ESPACE CULTURE
À LA UNE
Malika Ferdjoukh a Padova
20 anni di Quattro sorelle (Quatre soeurs) da festeggiare insieme. Quattro incontri di presentazione per meglio conoscere le sorelle Vedelaine attraverso delle letture, un concorso fotografico, un incontro con l’autrice per presentare il nuovo romanzo e una festa finale!
Dove e quando incontrare le sorelle Verdelaine? Conosceremo Enid il 7 novembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Brentella; Hortense il 14 novembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Savonarola; Bettina il 16 novembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Valsugana; Geneviève il 21 novembre presso la Biblioteca Arcella.
Poi l’autrice franco-algerina, Malika Ferdjoukh, presenterà il suo nuovo romanzo Una notte Un assassino, edito da Pension Lepic, martedì 12 dicembre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Civica del Centro San Gaetano.
Tutti gli incontri sono per piccoli e grandi dai 9 ai 99 anni!
Infine tutti in libreria per la festa finale! Domenica 17 dicembre alle ore 16.30 alla libreria Pel di Carota.
Partecipate anche al concorso fotografico
Cercando Vill’Hervé! La casa delle Verdelaine è un personaggio importante nei romanzi delle Quattro sorelle: nasconde segreti e misteri, fa spesso le bizze, è capace di sentimenti. Per questo concorso fotografico non si cerca la copia italiana della dimora (che esiste veramente in Bretagna), ma una casa che potrebbe idealmente ospitare questa famiglia. Partite alla ricerca di vecchie
case, con possibili torri, grandi finestre, gatti e pipistrelli che si aggirano attorno… Spedite la foto con due righe di motivazione e l’indirizzo della casa entro il 10 dicembre a: info@pensionlepic.it
Per info: 049 2956066 – info@peldicarota.it
Per la prima volta in Italia il tour mondiale di Les Misérables
Arriva per la prima volta in Italia Les Misérables – the Arena Musical Spectacular, una straordinaria rappresentazione che porta sul palco il celebre romanzo di Victor Hugo da cui è stato ricavato il film che è valso un Oscar ad Anne Hathaway. Un racconto avvincente fatto di sogni, amori, passione, sacrificio e redenzione. Una storia senza tempo della sopravvivenza dello spirito umano. Rappresentato in 439 città di 53 Paesi, Les Misèrables sarà al Politeama Rossetti di Trieste dal 7 all’11 novembre e al Tam Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 14 al 24 novembre nelle due tappe italiane della tournée mondiale che si concluderà nel 2025 per la versione in forma di concerto che prende origine da Les Misérables Staged Concert andato in scena per duecento repliche nel West End di Londra, e che vanta un cast che fra attori, musicisti e tecnici arriva a 110 elementi.
La scrittrice Susy Zappa e la sua passione per la Bretagna al Festival del Viaggiatore di Asolo.
La scrittrice Susy Zappa il giorno 9 settembre è stata ospite al Festival del Viaggiatore di Asolo, dove ha ricevuto il premio « il viaggio del cuore » un riconoscimento come scrittrice e viaggiatrice. La passione per la Bretagna e la cultura celtica è narrata attraverso un sentiero di storie, tra le pagine dei suoi libri; una saga che prosegue e attraversa una terra che, da sempre, affascina turisti e viaggiatori, artisti della Belle Epoque e contemporanei. Storie di donne che hanno subito la fascinazione del paesaggio come Sarah Bernhardt; donne che hanno scelto la professione di guardiane dei fari mentre altre si sono dedicate alla faticosa raccolta delle alghe. E poi, ci sono i racconti delle antiche sagge Sacerdotesse, le Druidesse, capi religiosi e detentrici della conoscenza celtica. E ancora le leggendarie piratesse come Jeanne de Belleville, fino a Marion de Faouet a capo di una banda di briganti, inneggiata come Robin Hood nei panni di donna. « Quando sono stata invitata al Festival del Viaggiatore, ho avuto la percezione che Asolo abbia numerose affinità con la Bretagna: una storia che si dipana sotto la sapiente guida di mani e menti femminili; la sua posizione arroccata, l’ha resa la meta ideale di tutto il panorama artistico, proprio come in Bretagna ».
Fin des balades à poneys à Paris.
C’est l’une des activités préférées des petits parisiens en mal de nature. Les balades en poneys dans les parcs de la capitale, c’est bientôt fini. La mairie de Paris le confirme, ce sera effectif dans deux ans, en 2025. Parmi les raisons invoquées: le bien-être animal. La mairie l’assure: « C’est la fin des balades à poneys dans leur forme actuelle. Il faut faire évoluer le modèle vers une autre relation à l’animal ». Les associations de protection des animaux applaudissent. Les tractations avaient démarré il y a deux ans entre la mairie, les exploitants et les associations de protection des animaux. Une charte sur le bien-être animal a été votée par la municipalité. « On arrive au bout d’un modèle qui a été celui des décennies passées, dans lequel l’animal était considéré un peu comme un objet et finalement dans une relation qui était très superficielle », explique le socialiste Christophe Najdovski, l’adjoint d’Anne Hidalgo, en charge des espaces verts, de la biodiversité et de la condition animale. « Ce n’est pas parce que vous mettez votre enfant dix minutes sur un poney et que vous le balader dans un parc que vous allez nouer une relation avec l’animal », poursuit l’élu. C’est pourquoi la mairie souhaite « quelque chose qui soit plus respectueux des besoins des animaux ». Les balades à poney vont donc « évoluer » selon les mots de Christophe Najdovski, vers « une relation à l’animal différente » et plus seulement « commerciale », pour « découvrir son comportement » et « être plus dans le soin par exemple, comme le fait de brosser les animaux, de découvrir aussi quels sont leurs besoins ».
77 ans des Éditions du Lombard: le journal Tintin est de retour!
En 2023, Le Lombard, l’éditeur de tous les jeunes de 7 à 77 ans atteindra la barre symbolique des septante-sept ans. Cet anniversaire unique en son genre sera l’occasion de célébrer le passé, le présent et le futur de l’éditeur bruxellois au travers d’une série d’évènements festifs et de projets éditoriaux. Les Éditions du Lombard et les Éditions Moulinsart s’associent pour publier le journal Tintin, sous une forme unique et créative. Cette prestigieuse publication, de près de 400 pages de courts récits créés spécialement pour célébrer l’histoire de ce périodique qui a marqué le paysage du 9e Art, rassemblera plus de 80 autrices et auteurs réunis pour rendre hommage aux héros qui ont fait et feront rêver toutes les générations.
LIVRES
Muriel BARBERY, Un’ora di fervore (Une heure de ferveur), edizioni e/o.
