ESPACE CULTURE

 

À LA UNE

Le Prix Goncourt de la biographie a été attribué à Thierry Thomas pour Hugo Pratt, trait pour trait.

Pour celles et ceux qui ressentent vivement l’arrogance de la culture officielle, la lecture de Corto Maltese est jubilatoire. Car découvrir cette bande dessinée, c’est pénétrer dans un monde où rien ne s’exclut, où tout coexiste : l’enfance et la vieillesse, l’action et le détachement, l’amour et l’envie de s’y dérober, l’utopie et le pragmatisme, les comportements chevaleresques et l’avidité (Corto et Raspoutine…), la bouffonnerie et la mélancolie, les militaires et les magiciennes, les civilisations du passé et celles du présent, les voyages dans l’espace et les voyages dans le temps. L’art d’Hugo Pratt se moque de la distinction entre réflexion et divertissement, entre culture noble et populaire, ces distinctions qui fondent notre éducation. À chacune de ses planches, ces catégories, sinistres cloisonnements, volent en éclats. Cet essai romanesque est la célébration de cet univers sans frontières. Il évoque Hugo Pratt, que l’auteur a connu, à travers l’exploration de son art: il cherche à retrouver un disparu à travers la beauté de son trait. Enfin, il est une interrogation sur l’amour de la bande dessinée, sur ce qui le fonde.

Hugo Pratt non è stato profeta in patria. Certo, tutti hanno in mente l’immagine di Corto Maltese, ma per gli italiani è in fondo stato pur sempre un semplice autore di fumetti. Per i francesi no, per loro Hugo Pratt è un mito, una leggenda, l’uomo che ha cambiato il mondo delle « bandes dessinées », che oggi occupano, grazie anche a lui, un ruolo fondamentale nell’editoria d’oltralpe.

Goncourt 2020 : Thierry Thomas reçoit le prix de la biographie Edmonde Charles-Roux | hachette.fr

 

La Collection Pinault à la Bourse de Commerce.

Une collection et un monument uniques au monde. Situé en plein cœur de Paris, la Bourse de Commerce est le nouveau lieu de présentation de la Collection Pinault. Cet édifice historique a été intégralement restauré et transformé en musée par le grand architecte japonais Tadao Ando, en instaurant un dialogue entre le patrimoine et la création contemporaine, entre le passé et le présent. Pour donner à voir, à comprendre, à partager, avec le plus large public, le regard du collectionneur sur l’art de notre temps, ce nouveau lieu proposera des expositions temporaires, des commandes, des cartes blanches… Ouverte à tous les publics et à toutes les disciplines artistiques, avec le dessein de toucher les découvreurs, les amateurs autant que les curieux, la Bourse de Commerce programmera aussi des conférences, des projections, des concerts et des performances. Des visites guidées, des parcours et des ateliers donneront à tous les clés de compréhension des expressions artistiques les plus contemporaines et favoriseront l’accès le plus large à l’art et à la création en train de s’inventer. Le troisième étage offre une vue sur la Canopée des Halles, l’église Saint-Eustache et les toits de Paris.

Il nuovo museo della Collection Pinault aprirà nell’antica Bourse de Commerce a Parigi il 23 gennaio 2021. La Bourse de Commerce riunisce in sé quattro secoli di prodezze architettoniche e tecniche. L’edificio comprende la prima colonna isolata di Parigi edificata nel XVI secolo, i resti di un Mercato del grano e la prima cupola di ferro e ghisa di grandi dimensioni dell’inizio del XIX secolo. L’insieme è stato ricostituito nel 1889 per ospitare la Bourse de Commerce. Proprietà del Comune di Parigi, la Bourse de Commerce è stata affidata in concessione per cinquant’anni alla Collection Pinault che aprirà in questo edificio un museo di arte contemporanea. François Pinault ha dichiarato che considera la prossima apertura, in questo periodo di pandemia, un contributo “alla rinascita della sfera culturale parigina”.

Bourse de Commerce - Pinault Collection - Office de tourisme Paris

 

La France célèbre Jean Giono à l’occasion du cinquantenaire de sa mort.

