ESPACE CULTURE

À LA UNE

César 2022: les gagnants de la 47e cérémonie.

Rendez-vous incontournable du 7ème art, la Cérémonie des César récompense depuis 1976 la crème du cinéma français. La 47ème Cérémonie des César avait lieu le 25 février dernier dans la salle mythique de L’Olympia, et sacrait Illusions perdues (adapté du roman d’Honoré de Balzac) de Xavier Giannoli avec pas moins de 7 récompenses dont celui du Meilleur Film et du Meilleur Espoir masculin pour Benjamin Voisin, brillant dans la peau de Lucien de Rubempré, journaliste déchu dans le Paris corrompu du XIXe siècle. Valérie Lemercier et Benoît Magimel meilleurs acteurs: Benoît Magimel s’est vu décerner cette récompense pour son rôle dans De son vivant. Valérie Lemercier a reçu la même récompense pour le film Aline. Leos Carax (Annette) a raflé le prix de la meilleure réalisation. Vincent Lacoste (Illusions perdues) et Aissatou Diallo Sagna (La Fracture) ont été récompensés pour les seconds rôles, tandis qu’Anamaria Vartolomei (L’événement) a été sacrée meilleur espoir féminin.

Parmi les temps forts de la soirée des César 2022, on se souviendra de l’émouvant hommage de Xavier Dolan à Gaspard Ulliel. L’acteur est décédé à l’âge de 37 ans le 19 janvier dernier, des suites d’un accident de ski. Césarisé à deux reprises, il était indispensable pour l’Académie de lui rendre hommage.

i césar dei giusti – agli oscar francesi trionfa 'illusioni perdute' di xavier giannoli - Media e Tv

 

Mathias Énard protagonista del Dedica Festival di Pordenone.

La ventottesima edizione di Dedica avrà per protagonista un intellettuale europeo che nelle sue opere ci porta ben oltre il Mediterrano: il 50 enne francese Mathias Énard.  Énard sarà a Pordenone dal 5 al 12 marzo e rivivrà assieme al pubblico alcune delle sue opere principali, rilette e riproposte in altre forme artistiche, cifra caratterizzante del Festival Dedica. La settimana pordenondese di Enard inzierà al teatro Verdi, dove gli sarà consegnato il sigillo della città in occasione della presentazione della monografia che l’associazione Thesis ha curato assieme ad Andrea Bajani e ai suoi traduttori in italiano. Diventerà una mostra la graphpic novel Tutto sarà dimenticato.  Il romanzo d’esordio La perfezione del tiro, con protagonista un cecchino, avrà la sua trasposizione scenica. Énard a Pordenone riceverà anche il premio “Credit agricole una vita per la cultura” e in occasione di Dedica sarà ripubblicato il romanzo Zona, che gli ha valso i premi più prestigiosi.

Il Festival "Dedica" omaggia con 13 appuntamenti Mathias Énard | Culture

 

Carlo Ossola guiderà il Consiglio Superiore linguistico.

Sarà Carlo Ossola, filologo e professore al Collège de France, a presiedere in Francia il nuovo Conseil Supérieur des Langues – Consiglio Superiore per le lingue. Creato dal Ministero francese dell’Istruzione per promuovere l’apprendimento delle lingue straniere, regionali e antiche, il Consiglio ha tra gli obiettivi: contribuire allo sviluppo di “valori umanistici comuni” e di una “cittadinanza aperta all’Europa e al mondo”. Lo scopo, ha detto il ministro Jean-Michel Blanquer, è formare alunni poliglotti e aperti al mondo.

 

Dante avec Carlo Ossola à la librairie française | lepetitjournal.com

THÉÂTRE

La peste di Camus. Il tentativo di essere uomini. Adattamento dal romanzo La peste di Albert Camus di Emanuele Aldrovandi. Regia di Serena Sinigaglia. Padova Teatro Verdi dal 2 al 6 marzo. Venezia Teatro Goldoni dal 10 al 13 marzo. Treviso Teatro Del Monaco dal 18 al 20 marzo 2022.

«I capolavori dell’arte, di qualsiasi arte, sono tali perché sanno curarti l’anima. I classici sono capaci di farlo attraversando epoche, latitudini e società. Durante il lockdown del marzo 2020 cercavo qualcuno o qualcosa che mi aiutasse ad orientarmi al di là del chiacchiericcio incessante e angoscioso dell’attualità.
Mi sentivo smarrita. Cercavo disperatamente le parole giuste per definire che cosa stesse accadendo dentro e fuori di me ma non ci riuscivo: restavo in balia di un malessere indistinto eppure forte, molte forte. Come molti, credo. Così mi sono detta: prova a leggere Camus, prova a leggere La peste. Non ero sicura fosse l’idea giusta: c’è “la peste” e io mi metto a leggere proprio La peste?! Avevo paura che mi avrebbe spaventata o magari appesantita. Eppure sentivo un richiamo istintivo, qualcosa che mi spingeva verso quel romanzo e non altri. E dunque ho cominciato. L’ho divorato e quando ho chiuso l’ultima pagina…ero felice e commossa! Provavo come non provavo da tempo una sensazione tangibile di lieto benessere. Una leggerezza che credevo persa per sempre. La peste di Camus scandaglia a fondo l’animo umano e lo fa scegliendo un momento estremo, di assoluta emergenza, di sconvolgimento dell’ordinario. È divertente, è commovente, è appassionante, è sorprendente, l’umanità di Camus. L’autore francese ci guarda senza giudicarci mai, con occhi sempre nuovi. E ci propone una direzione possibile, un senso al caos, un freno alla paura. L’amore, l’amore laico e terreno, è l’inaspettato protagonista di questa storia, il filo che unisce le strane vicende intercorse ad Orano in un anno imprecisato degli anni ‘40. E Il tentativo di essere uomini e non bestie è il più semplice e radicale senso della vita.