«In Un’ora di fervore Muriel Barbery ripercorre le tracce di Haru Ueno, padre di Rosa, la protagonista del suo precedente romanzo Una rosa sola, andando a ritroso nel tempo. Lo fa con delicatezza, poesia e un’economia di effetti tesa a condensare il suo discorso sull’essenziale». Pleine vie
Haru Ueno è originario di una zona montuosa del Giappone e approda a Kyōto all’età di vent’anni. Una carriera folgorante lo vede diventare in breve uno dei mercanti d’arte contemporanea più affermati del suo tempo. Una vita di successi che Haru cavalca con modestia, molto più attento ai valori dell’amicizia e dell’amore che non a quelli del denaro e della celebrità. Pur essendo giapponese fino al midollo e non avendo mai viaggiato fuori dal Giappone, ha un’attrazione per l’estero, un’attrazione che il destino trasforma in una figlia francese avuta da una relazione fugace con una bella straniera di passaggio. In realtà la madre di Rosa, questo il nome della bambina, è una donna depressa che gli impedisce di vedere la figlia. Haru non la conoscerà mai, ma per tutta la vita la vedrà esistere e crescere grazie alle fotografie e ai rapporti di un investigatore privato da lui ingaggiato, le parlerà in cuor suo, le trasmetterà spiritualmente la parte giapponese che le manca, le rivolgerà il suo ultimo pensiero prima di morire.
Seguire la vita di Haru ci porta attraverso uno strano Giappone sia antico che moderno in cui i giardini zen, il teatro nō e la cerimonia del tè convivono con il cemento, le insegne al neon e i fast food, e dove con lo sfondo di questo magnifico affresco popolato da spiriti degli antenati e volpi magiche si affrontano i temi chiave dell’esistenza e dell’individuo.
Muriel Barbery è autrice del bestseller internazionale L’eleganza del riccio, di Estasi culinarie, Vita degli elfi, Uno strano paese, I gatti della scrittrice e Una rosa sola. Ha vissuto a Kyōto, Amsterdam e Parigi. Attualmente vive nella campagna francese.
Patrick MODIANO, La strada per Chevreuse (Chevreuse), Einaudi.
Lo scrittore Jean, alter ego dell’autore, rivisita gli episodi del suo passato.
Un tardo pomeriggio d’estate degli anni Sessanta Jean Bosmans si ritrova per caso nella valle di Chevreuse. Qui Jean ha la sensazione di riconoscere strade, paesi, edifici. E una casa, che sembra appartenere alla geografia della sua anima… Oltre le frontiere lineari del tempo, tra ricordi risvegliati e sogni a occhi aperti, Jean si addentra nel labirinto della memoria per interrogare i fantasmi di una vita e svelare il mistero di quella casa: le sue mura custodiscono solo le ombre dell’infanzia, oppure nascondono la verità su un crimine commesso in un giorno lontano?
«Forse Modiano non è mai stato cosí vicino a Proust nel suo modo cosí particolare di raccontare, di ritrovare il suo tempo perduto». Le Monde des Livres
Brigitte BENKEMOUN, In cerca di Dora Maar (Je suis le carnet de Dora Maar), Skira Editore.
Un taccuino, trovato per caso, con nomi dei più grandi artisti del dopoguerra. L’incredibile scoperta dell’identità della sua straordinaria proprietaria: Dora Maar. Una biografia originale sulla grande musa di Picasso e su alcune delle maggiori personalità dell’arte e della cultura del Novecento.
A: Aragon. B: Breton, Brassaï, Braque, Balthus. C: Cocteau, Chagall. E: Éluard…
Un giorno, per caso, l’autrice si imbatte in una piccola agenda degli anni cinquanta, il cui proprietario aveva sicuramente conosciuto e frequentato alcuni dei maggiori artisti e intellettuali del XX secolo. Indagando con la curiosità e il rigore della giornalista, ben presto si rende conto di avere tra le mani la rubrica telefonica di Dora Maar, artista e fotografa che fu anche amante di Picasso. Sfogliare questo elenco diviene così un intrigante pretesto per ricostruire la vita e la fortissima personalità di Dora, il suo amore eccessivo, passionale e tormentato con Picasso, i loro rapporti con i grandi protagonisti della cultura contemporanea. Ai nomi celebri, amati da tutti gli appassionati e gli studiosi di arte e di storia, si affiancano quelli meno noti o sconosciuti di artigiani e politici, nobildonne e veterinari, idraulici e psicanalisti, in un affresco vivace e immediato della Parigi della prima metà del Novecento: “queste pagine sono come un buco della serratura dal quale osservo un mondo scomparso, un mondo unico e inimitabile”.
Brigitte Benkemoun (Orano, Algeria, 1959), scrittrice e giornalista, ha lavorato per numerose testate ed emittenti televisive francesi. È autrice di La petite fille sur la photo: la guerre d’Algérie à hauteur d’enfant (2012), di Albert le Magnifique (2016) e di Sa vie pour Picasso, Marie-Thérèse Walter (2022). Je suis le carnet de Dora Maar è stato in lizza per il prix Renaudot 2019.
Alain MABANCKOU, Otto lezioni sull’Africa (Huit leçon sur l’Afrique), edizioni e/o.
Otto lezioni magistrali sui temi più importanti delle letterature africane.
«Non è da storico che lo scrittore parla, ma da pensatore attento e fiero, che non ha paura di sconvolgere, ovunque si trovino, coloro che credono ancora che il mondo sia troppo semplice e che i contorni delle disgrazie siano definiti troppo in fretta. Perché nulla è meno determinato dell’avventura di scrivere e pensare di Africa». Le Monde
Il libro contiene le lezioni tenute da Alain Mabanckou, saggista e romanziere congolese, nel 2016 quando era titolare della cattedra di Création artistique al Collège de France. Dalla letteratura alla pittura, dal cinema all’arte, la cultura africana è messa in relazione con quella haitiana, americana, con l’editoria francese, in un’antologia di sguardi fondamentali per comprendere oggi il Continente. Lettura appassionante perché permette di scoprire tanti aspetti della letteratura africana di lingua francese, soprattutto in relazione a temi come i bambini soldato o la scrittura dopo il genocidio del Ruanda. L’autore denuncia il perpetuarsi dell’idea colonialista secondo la quale le letterature africane scritte nelle lingue europee sarebbero solo dei satelliti delle letterature prodotte in Europa. Invece Alain Mabanckou, in queste lezioni, ci dimostra il contrario, presentandocele come ricche, diversificate e portatrici di una voce “altra” in grado di offrire molto alle letterature europee.