Cet anniversaire nous donne l’occasion de découvrir ou de redécouvrir l’œuvre indémodable d’un auteur majeur du XXe siècle. Le romancier Jean Giono, disparu le 9 octobre 1970, il y a tout juste 50 ans, a produit une œuvre magistrale. Fils d’un père cordonnier et d’une mère repasseuse, l’écrivain fut longtemps employé de banque à Manosque avant de se consacrer totalement à la littérature. Inspirée du monde provençal où il vécut sa vie entière, son œuvre dépasse largement le cadre régional et propose une pensée aujourd’hui encore d’actualité, notamment sur des thèmes comme le pacifisme, l’écologie et la nature. Parutions, rééditions, créations et expositions ont jalonné cette année de commémorations, notamment avec la grande exposition rétrospective présentée au Mucem de Marseille entre octobre 2019 et février 2020.

maison de Jean Giono - Agence Scarabée

 

Fondation Cartier e Triennale di Milano unite da un nuovo progetto.

La Triennale di Milano per i prossimi otto anni collaborerà con la Fondation Cartier di Parigi per portare in Italia mostre e spettacoli dal vivo. Hervé Chandès, direttore artistico dell’istituzione parigina fondata nel 1984, afferma: “Fondation Cartier e Triennale condividono il desiderio di comprendere meglio il mondo che ci circonda. Ci siamo scelti reciprocamente”. Ora si inaugura il primo progetto che racconta la battaglia per la sopravvivenza degli Yanomami in Amazzonia, con l’esposizione Claudia Andujar, la lotta Yanomami che è ospitata alla Triennale fino al 7 febbraio 2021. La mostra presenta circa 300 immagini a colori e in bianco e nero, una serie di disegni realizzati all’interno delle comunità indigene, un documento audiovisivo realizzato con gli Yanomami nel 1989, nonché materiali d’archivio che ricostruiscono il percorso di Andujar e anche ciò che è accaduto all’Amazzonia negli ultimi decenni. La fotoreporter Claudia Andujar ha dedicato parte della sua vita all’Amazzonia, alla sua salvaguardia e a quella delle sue popolazioni, unendo arte e impegno e accumulando un incredibile archivio di immagini, testimonianze, ricordi che fanno di lei una straordinaria testimone del respiro segreto della foresta e delle sue genti.

Claudia Andujar: La lotta Yanomami - Triennale Milano - MeloBox

 

LIVRES

Leonardo SCIASCIA, Parigi, a cura di Paolo Squillacioti con nove fotografie di Ferdinando Scianna, Edizioni Beyle.

In questo volumetto alcune foto scattate da Ferdinando Scianna accompagnano quattro articoli di Leonardo Sciascia sulla città che considerava una seconda patria: lo affascinavano l’illuminismo, l’atmosfera e il melting pot di culture. Ma inevitabilmente anche in Francia osservava tracce siciliane…

Parigi, o cara. Finestra sul mondo e teatro della memoria, tra «aria di libertà» e librerie leggendarie. Mai stata una città qualunque per Leonardo Sciascia. Innamorato della capitale francese, del «triangolo che sta tra la rue de Bourgogne, il Louvre e il Lussemburgo», vi soggiornava a caccia di emozioni letterarie, imbevuto di cultura transalpina, della passione per gli illuministi ma non solo, amatissimo a quelle latitudini, negli anni Settanta e Ottanta, e dopo la sua scomparsa. Sentimenti ricambiati che affioravano nelle sue opere (l’omaggio più smaccato in Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia, romanzo del 1977 che a Parigi si conclude) e che sono stati oggetto nei decenni di saggi, convegni, mostre. Non è un caso che tra le iniziative per il trentennale della sua scomparsa, lo scorso novembre, si sia celebrata una tre giorni parigina, all’Istituto Italiano di Cultura il 21 e 22 novembre, e il 23 alla Sorbona sul tema “Sciascia francese: la percezione dello scrittore nella cultura d’oltralpe”.

Henry Beyle - Parigi

 

Albert CAMUS, Conferenze e discorsi (1937-1958) (Conférences et discours 1936-1958), Bompiani.