La peste di Camus è un capolavoro. E oggi è un testo necessario. Ho deciso il giorno stesso che l’ho finito di condividerlo col pubblico, in teatro, convinta che, come aveva fatto bene (e tanto) a me, avrebbe potuto farlo ad altri. Così ho coinvolto Emanuele Aldrovandi, che oltre ad essere un amico è un grande drammaturgo. Ci siamo messi al lavoro per adattarlo alla scena. Un adattamento che abbiamo voluto quanto più fedele all’originale.

Sul palco si muoveranno quindi i cinque personaggi principali voluti da Camus: Rieux, il medico, Tarrou, lo storico, Rambert, il giornalista, Cottard, il faccendiere, Grand, l’impiegato. Attorno a loro l’universo umano dei co-protagonisti: il portinaio, Padre Paneloux, il prefetto ed altri ancora. Passeremo senza soluzione di continuità dal dialogo alla narrazione, dalla narrazione al dialogo, esattamente come accade nel romanzo, cercando la sintesi scenica che il teatro richiede. Nella speranza di fare un buon servizio a questo capolavoro e al benessere del nostro gentile pubblico.» Serena Sinigaglia

La peste di Camus. Il tentativo di essere uomini | Teatro Stabile del Veneto

 

LIVRES

Simone de BEAUVOIR, Libertà e necessità, a cura di Cristina Giachi e Maria Luisa Vallauri, Edizioni Clichy.

A sessant’anni dalla prima uscita italiana de Il secondo sesso, questo nuovo libro della collana Sorbonne racconta con passione e attenzione il lavoro della romanziera e filosofa, il suo impegno, la sua capacità adamantina di avere uno sguardo essenziale su un mondo e un’epoca.

Leggere de Beauvoir essendo donna permette di capire fino in fondo la solidarietà negata nella lotta per l’emancipazione e la potenza di un’analisi della condizione femminile che purtroppo mantiene intatte la sua validità e la sua attualità. Ma de Beauvoir ha anche creato forse per la prima volta una storia dell’umanità dal punto di vista delle donne, denunciando la struttura patriarcale di una società che le sfrutta e opprime, relegandole nel silenzio di un ruolo subordinato predefinito. Uno sfruttamento che riguarda il lavoro delle donne all’interno della famiglia, un lavoro gratuito e privo di riconoscimento sociale, un’oppressione che trascina con sé la mancanza di libertà e possibilità di autodeterminazione derivante dalla dipendenza economica che consegue all’esclusione dal lavoro. Sulla scia del movimento emancipazionista, Simone de Beauvoir enuclea con precisione chirurgica queste tematiche fondamentali nella sua battaglia per la liberazione della donna, tematiche ancora oggi al centro della riflessione delle scienze sociali.

Le Edizioni Clichy, distribuite in tutta Italia da Mondadori Libri, si caratterizzano per una spiccata ed evidente francofilia, e per marcare questo «colore», anche i titoli delle diverse collane richiamano direttamente luoghi di Parigi, una delle città più amate al mondo.

Simone De Beauvoir. Libertà e necessità : Giachi, Cristina, Vallauri, Maria Luisa: Amazon.it: Libri

 

Inès CAGNATI, Génie la matta (Génie la folle), Adelphi.

Questo romanzo è la storia dell’amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po’ di frutta, di un pezzo di carne. Ma l’amore di Marie è impavido, indefettibile – va oltre il tempo. Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un’essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.

Riscopriamo questa autrice, Inès Cagnati, francese ma figlia di immigrati veneti, nata nel 1937 e scomparsa nel 2007. Questo romanzo, apparso in Francia nel 1976, è tradotto ora per la prima volta in italiano.

Génie la folle : Cagnati, Inès: Amazon.it: Libri

 

Amélie NOTHOMB, Primo sangue (Premier sang), Voland.

È la storia di suo padre, che si racconta in prima persona. Infanzia, giovinezza, matrimonio e primo incarico diplomatico di Patrick Nothomb, rampollo di una delle più influenti famiglie del Belgio. Fra una madre troppo presto vedova, dei nonni a dir poco bizzarri e una banda di zii quasi coetanei, il piccolo Patrick si impegna a diventare uomo… Pagine sorprendenti di una storia familiare che ogni lettore divorerà con commozione e divertimento.

«Dall’infanzia e dalla giovinezza del padre, che diventa così la sua, Nothomb trae una commedia frizzante e sconveniente, in cui la “gioia insolita dell’esistenza” inchioda il dolore.» – Jérôme Garcin, L’Obs – Internazionale

«In questo trentesimo romanzo, e davvero uno dei suoi più belli, «tutto è vero», assicura Amélie: ma, album di famiglia o grande storia, il suo talento ci tiene in gioco con l’ironia e la freschezza, invischiati nella ragnatela inavvertita di alcuni temi forti: la sindrome di Stoccolma, i bambini soli e i bambini soldati, il bullismo e i delitti familiari, snobismo e colonie, e tanto altro ancora.» – Daria Galateria, Il Venerdì – la Repubblica

«Ho scritto questo libro perché mio padre è morto, ho pensato molto a lui e alla prima volta che ha avuto a che fare con la morte, quando si è trovato davanti al plotone d’esecuzione, condizione poco frequente. Aveva 28 anni. Finora non avevo del tutto realizzato che devo la mia vita a questa scena.» – Amélie Nothomb, intervista a la Lettura – Il Corriere della Sera

Premier sang: roman : Nothomb, Amélie: Amazon.it: Libri

 

Michel BUSSI, Nulla ti cancella (Rien ne t’efface), Edizioni e/o.