Finalista al Man Booker International Prize, Alain Mabanckou ha ricevuto il Prix Renaudot nel 2006 per Memorie di un porscospino. Autore di numerosi romanzi di successo tradotti in tutto il mondo, da più di quindici anni abita a Los Angeles, dove insegna letteratura di lingua francese all’UCLA.
Adrien BOSC, La volontaria (Colonne), Guanda.
Ai primi di agosto del 1936 la guerra di Spagna imperversa e Simone Weil, non ancora trentenne, lascia Parigi per arruolarsi nelle Brigate internazionali. La causa dei repubblicani spagnoli che combattono contro i franchisti fa eco ai suoi ideali e lottare al fianco dei compagni giunti in Aragona da ogni parte del mondo per lei è una necessità, un’evidenza, come lo era stato smettere di insegnare in un liceo ed entrare in fabbrica come operaia: «scrivere, pensare e agire sono una sola e medesima cosa». Ma già dopo pochi giorni, durante un’offensiva sulle rive dell’Ebro, Simone si ferisce a una gamba in modo maldestro ma grave e deve abbandonare il campo di battaglia per essere ricoverata nell’ospedale di Sitgès. A fine settembre rientra in Francia assistita dai genitori. Di questa manciata di mesi, per lei decisivi, restano pochi documenti, qualche appunto, alcune fotografie, delle lettere, che Adrien Bosc interroga ridando vita con forza e poesia a quei giorni. Insieme a Simone Weil e ai testimoni diretti, fa parlare i dettagli, i paesaggi, i volti, le piccole storie, i silenzi, mentre solleva la questione più che mai aperta della «guerra giusta»: la stessa che la giovane filosofa porrà al già maturo scrittore Georges Bernanos in una lettera che lui porterà con sé per sempre. La vita di Simone Weil attraversa queste pagine come la testimonianza di uno dei pensieri più luminosi e audaci del Novecento. E la scrittura di Bosc ci restituisce il ritratto vivido di una pensatrice radicale, del suo inesauribile impegno per la libertà.
Akira MIZUBAYASHI, Anima spezzata (Âme brisée), La nave di Teseo.
Akira Mizubayashi, scrittore giapponese “adottato” dalla Francia, costruisce una vicenda tra passato e presente, a cavallo di due continenti, sul potere salvifico della musica.
A Tokyo, nel 1938, quattro musicisti dilettanti appassionati di musica classica occidentale si incontrano regolarmente per suonare. Il quartetto è formato dal giapponese Yu, un insegnante di inglese, e da due studenti e una studentessa cinesi. Questi ultimi sono rimasti a Tokyo nonostante l’invasione giapponese della Manciuria e la spirale di violenza e odio razziale che aveva provocato. Una tranquilla domenica pomeriggio, però, la musica è brutalmente interrotta dall’irruzione di alcuni militari. Il violino di Yu viene distrutto da un soldato e i quattro, sospettati di complottare contro l’Impero, vengono arrestati. Nascosto in un armadio, Rei, il figlio undicenne di Yu, ha assistito alla scena, ma sfugge alla violenza dei soldati grazie a un tenente che lo lascia andare e gli affida il violino in pezzi del padre. Giunto in Europa grazie a un amico francese del padre che lo adotta, Rei decide di studiare da liutaio. Dopo anni di dedizione e sacrifici è ormai un ottimo artigiano, specializzato nella costruzione e nel restauro dei violini, e ha una sua bottega a Parigi, dove vive con la compagna Hélène, una rinomata archettaia. È proprio lei a raccontare a Rei la storia di una giovane e talentuosissima violinista giapponese, Midori Yamazaki, che, in un’intervista, aveva dichiarato come l’amore per lo strumento le fosse stato tramandato da un nonno militare. Incuriosito dalla coincidenza, Rei decide di scriverle per provare a riannodare i fili del suo passato. Anima spezzata è un romanzo commovente e delicato che affronta le questioni della memoria, dello sradicamento e della difficile elaborazione del lutto. Una trama coinvolgente che unisce Oriente e Occidente tra l’alba della seconda guerra mondiale e il nostro presente. Akira Mizubayashi fa diventare la letteratura e la musica materia stessa della vita, arrivando a sfidare persino la morte e il passare del tempo.
Akira Mizubayashi è uno scrittore e traduttore giapponese. Dopo aver studiato tra Tokyo e la Francia, ha completato la sua formazione accademica frequentando l’Ecole normale supérieure. Ha poi insegnato francese in diversi atenei di Tokyo. I suoi libri precedenti hanno ricevuto importanti premi sia in Francia che in Giappone.
Stéphane CARLIER, Clara legge Proust (Clara lit Proust), traduzione di Ilaria Gaspari, Einaudi.
Clara fa la parrucchiera da Cindy Coiffure, un piccolo salone di provincia. Tra sforbiciate e colpi di phon, ascolta le chiacchiere della clientela e i sospiri della signora Habib, la sua malinconica principale; la sera torna a casa da un fidanzato che non la affascina piú e da un gatto che disdegna le carezze. Cosí il tempo scorre placidamente (forse troppo). Fino al giorno in cui un misterioso cliente lascia un libro al salone. Clara incontra allora l’uomo che le cambierà la vita per sempre: Marcel Proust. Sarà grazie alle sue parole e alla magia della lettura che Clara troverà il coraggio di scegliere la strada giusta per sé.
«Ecco un libro che fa bene. Al morale soprattutto». Livres Hebdo
«Stéphane Carlier firma un’ode incantevole alla letteratura e alle « vite minuscole ». Un romanzo semplicemente delizioso». Elle
Segnaliamo anche l’uscita della versione audiolibro, interpretato dalla scrittrice Ilaria Gaspari, di questo divertente romanzo che rende omaggio alla potenza della letteratura.
Michel BUSSI, Tre vite una settimana (Trois vies par semaine), edizioni e/o.
Un intrigo vertiginoso per una grande suspense di Michel Bussi.
Un cadavere viene trovato nella valle della Meuse, nel cuore delle Ardenne. Incidente, suicidio o omicidio? La capitana Katel Marelle è esterrefatta quando scopre l’identità della vittima. Renaud Duval aveva… tre vite a settimana? Tre donne aspettano il suo ritorno. Ognuna sostiene di essere il suo unico amore. Insieme cercheranno di svelare l’enigma di un’impossibile triplice vita… Ma, come in un teatro d’illusioni, si aggirano ombre pronte a vendicarsi. Chi sa la verità? Chi dirige il gioco? Chi tira le corde? Diffidate dei fili invisibili…
Guy de MAUPASSANT, Boule de Suif, Mattioli 1885.