Inediti in italiano, escono i discorsi pubblici di Albert Camus, nel 60esimo anniversario della sua morte: una summa del suo singolare percorso di intellettuale insieme engagé e solitario. Pochi intellettuali nel dopoguerra hanno saputo come lui mettere al centro del loro impegno la dignità dell’uomo e la difesa della libertà. Infatti non a caso la forza del suo pensiero sopravvive ancora oggi e indica una rotta.

Sono trentaquattro i discorsi pubblici, finora poco conosciuti, pronunciati da Albert Camus dal 1937 al 1958 e raccolti per la prima volta in volume. Di intervento in intervento lo scrittore descrive e affronta quella che definisce la “crisi dell’uomo”, si sforza di restituire voce e dignità a coloro che ne sono stati privati da mezzo secolo di rumore e rabbia. Sono discorsi pieni di un profondo senso di civiltà. Per Albert Camus, infatti, quella di uomo è una professione, ritagliata su misura per ogni individuo, che consiste nell’opporsi al male del mondo per diminuirne la sofferenza. E lo scrittore non può sottrarsi a questo compito, né a questo onore: “Preferisco uomini impegnati a letterature impegnate” scrive Camus nei suoi Taccuini. “Il coraggio nella vita e il talento nelle opere non sono poi così male.” È sottile il distinguo fra cultura e civiltà, ma è sulla seconda, unita al sentimento fraterno, che gli uomini devono poter contare per vincere l’eterna lotta contro il loro destino.

Conferenze e discorsi (1937-1958) - Bompiani

 

Simone VEIL, Alba a Birkenau, Testi raccolti da David Teboul, (L’aube à Birkenau. Récit recueilli par David Teboul), Guanda.

Le memorie intime di Simone Veil da Birkenau al sogno europeo. Alba a Birkenau raccoglie il risultato dei molti incontri tra il regista David Teboul e Simone Veil, figura dalla quale era affascinato fin dall’adolescenza. In un racconto arricchito da foto suggestive e uniche, Simone Veil parla con schiettezza della sua famiglia, della giovinezza bruscamente interrotta a soli sedici anni a causa delle leggi razziali e della deportazione; rivive la lotta per la sopravvivenza nel campo di concentramento, le continue umiliazioni subite, e la nascita di amicizie che l’accompagneranno per sempre. Sottolinea come, dopo la liberazione, questa esperienza abbia avuto un impatto fondamentale sulla sua vita, sulle sue scelte e sul suo impegno politico. Si apre così al lettore una finestra intima e inedita su una donna straordinaria, che con le sue idee e le sue lotte è stata determinante nella politica francese e non solo. Il primo luglio 2018 Simone Veil è stata sepolta al Panthéon di Parigi. Quel giorno insieme a lei c’era idealmente tutto il convoglio 71, partito dalla Francia il 13 aprile 1944. Trasportava millecinquecento persone, tra le quali la sua famiglia e alcuni dei bambini d’Izieu. Al più piccolo di loro, Albert Bulka, ucciso appena arrivato ad Auschwitz, è dedicato questo libro.

Alba a Birkenau" di Simone Veil - Brossura - BIBLIOTECA DELLA FENICE - Il Libraio

 

Adèle HUGO, Pazza d’amore, a cura di Manuela Maddamma, Fandango.

Dal 1863 Adèle Hugo, trentatré anni, seconda figlia di Victor Hugo, è nella sua famiglia la persona di cui si parla a bassa voce, con amici e conoscenti si evita di nominarla. Si è furtivamente imbarcata per Halifax, Canada, dove presta servizio il tenente Albert Pinson. Adèle nutre il desiderio ardente di sposarlo nonostante lui le abbia dato segni eloquenti del suo rifiuto. Anni prima, però, Pinson l’ha sedotta su una terrazza a strapiombo sul mare, poi nelle sale buie di Hauteville House, la villa di Guernsey dove Hugo, in esilio e addolorato per la morte della primogenita Léopoldine, organizzava sedute spiritiche per ristabilire un contatto con l’adorata figlia. Adèle e Pinson, in quei giorni di smarrimento e di segni arcani, sono stati amanti, finché il tenente ha deciso che Adèle non sarebbe mai stata la donna della sua vita, non l’amava più, rendendo inutile il consenso a sposarlo che Adèle era riuscita non senza sforzi a strappare al padre, così come si riveleranno inutili, anzi dannosi, i sotterfugi e le menzogne cui ricorrerà per riconquistare il tenente. Adèle annuncia ai suoi il matrimonio, una sua fantasia alla quale gli Hugo hanno inizialmente creduto. Quando scoprono che Adèle ha mentito, la ferita è inguaribile e suo padre non riesce a dominare il risentimento: per quanto libero dai pregiudizi, restava in lui affilata, esigente, granitica l’idea di rispettabilità borghese e di onore familiare che Adèle ha, ai suoi occhi, incrinato. Perduta la primitiva bellezza, ridotta in miseria, la giovane è ormai prossima alla follia.