«Mi piace portare il lettore sull’orlo del precipizio, mollarlo e riacchiapparlo all’ultimo momento». Michel Bussi

Giugno 2010: Esteban, dieci anni, scompare sulla spiaggia di Saint-Jean-de-Luz. Nessuno ha visto niente.

Giugno 2020: la madre, Maddi, si è rifatta una vita, ma sono sempre vivi in lei il dolore e lo sconforto di non sapere cosa sia successo. Torna in pellegrinaggio nel Paese basco e, sulla stessa spiaggia, rivede Esteban o il suo sosia perfetto, Tom, un bambino di dieci anni per scoprire l’identità del quale Maddi molla tutto e si trasferisce a Murol, in Alvernia, paese natio di Tom. Donna razionale com’è, può credere all’impossibile? Può credere che Esteban sia diventato Tom, che la storia si ripeta? Tom è in pericolo e lei è l’unica in grado di proteggerlo. Una suspense magistrale nel profondo delle credenze più umane, dove però tutto è vero.

Il romanziere francese racconta in maniera convincente una discesa agli inferi, mostrando l’ossessione di una madre che si inoltra nei territori dell’impossibile, ma anche la determinazione di una donna che non vuole arrendersi alla realtà. E poi il romanzo è anche un omaggio all’Alvernia, al suo stile di vita a misura d’uomo e alla sua cultura.

Nulla ti cancella - Michel Bussi - Libro - E/O - Dal mondo | IBS

 

Pierre LEMAÎTRE, Il serpente maiuscolo (Le srpent majuscule), Mondadori.

Mathilde Perrin ha sessantatré anni, è vedova e abita con il suo dalmata in una villetta a Melun, non lontano da Parigi. Nessuno mai sospetterebbe che dietro quella donna elegante, curata e un po’ sovrappeso si nasconda un sicario.

Implacabile, precisa, addestrata fin dalla prima giovinezza, Mathilde non sbaglia un colpo e porta a termine a sangue freddo tutti i compiti che il comandante – suo superiore ai tempi della Resistenza – le affida.

“Mathilde non ha mai sprecato una pallottola, solo lavori puliti e senza sbavature. Stasera è stata un’eccezione. Un capriccio. Avrebbe potuto colpire da più lontano, fare meno danni e sparare un proiettile solo, certo.” Sì, perché in effetti da qualche tempo qualcosa non va. Mathilde si lascia un po’ andare a certe crudeltà gratuite per “abbellire” le sue missioni. E inizia davvero a perdere la testa: dimentica di disfarsi dell’arma, sbaglia bersaglio, è convinta che il suo vicino di casa abbia decapitato il suo cane…

L’ispettore Vassiliev intanto sta indagando sui suoi omicidi, ha “la testa piena di serpenti” e deve individuare al più presto il serpente maiuscolo, il misterioso assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente.

In questo gustoso e cattivissimo gioco al massacro in puro stile Tarantino, Pierre Lemaître dà il meglio di sé con il suo spirito caustico, brillante e impietoso.

Scritto nel 1985 e inedito, Il serpente maiuscolo è il suo primo noir e, nelle sue intenzioni, l’ultimo che pubblicherà e con il quale desidera dare l’addio al genere: “Spesso il romanzo noir è circolare: un anello narrativo che si richiude su sé stesso. Per questo mi è sembrato piuttosto logico pubblicare come ultimo noir… il primo che ho scritto”.

Il serpente maiuscolo - Pierre Lemaitre - Libro - Mondadori - Scrittori italiani e stranieri | IBS

 

Monica SABOLO, Eden, La nave di Teseo.

La quindicenne Nita vive in una riserva stretta tra un’autostrada e un’antica foresta minacciata dal progresso e sogna di fuggire da quel luogo senza futuro. Non crede più nella bellezza e nel potere del bosco da quando suo padre vi è scomparso in maniera inspiegabile, almeno finché una ragazza di città, Lucy, si trasferisce davanti a casa sua. La loro incerta amicizia adolescenziale risveglia in Nita la consapevolezza dell’esistenza di un mondo invisibile. Misteriosa e solitaria, Lucy si avventura spesso nei boschi, dove osserva le tracce di strani rituali… Pochi mesi dopo viene trovata addormentata ai piedi di un albero, nuda e coperta di ferite. Cosa le sia successo, nessuno lo sa e la ragazza non tornerà più quella di prima. Nita è scossa dall’accaduto e farà di tutto per capire chi, o cosa, sia il responsabile. Innocenza, colpa e castigo sono al centro del romanzo di Monica Sabolo in cui la foresta, luogo di pericolo e fascino, è un personaggio a sé stante. Combinando una prosa inquietante e una suspense implacabile, Eden mette in discussione la parte occulta e selvaggia dell’uomo, e la sua perduta innocenza, esplorando la nostra connessione con le origini e la memoria in un mondo sull’orlo
dell’estinzione.