Torna in una nuova traduzione Boule de suif magnifico e corrosivo racconto frutto del genio di Maupassant: un viaggio in diligenza diventa specchio della società civile.
Pubblicata nel 1880 nella raccolta Les soirées de Médan e ispirata a un fatto di cronaca, la novella è ambientata nell’inverno del 1870. Per sfuggire all’invasione prussiana a Rouen, dieci persone prendono una diligenza. Con loro c’è anche la mantenuta Élisabeth Rousset, soprannominata ‘Boule de Suif ’ (palla di sego). Costretti a passare la notte a Tôtes, i viaggiatori vengono fermati da un ufficiale disposto a lasciarli ripartire, ma a una condizione: Boule de Suif dovrà concederglisi. Sacrificatasi per i suoi compagni, una volta ripreso il viaggio, la donna sarà da loro disprezzata e isolata. Uno specchio vivo, reale e senza tempo del perbenismo e dell’ipocrisia.
Il volume è inoltre arricchito da alcuni meno noti racconti dell’autore.
Dario MALTESE, Les Italiens. Storie e incontri con talenti italiani che hanno conquistato la Francia, Rizzoli.
Quando si parla del legame tra Italia e Francia paragoni, rivalità e confronti alimentano da sempre il dibattito pubblico. Ma la realtà è più complessa e articolata, e nelle storie di chi questo rapporto lo vive in prima persona si scopre un mondo che non si lascia intrappolare da stereotipi o luoghi comuni. Italiani e francesi sono due popoli uniti tra loro dall’amore per l’arte, la cultura e la bellezza e, negli anni, hanno saputo coltivare anche interessi comuni meno raccontati, come quelli sul piano industriale, finanziario e tecnologico. Superando la retorica dei “cugini” ecco allora uno dei simboli di questa contaminazione: les italiens, italiani che hanno trovato in Francia il luogo in cui far avverare i propri sogni scoprendo nella loro origine un punto di forza. Nasce così l’idea di Dario Maltese che ha raccolto in questo libro la voce di Francesca Bellettini, Carla Bruni, Pietro Beccari, Eleonora Abbagnato, Giuliano da Empoli, Vittoria Colizza, Angelo Musa, Monica Bellucci, Luca De Meo, Philippine Leroy-Beaulieu, Paolo Roversi, Giambattista Valli, e Claudia Ferrazzi, uomini e donne di successo che per la prima volta si raccontano senza filtri in ritratti accurati nati da incontri in cui ognuno di loro ha aperto il suo mondo, portandoci dentro le vite dei nostri “italiani di Francia”.
LIVRES POUR LES PLUS JEUNES LECTEURS
Sylvie DESHORS, Passi nella valle (La vallée aux merveilles), EDT Giralangolo.
Venti minuti dopo la zia, mentre guida, mi parla un po’ dei migranti che arrivano in valle. Sono soprattutto uomini o ragazzi. Le donne sono rare. Provengono da molto lontano e il loro viaggio finisce spesso con l’attraversamento del Mediterraneo. In condizioni terribili. Ma non sono i benvenuti in Europa. Non lo sanno, fino a quando arrivano. I rifugiati non hanno il diritto di chiedere asilo in un paese dell’Unione europea diverso da quello in cui vengono registrati al loro arrivo sul continente. Lo capiscono troppo tardi. «A volte ho l’impressione che nessuno in Europa li voglia», conclude. Età di lettura: da 12 anni.
Jeanne a le coeur brisé, mis à mal par son premier petit copain. Pour lui changer les idées, sa mère l’envoie chez sa tante Miette, à Saorge, un petit village perdu dans les hauteurs de la vallée de la Roya, à la frontière italienne. Là-bas, rien n’avait préparé Jeanne à ce qu’elle allait rencontrer : les « migrants » et les « aidants ». Celles et ceux dont on parle aux infos. Mais pour Jeanne, ils seront femmes et hommes. Et c’est à leur contact qu’elle se reconstruira.
Samir SENOUSSI, Ma a cosa serve la Torre Eiffel? (Mais à quoi sert la Tour Eiffel?), Edizioni Clichy
Un sontuoso volume per narrare la genesi dell’icona più parigina che ci sia, con aneddoti e curiosità da scoprire insieme.
Un incredibile album documentario che ripercorre la storia della Torre Eiffel in modo insolito e divertente. La domanda è: a cosa serve la torre più iconica del pianeta? Eh già, perché la Torre Eiffel è conosciuta in tutto il mondo, ma chi sa dire a cosa serve e perché è stata costruita? Non è una cattedrale, né una chiesa, né un teatro, né una scultura… E allora che cos’è? In queste pagine dal grande formato, magistralmente illustrate con un sapore volutamente rétro dal talentuoso Thomas Baas, prende vita la sorprendente storia della Torre Eiffel, simbolo indiscusso di Parigi che non ha ancora finito di farci sognare. Età di lettura: da 6 anni.
Jeanne ASHBÉ, A più tardi! (À ce soir!), Babalibri
Due bambini piccoli trascorrono la loro giornata all’asilo nido. Cosa fanno? Come passano il loro tempo? Quali emozioni vivono? È difficile da raccontare quando si hanno a disposizione ancora solamente poche parole. Allora, ecco un libro che narra attraverso immagini e parole rassicuranti i grandi baci della mattina, i giocattoli, i compagni, la pappa, la pittura, il vasino, il sonnellino, i litigi e le coccole, la stanchezza della sera e… la felicità di ritrovarsi! A più tardi!, ormai un classico per accompagnare i bambini alla scoperta dell’asilo nido, esce in un nuovo formato: angoli arrotondati e pagine cartonate adatte alle manine dei più piccoli. Età di lettura: da 2 anni.
Jeanne Ashbé nasce in Belgio, compie studi universitari che la portano poi in Canada, dove lavora come logopedista in un grande ospedale per bambini. Ritorna in Belgio e, con la nascita del suo secondo figlio, comincia a illustrare libri con una grande passione per i colori. Le sue ispirazioni vengono direttamente dalla vita quotidiana, da sempre piena di bambini.
EXPOSITIONS
Lo scatto di Giotto. La Cappella degli Scrovegni nella fotografia tra ‘800 e ‘900.
Padova. Museo Eremitani. Fino al 7 aprile 2024.
Fino alla metà dell’Ottocento le opere d’arte venivano riprodotte esclusivamente “a mano” con grande perizia e tempi lunghi d’esecuzione: disegni a matita o penna, acquerelli, tempere, incisioni, erano realizzati a corredo delle prime pubblicazioni, ma anche utilizzati per rilievi tecnici di geometri e ingegneri o nei progetti dei restauratori. L’invenzione della fotografia alla metà dell’Ottocento portò a una vera e propria rivoluzione nella riproduzione degli oggetti, delle persone, dei paesaggi e quindi anche delle opere d’arte.