A darle finalmente voce è la scrittrice e traduttrice Manuela Maddamma, che con devozione, zelo e competenza ha raccolto alcune delle pagine più interessanti dei diari e delle lettere di Adèle e dei suoi familiari. Infatti questo libro raccoglie lettere inedite e stralci dei diari di Adèle e di Victor Hugo, documenti dai quali emerge il ritratto di una donna ribelle, caparbiamente anticonformista nella sua ricerca di un’autonomia rispetto alla celebre famiglia, e che ha scontato la sua sensibilità esasperata, la sua necessità di amare e, amando, di essere libera.

Pazza d'amore - Adèle Hugo - Libro - Mondadori Store

 

Mathias ÉNARD, Ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona (Dernière communication à la Société proustienne de Barcelone), Edizioni E/O.

Ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona accompagna vent’anni di scrittura romanzesca e disegna una sorta di autobiografia nomade dell’autore di Bussola, Premio Goncourt 2015.

Attraverso questa raccolta di vagabondaggi, Mathias Énard traccia la sconfinata mappa della sua scrittura e della sua geografia interiore. Da Beirut a Sarajevo, dalla Russia al Tagikistan fino alla Spagna, l’autore di Bussola ci offre schegge di racconti esplosi, folgoranti, talvolta sensuali, spesso imprevedibili. Nutrito dai rumori soffocati della guerra e del caos planetario, questo Ultimo discorso ci fa sentire l’eco lontana del conflitto in Libano, ci mette sulle tracce divenute sempre più sfuggenti del genocidio ebreo in Polonia, ci consente di percepire la spettrale presenza degli scontri che hanno lacerato i Balcani, ci conduce nelle pianure russe prima di lasciarci ai piedi dell’ultimo letto di Proust, per un ultimo immobile viaggio. Attraversando forme letterarie classiche e moderne con la stessa attitudine di un esploratore, Mathias Énard percorre prosa, lasse poetiche, versi rimati e ci restituisce poesie il cui stile, avventuroso e poliglotta, ricorda Blaise Cendrars, François Villon o Federico García Lorca per la loro brutale semplicità e la loro evidenza poetica.

Lo scrittore francese, orientalista, Mathias Enard è innanzitutto un grande viaggiatore, che ha esplorato mondi concepiti erroneamente come separati dall’Occidente. È nato nel 1972. Dopo essersi formato in storia dell’arte all’École du Louvre, ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore.

« À Beyrouth j’ai entrevu la guerre

Elle portait une étoile rouge comme une croix

Des éclairs furieux

Elle commandait au tonnerre

À la mer

Et je me souviens qu’il fallait lutter

Pour ne pas trouver de beauté à ce concert »

Ultimo discorso alla Società proustiana di Barcellona - Mathias Enard

 

Nicolas MATHIEU, Come una guerra (Aux animaux la guerre), Marsilio Editore.

Il romanzo d’esordio dell’autore Premio Goncourt. “Ogni azione è lecita, per chi non ha più niente da perdere.”