« Raccontare questa storia era una necessità » spiega Sabolo, già finalista del premio Goncourt. Nata a Milano nel 1971, la scrittrice dice di aver perso molto del suo legame con l’Italia perché ha quasi sempre vissuto in Francia. « Sarei incapace di scrivere in italiano » confida la romanziera che, secondo le Monde, « occupa un posto molto speciale nel panorama letterario francese ».

Eden - Monica Sabolo

 

Arthur JAPIN, Madame Degas, Guanda.

L’olandese Arthur Japin dedica il titolo del suo romanzo alla sposa di René, fratello del pittore, ma a spiccare, tra qualche licenza poetica, è la figura del grande artista. Infatti egli narra l’amore segreto di Edgar Degas in perfetto equilibrio tra storia e finzione. Un potente romanzo storico che parla di arte, passione, mistero e dell’importanza di essere sempre onesti con se stessi e i propri sentimenti.

Parigi, 1912. Il pittore Edgar Degas, anziano e quasi cieco, deve lasciare il suo appartamento perché il palazzo in cui vive è destinato alla demolizione. Al suo annuncio per trovare una persona che, in vista del trasloco, lo aiuti a sistemare le carte, i dipinti e i documenti di una vita risponde una giovane americana, che si offre di dargli una mano. Ma chi è davvero questa donna? Che cosa cerca nello smisurato archivio dell’anziano pittore? E, soprattutto, perché è così interessata alla passione segreta che Degas ha nutrito in passato per la giovane creola Estelle, moglie di suo fratello René, da lui ritratta mentre sistema dei fiori? Attraverso i ricordi, gli schizzi, le corrispondenze e i memorabilia di ogni genere viene alla luce la vita più intima del celebre pittore e un triangolo amoroso che abbraccia cinquant’anni di storia familiare e si muove tra la Parigi di fine Ottocento e la Louisiana dei primi Novecento.

Monsieur Degas e signora tra fiction e realtà nel libro di Arthur Japin - la Repubblica

 

Paola MALANGA, Il cinema di Truffaut, Baldini e Castoldi Editori.

François Truffaut: il giovane cinefilo che, all’inizio degli anni Cinquanta, inventa un nuovo modo di fare critica, scoprendo Hitchcock e il cinema americano; il regista che inaugura la Nouvelle Vague con I quattrocento colpi; e soprattutto l’artista che sa trasformare il personale in universale, e rivolgersi a tutti gli spettatori, ma parlando a uno a uno, confidenzialmente. I suoi film, al contrario di quelli di molti suoi compagni d’avventura, restano, inattaccabili dal tempo che passa, e il vuoto che ha lasciato alla sua morte, nel 1984, è uno dei più lancinanti nel cinema contemporaneo. Paola Malanga ci racconta un Truffaut a tutto tondo, maestro di insolenza e di tenerezza, capace di amori dissennati e di odi furibondi, e allo stesso tempo ricostruisce un’intera epoca, quella dei «Cahiers du cinéma» di André Bazin e della Cinémathèque di Henri Langlois, sullo sfondo della guerra d’Algeria e del Maggio ’68. Senza rinunciare a un’analisi dettagliata film per film, chiedendosi ogni volta le ragioni di successi e flop, capolavori e mezzi fallimenti. Che è l’unico modo per rendere giustizia a un uomo che Gérard Depardieu ha descritto con queste parole: «Era un ribelle, un estremista in tutto. Ed era generoso sempre dieci secondi in anticipo sulla generosità degli altri, come Platini sul pallone. Con un’eleganza folle». Fa bene rivedere i suoi film, fa bene ripassare la sua vita. Perché sia i film che la vita di François Truffaut ci ricordano che è sempre possibile sottrarsi a destini decisi da altri – la società, gli algoritmi, il sistema del consenso, la logica del consumer – per scrivere la propria storia.

La riedizione di questo libro, uscito per la prima volta nel 1996, è rivolta non solo a chi sente la mancanza di Truffaut, ma anche e soprattutto a chi non lo conosce. Nella speranza che i giovani di oggi e di domani possano trovare in lui un compagno segreto per portare alla luce e far avverare anche i sogni che sembrano impossibili. O almeno provarci.

Il cinema di Truffaut - Paola Malanga - Libro - Baldini + Castoldi - I saggi | IBS

 

Florence AUBENAS, Lo sconosciuto delle poste (L’inconnu de la poste), Feltrinelli.

Lo sconosciuto delle poste è la storia di un crimine impenetrabile, è il resoconto di un’inchiesta poliziesca e giudiziaria, ma soprattutto è la storia di uomini e donne turbati, feriti, vulnerabili. E della loro dignità. La giornalista francese Florence Aubenas ricostruisce un caso di cronaca irrisolto: l’uccisione di una donna in un borgo delle Alpi.