Nota in tutto il mondo per essere il capolavoro assoluto affrescato da Giotto, pochi sanno però che la Cappella degli Scrovegni è stata fra i primi monumenti italiani a essere riprodotto in fotografia in modo sistematico e puntuale. Carlo Naya, uno dei pionieri italiani della fotografia, immortala gli affreschi in alcuni scatti già nell’estate del 1863, a meno di venticinque anni dall’invenzione ufficiale di questa tecnologia, e più avanti realizzerà una intera campagna fotografica del monumento a scopo conservativo prima dei restauri di Guglielmo Botti, realizzati fra il 1869 e il 1871. “Esiste un nesso indissolubile tra le vicende ottocentesche della Cappella degli Scrovegni e l’esigenza, manifestata da diverse personalità nel corso di tutto quel secolo, di salvaguardare almeno le immagini del capolavoro giottesco, – racconta Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova – “Come un basso continuo, sin dai primi decenni dell’Ottocento infatti, l’integrità fisica della Cappella e del ciclo affrescato in essa contenuto sono stati a rischio di dissolvenza, se non di vera e propria distruzione o sottrazione. Riprodurre le immagini del ciclo di Giotto era quindi un modo per evitarne la perdita irreversibile.
“ La mostra Lo scatto di Giotto gioca proprio sul doppio significato di questo termine: scatto è quello dei fotografi che realizzano le prime immagini della Cappella degli Scrovegni, lo sono le loro stesse fotografie, ma scatto è anche quello compiuto da Giotto, uno scatto in avanti rispetto alla pittura del suo tempo, quello di un artista che ha saputo saltare nel moderno fino al Novecento. Si aggiunga che la sua innovazione nasce da quella stessa ricerca di rappresentare la realtà, l’uomo, la natura e lo spazio, che la macchina fotografica e la macchina da presa riusciranno a catturare cinque secoli dopo” spiega Federica Millozzi, Conservatore di Cappella degli Scrovegni.
L’affascinante immaginario della Cappella degli Scrovegni sviluppatosi nel corso dei secoli è anche tema delle più avanzate tecnologie di riproduzione fotografica. La mostra invita infatti l’osservatore a immergersi nella ricostruzione digitale del capolavoro di Giotto, concretizzando in un’esperienza nuova la proposta più innovativa avanzata da Giotto nel quattordicesimo secolo: che l’osservatore potesse entrare nel racconto che egli stesso aveva realizzato, così come fra Ottocento e Novecento avevano già fatto quanti si sono dedicati alla riproduzione dei suoi affreschi.
Una curiosità: l’ultimo disegno eseguito dal grande pittore francese Jean-Auguste-Dominique Ingres nel 1867, all’età di ottantasei anni, è la riproduzione del Compianto sul Cristo morto della Cappella degli Scrovegni. Ingres aveva visitato Padova nel 1834 in un viaggio che aveva toccato diverse città del nord Italia. Con molta probabilità si tratta di un calco a matita eseguito su un piccolo foglio ripreso dalla tavola del volume di John Ruskin edito una decina di anni prima.
Ricordiamo infine Marcel Proust che quando vede la Cappella degli Scrovegni nel maggio del 1900, resta talmente colpito dagli affreschi di Giotto da lasciarne un segno nelle pagine della Recherche du temps perdu:
Après avoir traversé en plein soleil le jardin de l’Arena, j’entrai dans la chapelle des Giotto où la voûte entière et les fonds des fresques sont si bleus qu’il semble que la radieuse journée ait passé le seuil, elle aussi, avec le visiteur et soit venue un instant mettre à l’ombre et au frais son ciel pur, à peine un peu plus foncé d’être débarrassé des dorures de la lumière, comme en ces courts répits dont s’interrompent les plus beaux jours, quand, sans qu’on ait vu aucun nuage, le soleil ayant tourné son regard ailleurs
pour un moment, l’azur, plus doux encore, s’assombrit.
Dopo aver attraversato in pieno sole il giardino dell’Arena, entrai nella cappella di Giotto, dove l’intera volta e gli sfondi degli affreschi sono così turchini da far credere che la radiosa giornata abbia, anch’essa, oltrepassato la soglia insieme al visitatore e sia venuta per un attimo a porre all’ombra e al fresco il suo cielo puro, solo un poco più profondo, perché libero dalle dorature della luce, come in quelle brevi pause che interrompono le più belle giornate, quando, pur senza che sia comparsa nessuna nube, come se il sole un attimo avesse volto altrove il suo sguardo, l’azzurro, ancora più dolce, si oscura.
Chagall. Il colore dei sogni.
Mestre. Centro Culturale Candiani. Fino al 13 febbraio 2024
Partendo dal capolavoro conservato nelle raccolte di Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk, 1914-1922, acquisito dal Comune di Venezia alla Biennale del 1928, la mostra intende indagare il portato rivoluzionario dell’arte di Chagall come pittura del sogno e come trionfo della fantasia creatrice. L’esposizione è concepita con i capolavori conservati a Ca’ Pesaro, cui sono affiancati in ciascuna sezione importanti e puntuali opere di Chagall provenienti da prestigiose collezioni internazionali. Chagall diventa così un filo rosso che unisce opere ed artisti che hanno sentito la propria produzione in termini simili ai suoi, o che da lui hanno preso spunto per sviluppare la propria arte nelle più diverse direzioni.
Il viaggio fantastico di Chagall si svolge attraverso l’arte del ‘900 e si articola in 6 sezioni che prendono avvio da Il sogno simbolista. La seconda sezione della mostra si intitola “È soltanto mio / il paese che è nell’anima mia” ed è tutta dedicata a Marc Chagall, con Il Rabbino di Ca’ Pesaro per la prima volta affiancato a Vitebsk. Scena di villaggio. “Artisti in esilio” affronta invece il tema dell’emigrazione verso gli Stati Uniti da parte di numerosi autori obbligati a lasciare l’Europa durante gli anni Trenta. La contiguità del Rabbino di Ca’ Pesaro con le emergenze cubiste e costruttiviste è messa a confronto con le sculture di Ossip Zadkine, fino ad arrivare al Surrealismo di Max Ernst che guardò a Chagall come punto di partenza imprescindibile della propria arte. La quarta sezione si concentra sui temi cari a Chagall, l’amore e il colore. Il colore dei sogni affianca le ricerche del Maestro russo a quelle dell’espressionismo europeo. Un’ampia sezione della mostra è poi dedicata alle opere religiose ed in particolare alle illustrazioni di Marc Chagall per la Bibbia commissionategli da Ambroise Vollard. La mostra chiude con una sesta sezione tutta all’insegna della fantasia, illogica, istintiva e gioiosa, del messaggio che ci ha lasciato Chagall. Il colore delle favole prende avvio dal progetto grafico sulle Favole di La Fontaine realizzato da Chagall negli anni Venti del secolo scorso.
