai pointu de cette écrivaine et scientifique nous amène à réfléchir sur nos modes de vie. Elle nous invite à mener un combat contre nos dirigeant.e.s et lobbyistes uni.e.s dans une obsession névrotique pour dissimuler ce qui attend l’humanité dans les 25 prochaines années. » CLARA MAGAZINE
Fred Vargas è ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs). È l’autrice della celebre serie poliziesca con protagonista il commissario Adamsberg.
« Mais bon sang, comment vais-je me sortir de cette tâche insensée ? De cette idée de m’entretenir avec vous de l’avenir du monde vivant ? Alors que je sais très bien que vous auriez préféré que je vous livre un roman policier. Il y a dix ans, j’avais publié un très court texte sur l… Lire la suite ’écologie. Et quand on m’a prévenue qu’il serait lu à l’inauguration de la COP 24, c’est alors que j’ai conçu un projet de la même eau, un peu plus long, sur l’avenir de la Terre, du monde vivant, de l’Humanité. Rien que ça. » Ce livre, qui explore l’avenir de la planète et du monde vivant, souhaite mettre fin à la « désinformation dont nous sommes victimes » et enrayer le processus actuel. (Fred Vargas).
Nicolas de CRECY, Visa Transit, volume 1, Eris Edizioni.
Un viaggio autobiografico in forma di graphic novel.
Estate 1986: poco dopo la tragedia di Chernobyl, Nicolas de Crécy e suo cugino, ventenni, partono per un lungo viaggio on the road con una vecchia e scassata Citröen Visa. Con a bordo una piccola biblioteca improvvisata e dormendo nei sacchi a pelo, attraversano il nord Italia, la Jugoslavia, la Bulgaria fino alla Turchia. Visa Transit è un racconto autobiografico, l’autore mescola i ricordi di viaggio a quelli d’infanzia, dando vita a una profonda riflessione sugli ultimi decenni dell’Europa: da quella dei visti e delle frontiere, a quella della libera circolazione e del turismo dei voli low-cost. Lo stesso titolo è un gioco di parole tra il nome della macchina e la parola visto (visa in francese). In un mondo diviso in blocchi, il viaggio è scandito dai controlli dei documenti a ogni confine – e dalla paura che questi momenti comportano – a cui fa da contrasto la luce calda e solare dei paesaggi attraversati e degli incontri rimasti impressi nella memoria.
Jules VERNE, Tre viaggiatori in Scandinavia, Nuova Editrice Berti.
«Un grande scrittore che testimonia la sua passione per l’avventura» – Robinson
Nell’estate del 1861 Jules Verne parte con due amici per un viaggio di cinque settimane tra la Germania del Nord e la Scandinavia. Nello stesso periodo inizia a lavorare a un romanzo autobiografico di cui si sono conservate soltanto poche pagine autografe e che viene qui tradotto per la prima volta in Italia. Verne tornerà alla scrittura autobiografica solo nel 1890 per raccontare i suoi Ricordi d’infanzia e giovinezza. Questi due testi, scritti a distanza di trent’anni l’uno dall’altro, sono straordinariamente uniformi: in entrambi troviamo la medesima ironia, lo stesso gusto per l’avventura, piccola o grande che sia, e l’amore per il viaggio, in ogni sua forma. A chiudere, il ritratto che Edmondo De Amicis fece di Jules Verne dopo una visita alla sua casa di Amiens nel 1895.
EXPOSITIONS
Georges de La Tour. L’Europa della luce. Milano. Palazzo Reale. Dal 7 febbraio al 7 giugno 2020.
La mostra presenta al pubblico italiano uno dei più importanti interpreti della pittura del Seicento, divenuto celebre per i suggestivi effetti luministici delle sue scene a lume di candela. Il principio della luce, inteso come elemento unificante della composizione, rappresenta infatti il tratto caratteristico dell’arte del pittore francese la cui ricerca è stata sempre messa a confronto, nella storiografia critica e nella percezione del grande pubblico, con l’arte di Caravaggio, con il quale Georges de La Tour condivide inoltre la predilezione per soggetti umili e corpi imperfetti.
Nato nel 1593 a Vic-sur-Seille, nella Lorena francofona, La Tour fu da subito un osservatore raffinatissimo della natura e della vita quotidiana, come testimoniano le opere giovanili, che lo collocano a fianco dei protagonisti del naturalismo seicentesco. Determinante per la sua educazione artistica, fu poi la conoscenza della pittura di Caravaggio. Ancora si discute se tale incontro sia avvenuto tramite un viaggio in Italia oppure attraverso la visione dei lavori dei caravaggisti olandesi di Utrecht; di certo per la sua grande capacità nel controllare le fonti di luce Georges de La Tour è stato uno dei più originali prosecutori della scuola caravaggesca, nonché caso esemplare di quel diffondersi di una comune sensibilità pittorica nell’Europa del Seicento su cui si concentra l’esposizione milanese.