La mattina del 19 dicembre 2008 la vita di Montréal-la-Cluse, un borgo al confine con la Svizzera, è sconvolta dall’efferato omicidio di Catherine Burgod. La donna, quarantenne, incinta, viene trovata uccisa con ventotto coltellate nell’ufficio postale in cui lavorava. Dalla cassaforte sono spariti poco meno di tremila euro. L’ufficio, nel cuore del paese, si affaccia su una via stretta e ha un’unica entrata: eppure nessuno ha visto né sentito niente. Nei dintorni tutti vengono ascoltati, la caccia all’assassino si fa serrata. Il primo indiziato è Gérald Thomassin, un attore, giovanissimo vincitore di un Premio César come promessa del cinema, e già interprete di una ventina di film. La sua vita tra il cinema e la strada, tra la celebrità e i quartieri popolari da cui proviene e a cui sempre ritorna, rappresenta un’incognita per gli abitanti del paese: in fondo, è rassicurante e scontato trovare in lui il colpevole ideale, facile bersaglio per i suoi trascorsi ai margini. Ben presto, l’inchiesta si rivela complessa e irta di ostacoli e, ogni volta che il caso sembra risolversi, le carte in tavola si scompigliano e il mistero si infittisce. Sono serviti sette anni a Florence Aubenas per delineare questa storia vera, per dare voce alle persone coinvolte, per tracciare il ritratto di un angolo di Francia poco noto, un tempo rurale ma improvvisamente industrializzato e divenuto un crocevia del traffico di droga, per ricreare gli ingranaggi della giustizia e restituire il mondo dei servizi sociali.

Caduta libera | Il Foglio

 

Marie GAUTHIER, Mezza nuda (Court vêtue), Edizioni Clichy.

Vincitore del Premio Goncourt Esordienti 2019. Marie Gauthier è la fortunata autrice del romanzo di formazione che ha stregato la Francia: un testo breve e folgorante. Un romanzo breve, di rarissima intensità e precisione, che ricorda per profondità e ricchezza i romanzi di formazione degli anni Venti e Trenta del Novecento.

Félix, quattordici anni, viene spedito a passare un periodo di apprendistato-vacanza in un villaggio della campagna, pieno di polvere e di caldo. Vive nella casa del cantoniere, un vedovo silenzioso e triste che deve insegnargli un mestiere. Insieme a lui, in quella casa, vive anche la figlia sedicenne, Gilberte detta Gil. Lavora al minimarket del paese, e nel tempo libero sparisce con gli uomini. Molti uomini, tutti più grandi, spesso anche molto più grandi di lei. Affascinato da quella ragazza, Félix vive nell’attesa di uno sguardo di Gil, di un suo segno. Imparando così, dentro quel caldo soffocante, che cos’è il desiderio, che cos’è il sesso, che cosa sono un uomo e una donna. Con un’intensità magnetica e rara, Marie Gauthier restituisce l’atmosfera umida e opprimente del villaggio, dell’isolamento, della distanza e del complicato ed esaltante passaggio tra il mondo infantile e il mondo adulto, della sensualità femminile e della difficoltà di un ragazzo di costruire la consapevolezza del proprio desiderio.

«In cosa consiste il misterioso, solenne e insondabile fuoco che incendia la mente e il corpo nell’adolescenza? Marie Gauthier ha trovato miracolosamente la chiave per raccontarcelo. Come Robert Musil con il suo Giovane Törless, come Hermann Hesse con il suo Peter Camenzind, come François Truffaut con il suo Antoine Doinel» Le Magazine Littéraire

«È il caso di dirlo: ogni tanto i miracoli accadono. E allora non dobbiamo temere di affermarlo a gran voce: Marie Gauthier è il più limpido e formidabile talento emerso nella letteratura francese degli ultimi anni» Les Inrockuptibles

«Uno straordinario romanzo di formazione che con una capacità rarissima di essenzialità e una ricchezza di espressione “novecentesca” riesce a raccontare l’origine e la scoperta del desiderio» Le Nouvel Observateur

La chiamavano Bocca di rosa e infiammò Felix in una torrida estate - La Stampa

 

Mathias ÉNARD, Zona (Zone), Edizioni e/o.

Un affresco omerico in cui si mescolano carnefici e vittime, eroi e perfetti sconosciuti, deportati o vittime di genocidio, mercenari e testimoni, pittori e letterati, evangelisti e martiri…

Se un’immagine dovesse rappresentare la violenza di un intero secolo, l’ultimo trascorso, sarebbe probabilmente un convoglio, un trasporto di armi, truppe, uomini in cammino verso un’opera di morte.

In una notte decisiva, un viaggiatore carico di segreti prende il treno da Milano a Roma, armato di un prezioso viatico che deve vendere l’indomani a un rappresentante del Vaticano per poi – se tutto va bene – cambiare vita. Quindici anni di attività come agente dei servizi segreti nella sua Zona (prima l’Algeria poi, gradualmente, tutto il Medio Oriente) hanno consegnato a Francis Servain Mirkovič i nomi e la memoria di tutti gli attori nell’ombra (agitatori e terroristi, mercanti d’armi e trafficanti, committenti o intermediari, cervelli ed esecutori, criminali di guerra in fuga…). Ma lui stesso ha fatto la sua parte nella carneficina quando la guerra in Croazia e Bosnia lo ha catapultato nel ciclo inebriante della violenza.

Viaggio, reminiscenze, manovre, andirivieni negli arcani dell’ira degli dèi. Zeus, Atena dagli occhi glauchi e il furioso Ares guidano i ricordi del passeggero della notte. Il treno parte e, con esso, inizia un’immensa frase iterativa, circolatoria e archeologica, che esplora lo spazio-tempo per portare alla luce le tessere di tutte le guerre del Mediterraneo.

Leggere Énard a Donetsk

 

Maurizio SERRA, Fratelli separati. Drieu – Aragon – Malraux, Edizioni Settecolori.