Picasso metamorfico. Opere dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga
Roma. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Fino al 5 novembre 2023
Nel 50° anniversario della morte di Pablo Picasso e a 70 anni dalla sua grande mostra del 1953, la Galleria Nazionale celebra il grande maestro, impareggiabile figura dell’arte del ‘900. L’importante mostra espone una selezione di 300 opere tra disegni e incisioni provenienti dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga. L’opera grafica di Picasso riveste un’enorme importanza all’interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del « pittore e della modella » alla riconsiderazione della storia dell’arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco. Picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere « contemporaneo » ai cambiamenti dell’arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l’espressionismo astratto e l’informalismo, l’arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l’happeging.
Le avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art
Pisa. Palazzo Blu. Fino al 7 aprile 2024
Sono esposte per la prima volta opere di Matisse, Mondrian, Klee, Ernst e Gris, oltre a quelle di Chagall, Dalí, Duchamp, Kandinsky, Miró, Picasso. Accomunati dalla volontà di ricercare nuove strade e nuovi strumenti espressivi, opponendosi al naturalismo e alla mercificazione dell’arte, tutti questi artisti hanno accolto il cambiamento del mondo e incarnato le drammatiche contraddizioni del Novecento. La mostra sarà proprio una occasione unica per ripercorrere alcuni dei momenti salienti del “secolo breve”. Il percorso espositivo parte dalla Belle époque e conduce sino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, accompagnandoci in un viaggio emozionante in grado di lasciar trapelare i dubbi, le speranze, le angosce e gli entusiasmi di una società non più in grado di riconoscersi. In apertura del percorso espositivo ci sarà l’Autoritratto, con pennello e tavolozza, di un giovane Picasso, un’opera che racconta del bisogno dell’artista di autoaffermare la propria identità, mentre la Crocifissione di Chagall si pone come chiusura di un percorso carico di altissimo valore simbolico.
Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto
Londra. Victoria & Albert Museum. Fino al 25 febbraio 2024
L’esposizione è la prima nel Regno Unito dedicata al lavoro della couturière francese. Riunendo quasi 200 look, insieme a profumi, gioielli e accessori, la mostra illustra come Gabrielle Chanel abbia rivoluzionato la moda con i suoi design pratici e versatili. Tra le sale del museo sessant’anni di tailleur e tweed, svolte e rivoluzioni, a partire da dove tutto è cominciato: 21, rue Cambon a Parigi. È lì che, nel 1910, apriva il negozio di cappelli Chanel Mode. Dalla Couture House a Biarritz, alla mitica borsa in pelle trapuntata, fino alle décolleté bicolore beige con la punta nera la mostra svelerà anche i segreti del celeberrimo tailleur in tweed, scovato durante un viaggio in Scozia nel 1924 con il Duca di Westminster. Una sezione della mostra è dedicata poi al profumo più famoso di sempre, Chanel N.5, e una alla “Petite robe noir”, il tubino nero: doveva essere un abitino comodo, adatto a ogni corpo e portabile in tutte le occasioni, tanto che Vogue lo definì “un uniforme per ogni tipo di donna, a prescindere dal gusto e dallo stile personale”.
Le Lombard, une affaire de famille
Bruxelles. Centre Belge de la Bande Dessinée. Fino al 24 agosto 2024
Cette exposition présente 77 ans de bande dessinée familiale. Avec sa genèse, sa mythologie, ses pionniers et ses têtes d’affiche, ses défricheurs et ses francs-tireurs. De pièce en pièce, les visiteurs découvriront l’extraordinaire richesse d’un catalogue d’abord construit autour du mythique journal Tintin et de la ligne graphique chère à Hergé, puis réinventé au gré des évolutions de la société et du monde de l’édition. Un regard à la fois ludique et inventif au travers de documents inédits, d’images, d’archives, de projections et de somptueux originaux… cachés dans de faux meubles.
CINÉMA
Dogman
Un film di Luc Besson. Con Caleb Landry Jones, Jojo T. Gibbs, Christopher Denham, Grace Palma. Uscita 12 ottobre 2023.
Un ragazzo, ferito dalla vita, trova la sua salvezza attraverso l’amore dei suoi cani.
Cresciuto nel New Jersey tra le violente angherie del padre e del fratello, che lo tengono prigioniero nella gabbia dei cani da combattimento, il giovane Douglas arriva all’età adulta con enormi ferite psicologiche e fisiche, essendo confinato alla sedia a rotelle con il precario uso delle gambe. Solo i suoi adorati cani gli danno sollievo: sono addestrati a rispondere a ogni suo comando, e per conto del loro padrone aiutano i bisognosi e rubano nelle case dei ricchi. Sono lontani i tempi in cui il cinema pop ed energetico di Luc Besson sfidava Hollywood dalla Francia – prima, naturalmente, di farsene inglobare – con un successo dopo l’altro. Besson è sempre stato un autore istintivo, abile a creare momenti, colorare d’assurdo la realtà e contaminare generi piuttosto che a lavorare di cesello. Dogman accentua questa contraddizione perché più delle altre opere del regista vuole affrancarsi dal genere e avvicinarsi a un’idea di complessità psicologica, per un personaggio torturato che trova in Caleb Landry Jones un interprete affamato di sfide.
Normale
Un film di Olivier Babinet. Con Benoît Poelvoorde, Justine Lacroix, Joseph Rozé, Steve Tientcheu. Uscita 12 ottobre 2023.
Lucie è un’adolescente orfana di madre che si deve prendere cura di suo padre William che è affetto da sclerosi multipla. È così costretta a mettere insieme lo studio, le faccende domestiche e il lavoro in una paninoteca per far quadrare il bilancio. La sua passione per la scrittura e per inventare storie spesso al limite della credibilità l’aiuta ad andare avanti nonostante tutto. L’annunciata visita di un assistente sociale mette però tutto in discussione. Potrebbe essere trasferita in una casa famiglia e quindi la sua vita deve apparire assolutamente ‘normale’. Olivier Babinet trasfigura una realtà che conosce bene creando un contesto in cui gli elementi parlano del presente senza doverlo però connotare con precisione. Il suo obiettivo era quello di realizzare un film in cui instillare, come lui stesso afferma, « una goccia di Miyazaki nei fratelli Dardenne ». Ha cioè inserito nel film dei detour che si dirigono sul versante fantastico per evitare l’imitazione di quelli che ritiene dei maestri (il regista è nato a Strasburgo e vive a Parigi ma la coproduzione è belga). La visione del film ci conferma che il suo obiettivo è stato raggiunto grazie anche all’alchimia che si crea tra i suoi due protagonisti Benoît Poelvoorde e Justine Lacroix.