Martel è un sindacalista carismatico con un passato oscuro e una madre malata di Alzheimer da mantenere. Bruce è un ex body-builder che non ha mai abbandonato il vizio degli steroidi. Quando la fabbrica dove lavorano minaccia di chiudere i battenti, in una delle regioni più industrializzate ma anche più ignorate di Francia, non viene loro in mente nulla di meglio che rapire una giovane prostituta che batte sulla strada per Strasburgo, per rivenderla alla malavita. Del resto, in quel luogo che a chi ci abita sembra senza via d’uscita, la crisi giustifica qualunque gesto, e Martel e Bruce hanno tutto quello che serve: una Colt calibro .45, un rifugio sicuro in fondo alla campagna, e la disperazione degli ultimi. Ma non è così semplice svoltare grazie al crimine se il crimine non è il tuo mestiere: basta incontrare un’ispettrice del lavoro empatica e tutta d’un pezzo per far scricchiolare il piano della vita. Nella tradizione del grande noir, tra critica sociale, indagine psicologica e fascinazione criminosa, il romanzo che ha rivelato il talento di Nicolas Mathieu è una storia nera, feroce e poetica, che racconta senza sconti la provincia profonda a cui è stato rubato il futuro.

Nicolas Mathieu (1978) vive a Nancy. Dopo aver studiato storia e cinema, si è trasferito a Parigi, dove ha svolto i mestieri più disparati, quasi tutti mal retribuiti. Con il suo secondo romanzo, E i figli dopo di loro, ha vinto il Premio Goncourt ed è stato tradotto in venti paesi. Come una guerra, la sua opera d’esordio, premiata dalla critica e osannata dai lettori, ha ispirato una serie tv andata in onda su France 3.

Come una guerra di Mathieu Nicolas - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio

 

Pierre JOURDE, Il Tibet in tre semplici passi (Le Tibet sans peine), Prehistorica Editore.

A tre riprese, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, Pierre Jourde va a esplorare le piste di Zanskar, vallata desertica dell’Himalaya a oltre quattromila metri di altitudine. Il Tibet in tre semplici passi racconta proprio quei lunghi peripli sotto forma di stramba epopea, descrivendo i tormenti, lo stupore e quanto di ridicolo potesse appartiene a dei ragazzotti occidentali di banlieue abbandonati a una natura smisurata; sì, perché attraversare ghiacci perenni con l’equipaggiamento dell’escursionista della domenica presume un’evidente incoscienza, ma anche un’insospettabile tenacia. Gestita con grande maestria, una narrazione giubilante screziata di metafisica e misticismo accompagnerà il lettore dentro un testo vertiginoso, in bilico tra romanzo di formazione e racconto di viaggi, non senza riuscire ricco di colpi di scena e altamente spiazzante. Ben lungi dalle ricette dell’esotismo fine a se stesso e dell’ingenuità a ispirazione realista, questo romanzo si prefigge di rendere sensibile il grande enigma del mondo e della bellezza.

Uno degli ultimi viaggi autentici, di un’epoca preglobale: senza rete. Una scrittura vivida alla Bouvier, ma che farà scoprire anche un altro aspetto intrinseco dell’avventura: l’umorismo.

“La maestria di Jourde è nel saper infondere, in un amalgama cristallino, pathos e ilarità”. Il Sole 24 Ore

“Jourde non è solo ironico. Usa la derisione anche come un esercizio spirituale, per ricordare che miseria e grandezza coesistono”. Le Figaro

Pierre Jourde è nato nel 1955 a Créteil, ma da bambino usava passare le vacanze nella casa di famiglia, situata nella remota regione dell’Auvergne, fra le montagne di cui narra Paese perduto (il suo romanzo d’esordio). Nel panorama letterario francese è una delle voci più autorevoli, probabilmente la più schietta e coraggiosa in assoluto. Autore del fortunato blog letterario Confitures de culture, Pierre Jourde si è sempre distinto per la sorprendente varietà di ispirazione, che gli ha permesso di spaziare dal romanzo al racconto, per arrivare all’autobiografia, alla poesia, al saggio filosofico e alla critica letteraria. Nel corso degli anni ha ottenuto numerosi premi, tra cui spiccano il RENAUDOT DES LYCÉENS, il GRAND PRIX THYDE MONNIER DE LA SGDL, il PRIX VALÉRY LARBAUD, il PRIX VIRILO, il PRIX VIALATTE e il prestigiosissimo GRAND PRIX DE L’ACADÉMIE FRANCAISE; questo testo in particolare gli è valso il PRIX GÉNÉRATION DU ROMAN. Fondatore della rivista culturale “Hespéris”, è docente di letteratura francese presso l’Università di Grenoble III.