La vicenda sempre attuale di un sodalizio umano messo a repentaglio dalle ideologie del Novecento

Un trattato sull’amicizia nelle tempeste della storia. Fino ad oggi mancava la fotografia che li riunusse tutti e tre. Eccola. Pierre Assouline

Libro sottile e accattivante, magnificamente scritto, pieno di forti intuizioni e di erudizione. Sébastien Lapaque, Le Figaro

Alcune riflessioni notevoli per comprendere la parabola storica dell’intero Novecento europeo. Giorgio Napolitano

Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle conosce numerose vicende di fratelli separati, tra letteratura, arte e impegno politico. Ma poche possono competere, per intensità, significato e durata temporale, con quella riproposta in queste pagine e forse nessuna copre con pari evidenza tutto l’arco ideologico del Novecento. Drieu La Rochelle: il letterato borghese che l’odio per la borghesia trasformò in fascista romantico e autodistruttivo. Aragon: l’avanguardista approdato al comunismo e tornato in tarda età all’ispirazione libertaria. Malraux: il rivoluzionario divenuto campione e ministro dell’ordine conservatore, ma rimasto fino all’ultimo avventuriero e mitomane. L’immagine letteraria di questi autori è ormai ben definita, mentre siamo ancora lontani – molto lontani – da una loro compiuta interpretazione sul piano storico, politico e ideologico: quella che qui più interessa. E sembra fuorviante distinguere il letterato “puro”, categoria che aborrivano, dal pensatore, testimone e attore politico, che tutti e tre furono o cercarono di essere. Non si tratta quindi di un’analisi sistematica della loro vita e della loro opera, ma di un viaggio lungo il filo rosso di incontri e scontri, diretti o a distanza, culminati nel suicidio di Drieu, simbolo del fallimento aulico dell’esteta armato. Impulsi ed eventi che paiono datati, chiusi nel contesto che li ha prodotti: il Novecento della lunga guerra civile europea. Racchiudono invece molti interrogativi profetici sul rapporto tra cultura e società. Giuste o sbagliate che fossero le conseguenze che ne hanno tratto, i fratelli separati rivendicarono una “certa idea” dell’intellettuale che non aveva separato la grande letteratura dalla grande storia.

FRATELLI SEPARATI - Maurizio Serra -

 

Bruno QUARANTA, Una città per Proust. Alla recherche di Torino, Editore Hacca.

Un omaggio all’incontro tra Proust e Torino. Una sola volta, nella Recherche, è citata Torino. Quando il treno del Narratore, in arrivo da Venezia e diretto a Parigi, fa sosta alla stazione di Porta Nuova. Un istante – come scrive nella prefazione Mariolina Bertini – di cui “si è impadronito Bruno Quaranta”, facendone “una sorta di aleph borgesiano: il punto che racchiude un mondo intero, un mondo potenzialmente infinito. È il mondo degli echi, delle corrispondenze, delle analogie che intessono una fitta rete tra il Piemonte e la proustiana Ricerca”. A dispiegarsi è un “settimino” dove il viaggiatore in punta di madeleine si cala nella capitale subalpina. La città gli si socchiude a poco a poco, di liaison in liaison con la sua vita mentale. Tra luoghi e personaggi. I viali, i giardini, le ville, i critici della sua opera (in primis Giacomo Debenedetti), gli scrittori indigeni affini e no, le corrispondenze musicali… Torino “coi mille odori che vi sprigionano le virtù, la prudenza, le abitudini, tutta una vita segreta, invisibile, sovrabbondante e morale”.

Una narrazione in sette tempi: Il primo impatto con Torino, l’apparizione di figure (da Getto a Bobbio, da Leone Ginzburg a Giovanni Giolitti) e di altro ancora (come gli alberi) che riconducono a Proust-Narratore. La prima Combray del Piemonte: nella Biella di Guglielmo Alberti e Giacomo Debenedetti. La seconda Combray: Aglié (Proust e Gozzano). Gli scrittori piemontesi proustiani e no (da Pavese a Fenoglio, da Lalla Romano a Mario Soldati). I critici piemontesi (da Ferdinando Neri a Trompeo, da Luigi Foscolo Benedetto a Cajumi), proustiani e no. La petite phrase (e altre note): gli spartiti « torinesi » di Proust. Una promenade torinese di Proust, di assonanza e dissonanza rispetto a Parigi.

Una città per Proust | Circolo dei lettori Torino

 

EXPOSITIONS

Yves Saint Laurent aux musées. Paris. Centre Pompidou, Musée Picasso, Musée d’Art Moderne, Louvre, Musée d’Orsay, Musée Yves Saint Laurent. Jusqu’au 5 mai 2022.

D’un format inédit, Yves Saint Laurent aux musées est une exposition anniversaire (le 60e anniversaire du premier défilé d’Yves Saint Laurent) qui se déploie dans six musées parisiens: le Centre Pompidou, le Musée d’Art Moderne de Paris, le Musée du Louvre, le Musée d’Orsay, le Musée national Picasso-Paris et le Musée Yves Saint Laurent Paris. Elle illustre la continuité et la profonde unité des liens que le couturier tisse avec l’art mais aussi avec les collections publiques françaises. À travers ses modèles, c’est toute une culture, tout un univers artistique qui s’exprime. Car dans sa puissance créative, Yves Saint Laurent réinvente, avec rigueur et fantaisie, tout l’héritage plastique du monde. Dans cette perspective, ce vaste projet d’expositions envisage la création d’Yves Saint Laurent comme traversée par différentes cultures et temporalités. L’exposition  crée par des jeux de rapprochements et de renvois, un dialogue entre certains modèles, parmi les plus iconiques du couturier, mais aussi de belles découvertes moins connues du public, et les collections permanentes de différents musées parisiens. Ainsi, ce projet retrace le parcours créatif et unique d’Yves Saint Laurent tout en célébrant les arts du monde. Le caractère rayonnant du projet permet de construire des passerelles entre Yves Saint Laurent et différents univers artistiques.