A passo d’uomo (Sur les chemins noirs)
Un film di Denis Imbert. Con Jean Dujardin, Joséphine Japy, Izïa Higelin, Anny Duperey. Uscita 19 ottobre 2023.
Dall’omonimo libro autobiografico dello scrittore francese Sylvain Tesson. Un percorso folle con Jean Dujardin che dimostra ancora una volta il suo grande eclettismo.
Pierre è uno scrittore che nei suoi libri ha descritto spesso considerazioni sui suoi viaggi. Una grave caduta lo blocca a lungo in un letto d’ospedale da cui si ripromette, qualora ne uscisse ancora in grado di deambulare, di compiere un’impresa. Intende camminare per circa 1300 chilometri attraversando la Francia percorrendo vie e sentieri poco o per nulla praticati. Denis Imbert trova in Jean Dujardin l’interprete giusto; egli dimostra ancora una volta il proprio consapevole eclettismo consegnandoci un essere umano in cammino che, tappa dopo tappa, mentre procede con passi a volte stentati e con dolori che si riacutizzano per poi comunque venir dominati dalla volontà, compie anche un percorso nel passato. Ed ecco il fil rouge del film: un corpo segnato dal dolore che cerca le ragioni profonde dell’esistere attraverso un contatto con la Natura che la cosiddetta ‘civiltà’ sta rendendo sempre meno presente.
Anatomia di una caduta (Anatomie d’une chute)
Un film di Justine Triet. Con Sandra Hüller, Samuel Theis, Jehnny Beth, Swann Arlaud. Uscita 26 ottobre 2023.
Una donna è sospettata dell’omicidio del marito. Il loro figlio cieco dovrà affrontare un dilemma morale essendo l’unico testimone.
Anatomia di una caduta utilizza i meccanismi del film di indagine quelli del “courtroom drama” per parlare d’altro: infatti non va valutato come esempio riuscito dei due generi, dei quali non ha la coerenza ermetica, ma come esplorazione metaforica di una relazione di coppia come questione supremamente percettiva. La regista francese Justine Triet alza parecchio il tiro rispetto al suo precedente Sibyl nel creare una storia (scritta insieme all’attore e sceneggiatore Arthur Harari) tesa e inquietante che compie una scelta fondamentale: quella di ribaltare i ruoli di coppia tradizionali. L’altro asso nella manica di Triet sono due superbi attori: Swann Arlaud nel ruolo dell’avvocato Renzi e soprattutto Sandra Huller in quello della protagonista sua omonima (il che fa venire il sospetto che la parte sia stata scritta su di lei): la sua risata, allo stesso tempo salvifica e ferina, è al centro di una caratterizzazione magistrale.
Petites – La vita che vorrei… per te (Petites)
Un film di Julie Lerat-Gersant. Con Pili Groyne, Romane Bohringer, Victoire Du Bois, Lucie Charles-Alfred. Uscita 26 ottobre 2023.
Camille una ragazza incinta di 16 anni viene mandata in un centro di maternità da un giudice. Diventa amica di Alison, una giovane madre immatura, e combatte contro l’autorità di Nadine, un’educatrice tanto appassionata quanto disillusa.
Il libro delle soluzioni (Le livre des solutions)
Un film di Michel Gondry. Con Pierre Niney, Blanche Gardin, Frankie Wallach, Camille Rutherford. Uscita 1 novembre 2023.
L’irresistibile ritorno di Michel Gondry che dentro ad una commedia esilarante mette tutta la sua infanzia, intelligenza e depressione.
Dopo un silenzio di otto anni, Michel Gondry ritorna con un film ‘confidenziale’, un delirio autocentrato che fa il punto sugli anni di inattività. A immagine del suo personaggio, un autore in piena crisi esistenziale e creativa, si è rifugiato anni prima da sua zia, nella stessa casa ‘abitata’ dal suo film. Si è rinchiuso e isolato proprio come lui per concludere The Book of Solutions e prendere altrettante decisioni irrazionali. Con The Book of Solutions, Gondry ritorna alla commedia e fa centro. Il dolore stempera nelle immagini costantemente esilaranti, disegnando il profilo di un uomo e di un autore sopraffatto dalla vita e dal suo stesso progetto. Michel Gondry si spinge lontano con l’autoironia, offrendo al suo alter ego fittizio un incredibile terreno di gioco. Un playground che rivela una vocazione comica evidente e completamente sbrigliata. Vedere per credere.
The new toy (Le nouveau jouet)
Un film di James Huth. Con Jamel Debbouze, Daniel Auteuil, Simon Faliu, Alice Belaïdi. Uscita 1 novembre 2023.
Un’esilarante, toccante e genuina commedia familiare in cui un ragazzino imparerà a sue spese che ci sono cose che il denaro non può comprare.
Sami, venditore ambulante della periferia di Parigi, diventa il “regalo di compleanno” del figlio di un imprenditore milionario, che lo fa portare nel suo palazzo per usarlo come giocattolo. Lusingato dal denaro offertogli, Sami accetta, ma non sa che tutti i suoi amici sono in sciopero proprio contro l’imprenditore e che un video che riprendeva la sua umiliazione comincia a girare in rete. In The New Toy c’è uno spirito da commedia classica, o forse sarebbe meglio dire da “cinéma de papa”, riprendendo la definizione con cui negli anni ’50 i critici dei «Cahiers du cinéma» e futuri registi della Nouvelle Vague definivano i film dell’industria cinematografica francese dell’epoca. Film, ça va sans dire, ben confezionati, ben intenzionati, vecchi nelle idee e molto spesso anche nello stile. Nulla che non si possa adattare, nonostante i 70 e passa anni di distanza, alla commedia del regista e sceneggiatore James Huth, che è il remake di un celebre film degli anni 70, Professione… giocattolo (1976), diretto da Francis Veber e interpretato da Pierre Richard.
À la recherche
Un film di Giulio Base. Con Anne Parillaud, Giulio Base, Vittorio Base. Uscita 2 novembre 2023.
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni ’70.