Il Tibet in tre semplici passi - Pierre Jourde - Libro - Mondadori Store

 

Gabrielle FILTEAU-CHIBA, Prede (Sauvagines), Lindau Editore.

Raphaëlle Robichaud, agente di protezione faunistica, vive in una roulotte immersa nella foresta boreale del fiume Kamouraska, vegliando sul bosco e sugli animali che lo abitano e provando a rimediare alla cattiva reputazione della sua specie, infangata dai bracconieri e da tutti coloro che non considerano la natura degna di rispetto. Durante una delle sue rare visite in città, Raphaëlle entra casualmente in possesso del diario di Anouk (la protagonista di Nella tana, il primo romanzo di Gabrielle Filteau-Chiba) e si mette sulle sue tracce. Tra le due donne nascerà un’amicizia intensa e speciale, l’unione di due persone votate alla stessa causa: proteggere la foresta. Insieme a Lionel, vecchio amico e guardiacaccia in pensione, Raphaëlle architetterà un piano per vendicarsi di chi, per divertimento o per guadagno, distrugge il bosco e uccide i suoi abitanti.

Scritto in forma di diario, Prede è una storia appassionante raccontata con la stessa carica poetica, la stessa tensione ideale e la stessa forza espressiva che già animavano Nella tana.

Gabrielle Filteau-Chiba vive in una casa alimentata dall’energia solare sulla riva del fiume Kamouraska, in Québec. Scrive, traduce e difende la bellezza naturale della sua regione adottiva.

Gabrielle Filteau-Chiba | Libri dell'autore | Edizioni Lindau

 

Michel ONFRAY, Il coccodrillo di Aristotele. Una storia della filosofia attraverso la pittura (Le Crocodile d’Aristote: Une histoire de la philosophie par la peinture), Ponte alle Grazie Editore.

Da Pitagora fino a Derrida, passando per Cartesio e Kant, Montaigne e Rousseau, Voltaire e Nietzsche, Michel Onfray ci propone una storia della filosofia attraverso la pittura in trentatré tele e trentatré filosofi.

«Di solito, quando un pittore sceglie di trattare un soggetto filosofico, si risolve a dipingere un testo, una frase tratta da un testo, un passaggio particolare, magari una sola parola, di cui decide di illustrare il dettaglio. Dato che dipingere un’idea è sempre un’operazione complicata, la cosa più pratica rimane cercare di esprimere tale idea e di riassumere la totalità del pensiero del filosofo in questione con una strizzatina d’occhio: ora, il dettaglio è precisamente questa strizzatina d’occhio. E noi sappiamo che il diavolo si nasconde nei dettagli. Nel tipo di pittura che definirei filosofica quello che va allora individuato è quindi il dettaglio chiamato a riassumere una particolare visione filosofica». Michel Onfray

Filosofo e saggista francese, ha fondato l’Università popolare di Caen. Autore di oltre cinquanta libri fra cui il fortunatissimo Trattato di ateologia (2005), è fra i più popolari e controversi filosofi europei e decostruisce ormai da quasi trent’anni mitologie religiose, filosofiche, sociali e politiche.

Amazon.it: Le Crocodile d'Aristote: Une histoire de la philosophie par la peinture - Onfray, Michel - Libri in altre lingue

 

EXPOSITIONS

I Macchiaioli. Capolavori dell’Italia che risorge. Padova. Palazzo Zabarella. Fino al 18 aprile 2021.