Au Centre Pompidou, au coeur du Musée national d’art moderne, le parcours aborde l’oeuvre d’Yves Saint Laurent comme celle d’un artiste profondément ancré dans son temps et comme un témoin de l’évolution de la création artistique au 20e siècle. Maître absolu de cette période, Picasso tient une place particulière dans l’oeuvre du couturier comme en témoignent les jeux de citations proposés au Musée national Picasso-Paris. Sensible aux correspondances entre les arts, Yves Saint Laurent ne cesse de jongler entre rythmes et couleurs, lumières et matières, à l’image des dialogues énoncés au Musée d’Art Moderne de Paris, qui alternent salles monumentales et séquences plus intimes. Au Musée du Louvre, c’est la fascination du couturier pour la lumière, pour l’or – couleur du soleil – pour les arts décoratifs mais aussi et surtout pour le grand apparat qui est mise à l’honneur dans la galerie d’Apollon. Or, toutes ces trajectoires qui se répondent les unes aux autres ne peuvent être appréhendées sans interroger le rôle et la place que Marcel Proust occupe dans l’imaginaire du couturier. Cette passion proustienne, ainsi que la question du genre à travers les codes vestimentaires masculin-féminin, seront explorées au Musée d’Orsay. En écho aux chefs-d’oeuvre des collections permanentes des musées partenaires, une partie des archives de la maison de couture – précieusement réunies par Pierre Bergé et Yves Saint Laurent – sont présentées au Musée Yves Saint Laurent Paris. En majorité inédites, ces archives permettent de lire la fabrique des modèles, de sentir la vie de la maison de couture, de comprendre le processus créatif mais aussi de rendre hommage à toutes celles et à tous ceux qui ont participé à la réalisation de ces modèles.

Pensée comme un archipel, l’exposition propose de nouvelles formes de dialogue et incite le public à créer son parcours d’un musée à l’autre, l’entraînant dans des sphères jusque-là méconnues ou nouvelles. Il s’agit, aussi, de dépasser le cadre traditionnel d’une exposition, de jouer des réseaux d’affinités, de créer des sphères de vibrations, afin de proposer un nouveau regard sur les oeuvres d’Yves Saint Laurent.

Yves Saint Laurent aux Musées – Expositions fil rouge dans 6 musées - IDBOOX

 

Yves Saint Laurent : 6 expositions s'installent à Paris en 2022 | Lonely Planet

 

CINÉMA

L’accusa (Les choses humaines). Un film di Yvan Attal. Con Ben Attal, Suzanne Jouannet, Charlotte Gainsbourg, Pierre Arditi, Mathieu Kassovitz, Benjamin Lavernhe, Audrey Dana e Judith Chemla. Uscita 26 febbraio 2022.

Presentato per la prima volta fuori concorso a Venezia 78 il film è tratto dall’omonimo romanzo di successo della scrittrice Karine Tuil.

I Farel sono una super-coppia: Jean è un importante opinionista francese e sua moglie Claire una saggista, nota per il suo femminismo radicale. Hanno un figlio modello, Alexandre, che frequenta una prestigiosa università americana. Durante una breve visita a Parigi, Alexandre conosce Mila, figlia dell’amante della madre, e la invita a una festa. Il giorno dopo, Mila sporge denuncia contro Alexandre con l’accusa di stupro, distruggendo l’armonia familiare e mettendo in moto un’inestricabile macchina mediatico-giudiziaria che presenterà verità opposte. La trama del film naviga sostanzialmente attorno al campo semantico del dubbio e ai danni collaterali che esso implica (anche se ci rendiamo presto conto che nei fatti non ve n’è nessuno), tanto in una storia solidamente strutturata (con intricati giochi verbali, soprattutto nell’ultimo atto), quanto in una coreografia di interpretazioni veramente grandiose. Diviso in tre capitoli distinti – il punto di vista di Alexandre, quello di Mila e quello del processo – il film è tanto una sincera apertura al dibattito su questioni sociali cruciali, quanto una messa in discussione frontale della responsabilità dei genitori nell’educazione e delle ripercussioni del loro comportamento sulla loro prole.

L'accusa (2021) | FilmTV.it

 

Full time – Al cento per cento (À plein temps). Un film di Eric Gravel. Con Laure CalamyLucie GalloCyril MassonOlivier Faliez. Uscita 10 marzo 2022.

Full Time è una corsa trafelata contro il tempo e il percorso a ostacoli di una mamma single lavoratrice attraverso la contemporaneità. L’eccellente regia di Eric Gravel asseconda il ritmo affrettato e la preoccupazione costante di Julie, facendoci fare il tifo per lei dalla prima all’ultima scena, ma anche ricordandoci quanto tutti noi viviamo di corsa, inseguendo lavori sempre meno pagati e sempre più stressanti. La sceneggiatura, sempre di Gravel, è estremamente precisa e riconoscibile, mai esagerata, mai mesta o strappalacrime, anche se davvero c’è da commuoversi per la lotta impari della sua protagonista. Il cuore pulsante del film è Laure Calamy che dà alla sua Julie pathos e leggerezza, autentica disperazione e altrettanto autentica dolcezza, creando il ritratto assai contemporaneo di una donna capace e piena di risorse costretta a saltare dentro i cerchi infuocati e sempre più ristretti della modernità.