Allestita in cinque sezioni tematiche incentrate su singoli soggetti iconografici e su argomenti come il viaggio dei pittori fra l’Italia e il Nord, la mostra pone la vicenda biografica e artistica del pittore francese al centro di una riflessione sulla pittura dal naturale che prende vita in una serie di confronti tra dipinti dalle sperimentazioni luministiche davvero sorprendenti ed emozionanti.
Boldini. L’incantesimo della pittura. Barletta. Pinacoteca De Nittis. Fino al 3 maggio 2020.
Giovanni Boldini si trasferì a Parigi nel 1871, pochi anni dopo l’arrivo nella capitale francese di Giuseppe De Nittis: frequentarono gli stessi ambienti, furono ripagati dal medesimo successo. Frutto di uno scambio tra i rispettivi musei di Barletta e di Ferrara, la mostra raccoglie settanta dipinti, dal paesaggio alla natura morta, dalle vedute urbane ai celebri ritratti.
Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini. Brescia. Palazzo Martinengo. Fino al 7 giugno 2020.
Grazie alla selezione di un centinaio di opere provenienti da prestigiosi musei, pinacoteche e collezioni private, sarà possibile analizzare a trecentosessanta gradi l’affascinante tematica, con l’obbiettivo di dimostrare come la donna abbia da sempre avuto un ruolo centrale nella storia dell’arte italiana. Infatti, i più grandi pittori rinascimentali, barocchi e del XIX secolo, da Raffaello a Tiziano, da Caravaggio a Tiepolo, da Zandomeneghi a De Nittis fino a Boldini, hanno dedicato a nobildonne, aristocratiche e popolane memorabili ritratti, nei quali hanno fatto emergere la personalità, l’eleganza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature del mondo femminile.
Le Monde Nouveau de Charlotte Perriand. Paris. Fondation Louis Vuitton. Jusqu’au 24 février 2020.
Le 2 octobre 2019, la Fondation a ouvert une grande exposition consacrée à Charlotte Perriand (1903-1999), une femme libre, pionnière de la modernité, l’une des personnalités phares du monde du design du XXème siècle qui a contribué à définir un nouvel art de vivre. A l’occasion du vingtième anniversaire de sa disparition, la Fondation rend hommage à cette architecte et créatrice visionnaire à travers une exposition qui aborde les liens entre art, architecture et design. L’exposition retrace le travail de cette architecte, dont l’œuvre anticipe les débats contemporains autour de la femme et de la place de la nature dans notre société. Elle offre au visiteur la possibilité d’entrer de plain-pied dans la modernité, grâce à des reconstitutions, fidèles scientifiquement, intégrant des œuvres d’arts sélectionnées par Charlotte Perriand afin d’incarner sa vision de la synthèse des arts. À travers cette exposition, son oeuvre nous invite à repenser le rôle de l’art dans notre société : objet de délectation, il est aussi le fer de lance des transformations sociétales de demain.
CINÉMA
Impressionisti segreti. Un film di Daniele Pini. Uscita 10 febbraio 2020.
La rivoluzione artistica del movimento impressionista attraverso cinquanta tesori nascosti, fino ad oggi preclusi al grande pubblico, esposti a Roma a Palazzo Bonaparte in occasione della mostra omonima.
Come guardavano il mondo gli impressionisti? Come furono accolte le loro opere? Come sono passate dall’essere rifiutate da critica e pubblico a diventare in pochi anni tra le più amate nel mondo? Le due curatrici della mostra, Claire Durand-Ruel e Marianne Mathieu, accompagneranno il pubblico in un percorso articolato, dove immagini di ampio respiro troveranno il loro contrappunto ideale nelle analisi compiute da esperti, storici, artisti e altre figure legate al mondo della pittura moderna e della cultura visuale. I quadri della mostra, opere di Manet, Caillebotte, Renoir, Monet, Berthe Morisot, Cézanne, Signac, Sisley, saranno così sia il punto di partenza che quello di arrivo nell’approfondimento dei percorsi dei singoli autori e delle peculiarità del movimento impressionista.
L’Hotel degli amori smarriti (Chambre 212). Un film di Christophe Honoré. Con Chiara Mastroianni, Vincent Lacoste, Camille Cottin, Benjamin Biolay, Stéphane Roger. Uscita 20 febbraio 2020.
Una commedia brillante e ricca di colpi di scena che sa essere anche una riflessione sul divenire.
Dopo 20 anni di matrimonio, Maria decide di lasciare la casa coniugale. Una notte, si trasferisce nella stanza 212 dell’hotel di fronte. Da lì, Maria ha una vista a volo d’uccello sul suo appartamento, su suo marito, sul suo matrimonio. Si chiede se ha preso la decisione giusta. Molte persone nella sua vita hanno un’idea su questo, e hanno intenzione di farglielo sapere.