Oltre cento capolavori a testimoniare il mondo fortemente emotivo dei Macchiaioli, un mondo la cui essenza racconta dei valori dell’uomo, dell’uomo eroico e instancabile, della sua forza e del suo coraggio, della sua voglia di ripartire giorno dopo giorno a dispetto di qualsiasi difficoltà. Spiriti indipendenti e rivoluzionari, caldi di fervore patriottico e saldi negli affetti, i Macchiaioli dipingevano ciò che il “vero” offriva ai loro occhi. I Macchiaioli sanno cogliere le emozioni e i valori dell’uomo in ogni singolo momento di vita quotidiana, in ogni sorriso o fatica umana, in ogni paesaggio e natura incontaminata. Pieno di sogni ed emozioni vitali, forte di un’anima potente e vera che da sempre contrasta la morte, anche l’uomo di oggi è un uomo “macchiaiolo”, che sa cogliere la vita in modo pieno, totale e profondamente eroico. Le pescivendole di Signorini, il merciaio di La Spezia, l’erbaiola di Fattori, le signore al sole di Cabianca, le bambine che fanno le signore di Lega, la gente al mercato di via del Fuoco, le madri raggianti e piene di vita di Banti, i bambini colti nel sonno, la donna che legge il giornale di Adriano Cecioni: sono i protagonisti delle splendide opere in esposizione, gli uomini e le donne di oggi, macchiaioli ieri, macchiaioli oggi; instancabili, pieni di emozioni e pulsioni vitali. Cosa significa macchiaiolo? Macchiaiolo è sinonimo di “vita”; quella vita che è la forza stessa dell’amore che pervade ogni cosa e che contrasta la morte, irradiando ovunque la luce dell’Essere.

I Macchiaioli già nell’800 seppero vedere oltre, il loro sentire profondo e umano è esaltazione di ogni singolo attimo di vita quotidiana. Anticiparono Monet, van Gogh, Gauguin… nel loro modo di rappresentare ed esaltare la relazione umana in tutto il suo reale valore, in tutto il suo “eroismo”.

Mostra “I Macchiaioli. Capolavori dell'Italia che risorge” a palazzo Zabarella dal 24 ottobre 2020 al 18 aprile 2021 Eventi a Padova

 

Peccati. Johan Creten. Roma. Accademia di Francia a Villa Medici. Fino al 31 gennaio 2021.

Le opere dell’artista Johan Creten, che già dagli anni Ottanta si era distinto per l’uso innovativo della ceramica, dovevano essere esposte la primavera scorsa, ora finalmente Villa Medici ospita le sue sculture, come la grande opera Il pipistrello, visibile nei giardini. Per la prima volta si potrà ammirare in Italia un insieme di 55 opere in bronzo, ceramica e resina dell’artista belga, fra cui The Garden, l’opera monumentale Muses et Méduses che dialoga con alcuni pezzi della serie Odore di femmina, le Couch potatos e le ceramiche Wargames. Lungo la scalinata un gruppo di enigmatici e affascinanti bronzi conduce fino alla scultura monumentale The Herring. Il neodirettore dell’Accademia di Francia Sam Stourdzé spiega: « È la sua prima grande esposizione personale qui, è innamorato dell’Italia e le rende omaggio con questa mostra. È un artista molto libero, che sperimenta, con la forma e la materia. È un artista molto “colto ». Intanto il direttore annuncia che, pur rispettando le limitazioni del Covid, la programmazione di Villa Medici va avanti. In primavera è prevista un’esposizione di Natacha Lesueur, in estate verranno invece mostrati i lavori dei pensionnaires dell’Accademia, e non mancheranno incontri, proiezioni di film e concerti.

I Peccati | Johan Creten - Villa Medici

 

ITALIA Minimal. Parigi. Galerie Tornabuoni Art. Fino al 22 dicembre 2020.

Tornabuoni Art a le plaisir d’annoncer la réouverture de son espace historique du 16 avenue Matignon avec l’exposition ITALIA Minimal : une sélection d’œuvres pointue, réalisées par les représentants majeurs de l’expérimentation visuelle de la fin des années 1950 et des années 1970: Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Dadamaino, Lucio Fontana, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Piero Manzoni, Paolo Scheggi et Giuseppe Uncini. Comme le titre de l’exposition le suggère, les recherches de ces grands maîtres italiens de la deuxième moitié du 20ème siècle – Lucio Fontana et Jannis Kounellis sont considérés en faire partie en raison de leur histoire et du dialogue profond qu’ils ont développé avec leurs confrères italiens – sont lues à travers le prisme du minimalisme. Un terme qui, bien que traditionnellement relié au mouvement nord-américain, offre une intéressante opportunité de lire les expériences italiennes des années 1960 et 1970 à travers le prisme de leurs points de contact ou de divergence avec les américaines.