Full Time (À plein temps) - Cineuropa

 

La promessa – Il prezzo del potere (Les promesses). Un film di Thomas Kruithof. Con Isabelle HuppertReda KatebNaidra AyadiJean-Paul Bordes. Uscita 10 marzo 2022.

L’incontro tra cinema e politica sul terreno della negoziazione verbale rivela affinità inattese. Un dramma sulle dinamiche politiche e sociali che coinvolgono una sindaca alla fine del suo mandato.

Il film di Thomas Kruithof si muove a piedi, avanti e indietro, tra il centro e la periferia, tra i ristoranti affollati dei pranzi di lavoro e le sale gremite dall’assemblea dei condomini: è la traiettoria di un ponte in lenta costruzione, quotidianamente minacciato di sabotaggio. Le telefonate, invece, viaggiano veloci, e arrivano fino all’Eliseo, ma quello che interessa a Kruithof è un pedinamento, sulle tracce di quella politica locale che è fatta ancora di sentimenti, di conoscenza diretta, di preoccupazioni reali, oltre che di strategia, di scambi di favori e di arte della retorica. Nella fotografia in movimento del mestiere della politica (locale ma non solo), non mancano i luoghi comuni, le scarpe di lusso da un lato, la facilità alla violenza dall’altro, ma è proprio in quanto luoghi comuni, e cioè verità apparenti, che questi elementi hanno posto nel film. Ciò che è più interessante, invece, e merita di essere testimoniato dalla cinepresa, è il ruolo del dialogo. Cinema e politica si incontrano, con perizia e leggerezza, sul terreno artistico della negoziazione verbale. Da questo scambio, occhi negli occhi, dipende la capacità di farsi ascoltare, di farsi credere, sullo schermo come dentro la cucina di un appartamento occupato.

La promessa - Il prezzo del potere - Film (2021) - MYmovies.it

 

Parigi, tutto in una notte (La fracture). Un film di Catherine Corsini. Con Valeria Bruni TedeschiMarina FoïsPio MarmaïAïssatou Diallo Sagna. Uscita 10 marzo 2022.

Due donne sull’orlo di una crisi, in un ospedale, sono ulteriormente stressate nella notte da una grande rivolta del personale e dai manifestanti arrabbiati che mirano ad assediare l’edificio. Raf (Valeria Bruni Tedeschi) e Julie (Marina Foïs), una coppia sull’orlo della rottura, si ritrovano in un affollatissimo pronto soccorso la sera dopo un’importante manifestazione di protesta dei gilet gialli a Parigi. L’incontro con Yann (Pio Marmaï), un manifestante ferito e arrabbiato, manderà in frantumi le loro certezze e i loro pregiudizi. Sarà una lunga notte…

Parigi, tutto in una notte - Film (2021)

 

Parigi, 13arr. (Les Olympiades). Un film di Jacques Audiard. Con Noémie MerlantLine PhéPol WhiteMakita Samba. Uscita 24 marzo 2022.

Parigi, 13° arrondissement, quello che ospita Les Olympiades, quartiere di torri residenziali. Oggi. Emilie incontra Camille, che è attratta da Nora, che incrocia il cammino di Amber. Tre ragazze e un ragazzo ridefiniscono l’amore moderno.

Non è la prima volta che Jacques Audiard, nutrito di letteratura francese e di cinema americano, pratica generi diversi (dal melodramma sociale al western) e interrompe la collezione di film ‘neri’ in cui eccelle. Dai suoi debutti non smette di filmare la maledizione della violenza, la relazione filiale, il disagio maschile, la forza delle donne e il declino della virilità. In un sontuoso bianco e nero, Audiard disegna qui la cronaca contemporanea, e sovente comica, di una giovinezza eteroclita alla ricerca di sé stessa e di qualcuno da amare, e da cui farsi amare. Il suo film cancella le frontiere dell’orientamento sessuale come quelle del colore. Il bianco e nero sublima le etnie, che non definiscono mai i personaggi. È uno dei miracoli di questo racconto di destini in divenire che fanno vibrare un quartiere parigino senza bellezza.

Parigi, 13Arr.", il film che racconta che vuol dire avere vent'anni oggi - la Repubblica

 

Una storia d’amore e di desiderio (Une histoire d’amour et de désir). Un film di Leyla Bouzid. Con Sami OutalbaliZbeida BelhajamorKhemissa ZarouelSofia Lesaffre. Uscita 25 marzo 2022.

La scoperta del desiderio. Ahmed, 18 anni, francese di origine algerina, è cresciuto in una banlieue di Parigi. Nelle aule dell’università incontra Farah, giovane tunisina vitale e appassionata, che si è appena trasferita in Francia. Mentre scopre insieme a lei un corpus di letteratura araba erotica di cui non immaginava l’esistenza, Ahmed si innamora di Farah e, benché sconvolto da questo desiderio, cerca in tutti i modi di resistere.

Una storia d'amore e di desiderio - Film (2021)

 

Maigret e la giovane morta (Maigret). Un film di Patrice Leconte. Con Gérard DepardieuAurore ClémentMélanie BernierAnne Loiret. Uscita 31 marzo 2022.

Patrice Leconte dirige Depardieu nella Parigi di Maigret. A Parigi, una giovane ragazza viene trovata morta in una piazza parigina, con indosso un abito da sera. Il commissario Maigret cercherà di identificarlo e poi capire cosa è successo alla vittima.

Gérard Depardieu è Maigret - Twikie.it - Il magazine più buono del web