Italia, 1974. Ariane, bella donna dell’aristocrazia francese e Pietro, uno sceneggiatore italiano di B movie, provengono da storie molto diverse ma li accomuna il fatto di trovarsi ad un punto di stallo della loro vita. Molti dei loro sogni non si sono realizzati… …si presenta loro l’occasione per riscattarsi: scrivere una sceneggiatura tratta dal romanzo À la Recherche du Temps Perdu di Marcel Proust da sottoporre a Luchino Visconti. Potrebbe essere la svolta definitiva. Il lavoro di scrittura insieme diventa uno scontro di caratteri, di cultura, di solitudini; sullo sfondo un’Italia dilaniata da profondi cambiamenti e conflitti sociali che non possono non avere ricadute sulla vita dei singoli.
Callas – Parigi, 1958 (Callas-Paris, 1958)
Un film di Tom Volf. Uscita 5 novembre 2023.
La Callas al massimo del suo splendore, consegnata all’immortalità con questo un restauro che annulla il tempo.
Tom Volf, a cento anni dalla nascita di Maria Callas, riporta al presente, con un eccezionale lavoro di restauro, un momento leggendario della lirica del Novecento: il suo esordio all’Opéra di Parigi, il 19 dicembre del 1958. Non occorre essere esperti o appassionati d’opera per venire investiti dalla sensazione di assistere a qualcosa di misterico, come se la Callas fosse lo strumento attraverso il quale passa un suono che proviene da un misterioso altrove. Ma al di là della varietà degli stili, dell’interpretazione personale, dell’agilità del canto, del talento come soprano lirico e soprano drammatico, le riprese del concerto di Parigi, quasi tutte a mezza figura, e dunque ravvicinate, ci restituiscono un’eccezionalità di atteggiamento. La Callas non si sbraccia, non si spoglia, non guarda in alto, non esibisce se stessa. Il risultato è di un’eleganza tale che la stacca dallo sfondo del coro d’altri tempi, agghindato in maniera punitiva, ma anche dalle logiche narcisiste dell’oggi, e le consegna l’immortalità.
Riabbracciare Parigi (Revoir Paris)
Un film di Alice Winocour. Con Virginie Efira, Benoît Magimel, Grégoire Colin, Maya Sansa. Uscita 9 novembre 2023.
Una donna rimane vittima di un attacco terroristico all’interno di un club. Dovrà fare i conti con il trauma per riabbracciare Parigi e se stessa.
Traduttrice dal russo, Mia vive a Parigi con il fidanzato medico Vincent. La sera del 13 novembre 2015, Mia decide di fermarsi in un locale del centro: sarà una delle centinaia di persone ferite ma sopravvissute agli attentati terroristici di quella sera. Per reazione allo shock, nei mesi successivi l’attentato Mia dimentica tutto e nel tentativo di recuperare i ricordi di quella sera e di ridare un senso alla sua vita comincia a ricostruire ciò che ha vissuto, cercando in particolare la persona con la quale ha passato quei tragici momenti. Per Mia sarà l’inizio di un cammino doloroso. La regista Alice Winocour ha vissuto l’orrore degli attentati di Parigi attraverso l’esperienza del fratello, anche lui miracolosamente scampato alla morte: da lì parte per raccontare l’indagine personale di una donna che ha perso tutto. La cineasta prova dunque a mettere ordine nel caos interiore di una donna, misurando con fin troppo calcolo e controllo la sceneggiatura del suo film. Il film inserisce delle fratture, delle aperture improvvise, in cui le storie di altri sopravvissuti vanno a costruire il ritratto collettivo di una tragedia che continua a scioccarci e a riguardarci da vicino.
Delicatessen
Un film di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro. Con Pascal Benezech, Dominique Pinon, Marie-Laure Dougnac, Jean-Claude Dreyfus. Uscita 20 novembre 2023.
Pluripremiata commedia dark e surreale che racconta di un futuro distante e apocalittico, in cui la società è al collasso.
Provengono dall’arte del fumetto i due autori esordienti. Eccessivi e grotteschi i due registi hanno confezionato una sorta di girone infernale in veste comica. Il risultato è più che buono. Ci troviamo in un condominio che va a pezzi. Giunge nello stabile un tale di nome Luison che farà fatica ad ambientarsi. Storie nelle storie e qualche risata.
La quercia e i suoi abitanti (Le chêne et ses habitants)
Un film di Laurent Charbonnier, Michel Seydoux. Uscita 23 novembre 2023.
Un documentario che ritrae la natura della nostra Terra: un inno alla generosità della natura.
Considerato il re degli alberi, la quercia simboleggia potenza e durabilità: è l’albero più alto e maestoso delle nostre foreste nell’emisfero settentrionale. Per molti è sinonimo di speranza nella vita per le generazioni future.
Picasso – Un ribelle a Parigi – Storia di una vita e di un museo
Un film di Simona Risi. Uscita 27 novembre 2023.
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell’arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
Il documentario segue due filoni narrativi paralleli. Il principale è quello del Museo. Dentro questa trama si sviluppa il ritratto di Picasso, la sua lunghissima vita, le contraddizioni del carattere, le mogli e le compagne, il tutto raccontato in stretta connessione con Parigi, la città che più ha amato e dove ha passato la maggior parte della sua esistenza. Verranno inoltre raccontati aspetti ancora poco conosciuti del pittore, che solo oggi gli storici e gli storici dell’arte iniziano a indagare, come il suo essere stato « uno straniero » a Parigi, uno sradicato, un anarchico ‘vigilato speciale’ della polizia anche quando era già diventato famoso. Non mancheranno poi le analisi delle opere, come, ad esempio, Les Demoiselles d’Avignon.
Un anno difficile (Une année difficile)
Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano. Con Mathieu Amalric, Luàna Bajrami, Jonathan Cohen, Grégoire Leprince-Ringuet. Uscita 30 novembre 2023.
La storia di due amici incorreggibili, Albert e Bruno: uno vive di espedienti e l’altro ha una vita privata disastrosa.
Albert e Bruno sono in rosso, consumatori compulsivi, sovraindebitati, vivono tra schemi meschini per l’uno e una vita personale alla deriva per l’altro. È nel percorso associativo, che entrambi intraprendono per rimettersi a galla, che incontreranno giovani attivisti ribelli, allarmisti climatici, amanti della giustizia sociale e dell’eco-responsabilità. Più attratti dalla birra e dalle patatine gratis che dai loro litigi, Albert e Bruno integreranno gradualmente il movimento senza convinzione, se non quella di approfittare di ogni azione e di ogni ribellione al complotto e trarne profitto. Tra minimalismo ideologico o sofferto, tra consumismo eccessivo e felice sobrietà, affrontiamo la complessa semplicità del nostro futuro, le opposizioni e i paradossi del nostro tempo, insomma, va tutto bene.