Riapre dopo 3 anni la sede parigina di Torbabuoni Art | Artribune

 

CINÉMA

La vita davanti a sé. Un film di Edoardo Ponti. Con Sophia Loren, Renato Carpentieri, Massimiliano Rossi, Abril Zamora, Babak Karim. Uscita 3 novembre 2020. E dal 13 novembre su Netflix.

La trasposizione al giorno d’oggi di uno dei romanzi francesi più famosi del ‘900: La vie devant soi di Romain Gary, premio Goncourt 1975.

Ambientato a Bari, il film racconta la storia di Madame Rosa, un’anziana ebrea ed ex prostituta che per sopravvivere negli ultimi anni della sua vita ospita nel suo piccolo appartamento una sorta di asilo per bambini in difficoltà. Riluttante, accetta di prendersi carico di un turbolento dodicenne di strada di origini senegalesi, di nome Momò. I due sono diversi in tutto: età, etnia e religione. Per questo all’inizio la loro relazione è molto conflittuale, ma ben presto si trasformerà in un’inaspettata e profonda amicizia, quando, nonostante tutto, si renderanno conto di essere anime affini, legate da un destino comune che cambierà le loro vite per sempre.

La vita davanti a sé: il film con Sophia Loren dal 13 novembre su Netflix

 

Due (deux). Un film di Filippo Meneghetti. Con Barbara Sukowa, Martine Chevallier, Léa Drucker, Jérôme Varanfrain, Daniel Trubert. Uscita 5 novembre 2020.

Un thriller dei sentimenti che ruba il cuore. Un esordio strepitoso con due interpreti in stato di grazia. Nina e Madeleine, due donne in pensione, si amano in segreto da decenni. Tutti, compresi i parenti di Madeleine, pensano che siano semplicemente vicine di casa all’ultimo piano dell’edificio in cui vivono. Le due donne vanno e vengono tra i loro due appartamenti, beandosi dell’affetto e dei piaceri della vita quotidiana, finché un evento imprevisto sconvolge la loro relazione e porta la figlia di Madeleine a scoprire la verità.

Due - Film (2019) - MYmovies.it

 

La Padrina. Parigi ha una nuova regina (La Daronne). Un film di Jean-Paul Salomé. Con Isabelle Huppert, Hippolyte Girardot, Farida Ouchani, Liliane Rovère, Iris Bry. Uscita 12 novembre 2020.

La storia di Patience Portefeux. Patience (Isabelle Huppert), traduttrice specializzata in intercettazioni telefoniche per la squadra antidroga, frustrata e annoiata da un lavoro duro e mal pagato, durante un’intercettazione viene a conoscenza dei traffici poco raccomandabili del figlio di una donna a lei cara. Decide così di dare una svolta alla sua vita e intrufolarsi nella rete dei trafficanti, per proteggere il giovane. Quando si trova tra le mani un grosso carico di droga, non si fa sfuggire l’occasione e diventa La Padrina, una « trafficante all’ingrosso ». Fa esperienza sul campo e poi… riporta tutte le informazioni in ufficio al servizio della sua squadra!

La Padrina – Parigi ha una nuova regina” con Isabelle Huppert al cinema dal 12 novembre | RB Casting

 

Il futuro siamo noi (Demain est à nous). Un film di Gilles de Maistre. Uscita 19 novembre 2020.

Il documentario dà voce ai bambini di tutto il mondo impegnati in cause umanitarie. Aissatou in Guinea non ha alcuna paura nell’opporsi alla tradizione dei matrimoni precoci mentre Heena in India e alcuni suoi coetanei in Bolivia si battono affinché i bambini non siano costretti a lavorare. Il giovanissimo Arthur riesce a raccogliere fondi per aiutare i senzatetto nella città in cui abita in Francia nutrendo il sogno di poter dare vita a una casa di accoglienza. C’è poi José Adolfo, che fa da elemento di raccordo, che ha creato in Perù una banca per bambini che possano così garantirsi il sostentamento.

ANGELIPRESS - Il futuro siamo noi: un film sui bambini che non si arrendono